donne chiesa mondo - n. 71 - settembre 2018
DONNE CHIESA MONDO 8 DONNE CHIESA MONDO 9 e l’insignificanza, da un lato, la stabilità e la crescita personale, dall’altro… ma spesso i giovani non sanno neppure che esiste un’al- ternativa alla sessualità vissuta in una libertà leggera e irresponsabile. Dobbiamo imparare a diffondere questa esperienza con il linguag- gio dei giovani, in modo che se ne possa conoscere la bellezza. In questo senso questa sollecitazione dell’ Humanae vitae è ancora profe- tica. Abbiamo però anche riscontri molto positivi in numerosi paesi del mondo (Cina, paesi arabi, India, per citarne alcuni): laddove i meto- di naturali sono correttamente trasmessi e applicati, si diffonde il loro uso. Questo sia in ragione di un’efficacia elevatissima nel controllo delle nascite, sia della facilità di apprendimento del metodo (che non dipende dal livello di istruzione), dell’applicabilità universale e del costo zero. Gli insegnanti del metodo Billings sono tutti volontari, questo restringe il numero delle persone a cui potrebbe arrivare il metodo, ma ne rafforza il valore educativo. C’è molta disinformazione rispetto all’efficacia dei metodi naturali, ci può fornire dei numeri a supporto? La letteratura scientifica dimostra che il metodo Billings, se usato correttamente, ha un’efficacia maggiore o uguale al 98-99 per cento nell’evitare il concepimento, paragonabile a quella della pillola anti- concezionale. Per l’altro metodo, il sintotermico, i valori sono pres- sappoco gli stessi. Gli insuccessi (circa il 6-9 per cento) non derivano da una debo- lezza del fondamento scientifico, ma da una cattiva pratica. I metodi naturali si sono dimostrati uno strumento molto efficace anche nella gestione e nella risoluzione delle patologie dell’infertilità, sia nell’evidenziare le cause dell’infertilità, sia nell’individuare i com- portamenti più idonei a favorire il concepimento. E si sa che oggi quello della sterilità è un problema grave, e in drammatico aumento. Per quanto riguarda l’efficacia del metodo Billings per ottenere il concepimento, un nostro studio eseguito su 155 coppie (di cui 117 presentava fattori di rischio) ha dimostrato il 95 per cento di efficacia per coppie senza fattori di rischio, e il 63 per coppie con fattori di ri- schio, anche in presenza di patologie. Mi piace dire in conclusione che questo è un metodo con le istru- zioni dell’uso, e le istruzioni per l’uso sono lo stile di vita, indispen- sabili per riconoscere la ricchezza dell’amore totale e fecondo di cui parla l’ Humanae vitae . P ERCHÉ P AOLO VI NON È STATO CAPITO Un testo ridotto al silenzio di M ONIQUE B AUJARD S e c’è un testo che non è stato compreso, è proprio l’enciclica Huma- nae vitae , pubblicata da Papa Paolo VI nel luglio del 1968. Proibendo il ricorso a metodi di contraccezione artificiale, questo testo ha se- gnato una frattura nella Chiesa cattolica e ha contribuito all’emorra- gia dei fedeli. Oggi è impossibile parlare della Humanae vitae nella società in quanto in cinquant’anni la contraccezione è diventata una consuetudine. L’enciclica è sconosciuta al grande pubblico e, per quelli e quelle che ancora se ne ricordano, la posizione della Chiesa cattolica è ampiamente superata dai fatti. Le statistiche sono inequi- vocabili: in Francia più del 97 per cento delle donne in età fertile fa ricorso alla contraccezione e i metodi naturali rappresentano una per- centuale minima. L’età media del primo rapporto sessuale è 17 anni, le donne hanno il primo figlio verso i 28 anni, mentre il matrimonio interviene solo dopo i 30. Nel 2017, circa il 60 per cento dei bambini è nato al di fuori del matrimonio. Si è dunque creato un fossato tra la vita delle persone e il discorso della Chiesa. Ma è altrettanto im- possibile parlare della Humanae vitae nella Chiesa. Appena il tema viene menzionato, le correnti più conservatrici gridano allo scandalo
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