donne chiesa mondo - n. 70 - luglio 2018

DONNE CHIESA MONDO 16 DONNE CHIESA MONDO 17 cialmente in assenza di politiche sociali assistenziali e di uguaglianza di genere. Oltre alla ricerca di una realizzazione personale, le giovani donne trovano anche difficoltà a creare un legame con un coetaneo disposto ad assumersi la responsabilità di una famiglia: i maschi in- fatti non sentono il peso del tempo che passa, per loro l’orologio biologico non si muove così in fretta. Le tecnologie riproduttive vanno viste positivamente, in quanto aiutano le coppie che non riescono a concepire naturalmente ad ave- re figli, ma non devono creare l’illusione di poter capovolgere l’orolo- gio biologico. Nonostante le molte speranze riposte in loro, infatti, solo un quar- to delle coppie che non riescono a concepire ricorre alla procreazione medicalmente assistita (Pma) e, di queste, solo una coppia su cinque riesce a ottenere una gravidanza e il 76 per cento di queste gravidan- ze sono portate a termine con successo. In Europa, le nascite da Pma vanno dall’1 al 4 per cento e i dati dimostrano che le donne più gio- vani (meno di 29 anni) hanno una maggiore probabilità di portare a termine una gravidanza con Pma; purtroppo, invece, le donne italia- ne ricorrono alle tecniche di Pma sempre più tardi: i dati più recenti riferiti al 2007 dimostrano che l’età media è addirittura aumentata negli anni, era infatti di 35,4 anni nel 2005 contro 36 del 2007. Quindi non si può negare la realtà: rimandando la maternità a un’età compresa tra i 30-40 anni e oltre, le donne sono costrette a fa- re i conti con il loro “orologio biologico”. Originariamente riferito ai ritmi biologici circadiani (quali l’alternanza sonno-veglia), l’espressio- ne “orologio biologico” ha iniziato a essere applicata alla fertilità femminile solo a partire da un articolo del «Washington Post» del 16 marzo 1978 intitolato «Per la donna in carriera le lancette dell’orolo- gio corrono». L’autore dell’articolo, Richard Cohen, ammoniva le donne impegnate professionalmente: rimandando il desiderio “biolo- gico” di maternità si sarebbero scontrate «troppo tardi» con i limiti del loro sistema riproduttivo. L’espressione si è immediatamente dif- fusa, dal momento che ben rappresenta il nuovo tipo di ansia che as- silla le giovani donne, un divario con gli uomini a loro sfavorevole proprio mentre stanno raggiungendo l’uguaglianza in tutti gli altri campi. Certo ha qualche ragione anche chi dice che la metafora dell’oro- logio biologico è stata utilizzata per stigmatizzare, sotto la copertura del determinismo biologico, il ruolo delle donne e confinarlo all’am- bito tradizionale, perché il tempo agisce anche sugli uomini e molti studi hanno dimostrato non solo che la fertilità maschile diminuisce con l’età, ma anche che l’aumento dell’età paterna aumenta i rischi di complicanze nelle gravidanze (aborti spontanei e parti pretermine), di anomalie genetiche e cromosomiche nell’embrione e i rischi per la Il rock della missionaria laica Elisabetta Sbrolla È avvenuto a Roma il debutto della giovane cantautrice Elisabetta Sbrolla che, accompagnata da Giovanni Masia (percussioni) e Simone Di Cataldi (pianoforte), ha presentato Impronte , il suo primo lavoro. Si tratta di un progetto musicale frutto di una ricca esperienza di vita: nei brani rock inediti, infatti, la trentaduenne canta la sua esperienza di missionaria laica in Uganda, nella travagliata Karamoja, uno tra i luoghi più martoriati del continente nero, dove andò in missione per la prima volta a 21 anni. «Ho la grazia di potermi impegnare per salvare i bambini e grazie a questo concreto impegno ho sempre più sentito le mie potenzialità, l’amore nel creare, nell’esprimere le mie energie a servizio della vita. Il bene — ha proseguito Sbrolla — sta proprio nello staccarsi da se >> 18 >> 12 Installazione di Agatha Haines per l’esposizione «Humans+: il futuro della nostra specie»

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