donne chiesa mondo - n. 70 - luglio 2018

DONNE CHIESA MONDO 26 DONNE CHIESA MONDO 27 D ONNE DI VALORE di A NNA F OA B assano del Grappa, 26 set- tembre 1944. I nazisti im- piccano 31 partigiani sul corso. Ogni impiccato penzola a un albero. Sono tutti giovanissimi, come giovanissimi sono i nazisti e i fascisti che perpetrano la strage, i fascisti ex Fiamme Bianche inqua- drati nella divisione Flak, agli ordini di un SS , Karl Franz Tausch. Nessuno degli esecutori e ideatori della strage sarà sottoposto a processo nel dopoguerra. Tra i testimoni dell’esecuzione, molti studenti portati dalle scuole ad assistere alla lugubre esposizione. Tra loro, una ragazza di 17 anni che frequentava a Bassano l’istituto magistrale, Tina Anselmi, colei che sarebbe di- ventata la prima donna ministro della repubbli- ca italiana. Dopo quell’episodio, la ragazza de- cise di entrare a far parte attivamente della resi- stenza e divenne staffetta della brigata Cesare Battisti — prendendo il nome di battaglia di Ga- briella — e poi del corpo regionale veneto dei volontari della libertà. Tina Anselmi era nata nel 1927 a Castelfranco Veneto da una famiglia cattolica. La madre ge- stiva un’osteria, il padre invece era un aiuto far- macista di idee socialiste, per questo perseguita- to dal fascismo. Nel dicembre 1944, ancor prima della fine della guerra, Tina Anselmi aderì alla Tina Anselmi Democrazia cristiana, obbedendo a quella pas- sione politica che ispirerà tutta la sua vita e che darà il titolo a un suo bel libro di memorie, scritto con Anna Vinci, Storia di una passione po- litica . Nel dopoguerra, si laureò in lettere all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Mila- no e divenne maestra elementare. Ma la sua ve- ra strada era la politica: una politica intesa in senso lato, come attenzione ai problemi sociali, a quelli del lavoro, alla vita quotidiana oltre che alla gestione della cosa pubblica. Nei primi vent’anni dopo la liberazione fu sindacalista, impegnandosi intanto attivamente nella Democrazia cristiana (Dc) fino a diventa- re, nel 1959, membro del suo consiglio naziona- le. Nel 1968 fu eletta per la prima volta alla ca- mera dei deputati, carica che mantenne per molte legislature, fino al 1992. Durante gli anni dei suoi mandati parlamentari, fece parte delle commissioni su lavoro e previdenza sociale, igie- ne e sanità, affari sociali. Dopo essere stata tre volte sottosegretario, divenne nel 1976, sotto la presidenza di Andreotti, ministro del lavoro e della previdenza sociale. Era la prima donna a occupare quel ruolo in Italia, ed erano passati solo trent’anni dal voto che aveva portato le donne per la prima volta alle urne, nel 1946. In questa carica, Tina Ansel- mi fece approvare nel 1977 una legge che preve- deva la parità di trattamento e di assunzione sul lavoro fra uomini e donne. Era una battaglia che il ministro Anselmi combatteva da molti an- ni, da quando, nel 1962, al congresso di Napoli della Dc, in rappresentanza delle giovani donne democristiane, aveva sostenuto con determina- zione, rompendo molti tabù, la necessità di cambiare la legislazione per sostenere i diritti delle donne lavoratrici. Anche sua fu, più tardi, nel 1993, la clausola «di genere» che consentì l’aumento, nella nuova legge elettorale, delle elette donne e che, dando avvio all’introduzione del sistema delle quote, suscitò molte polemi-

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