donne chiesa mondo - n. 70 - luglio 2018
DONNE CHIESA MONDO 10 DONNE CHIESA MONDO 11 Una delle difficoltà attuali per l’impegno sarebbe dunque legata all’estensione del campo del mercato alla sfera privata? Sì. Prendiamo l’esempio del matrimonio. Ci sono due modi di concepire il matrimonio: come un contratto o come un’istituzione. L’istituzione consiste nel dire m’impegno a rispettare l’impegno pre- so qualunque sia lo sviluppo degli eventi. I termini del contratto so- no definiti dalle parti in anticipo, con alcune condizioni. Se si consi- dera il matrimonio come un contratto, significa che lo si può rescin- dere se il coniuge non è rimasto fedele all’immagine che si aveva di lui a 20 anni o se si viene separati dagli imprevisti della vita. Nella società contemporanea, il matrimonio tende più dal lato del contrat- to che da quello dell’istituzione. Tra l’altro, la nostra mitologia del matrimonio e della coppia è segnata dalle fiabe che finiscono gene- ralmente con la formula “si sposarono ed ebbero molti figli”. Fine della storia, come se da quel momento in poi si attendesse solo la morte! Il matrimonio è visto come un punto finale, la conclusione della storia che lo precede, mentre è tutto l’opposto. Bisogna costrui- re una nuova mitologia. Le giovani donne vivono questa difficoltà di conciliare il piano della carriera con la vita di madre come una lacerazione? Non necessariamente. Ho 26 anni e molte mie amiche ancora rin- viano l’idea di avere un figlio a un futuro molto lontano. Sono appe- na uscite dagli studi e dall’adolescenza, vivono in uno stato di per- manente giovanilismo. La società consumistica ha tutto l’interesse a favorire questo tipo di atteggiamento, perché le giovani nubili produ- cono e consumano più delle madri di famiglia dentro casa. Vivono dunque per anni nell’illusione di poter avere il controllo del loro oro- logio biologico. Questa illusione permette anche agli uomini di diffe- rire il momento dell’impegno, in quanto non solo la questione della fecondità non si pone per loro con lo stesso carattere d’urgenza che ha per le donne, ma i progressi tecnici forniscono loro anche un ec- cellente alibi per rimandare la costruzione di una coppia stabile. Neppure la precarietà economica aiuta! Prima di essere assunti a tempo indeterminato, i giovani accumula- no stage poco o per nulla retribuiti, o contratti precari. Devono re- stare flessibili per potersi spostare facilmente, la ricerca del lavoro lo impone, il che porta a un certo nomadismo. A ciò si aggiunge che i bacini occupazionali si trovano attorno alle grandi città dove i prezzi immobiliari sono altissimi, il che costringe i giovani ad affittare ap- partamenti minuscoli dove è difficile immaginare di crescere figli. Inoltre, l’obbligo della flessibilità geografica va di pari passo con l’in- vito a una certa flessibilità sessuale che la logica di mercato ha tutto l’interesse d’incoraggiare. Sposarsi a 22 anni come ho fatto io è con- siderato un’anomalia, la morte del desiderio. Quando ho preso que- sta decisione, alcuni amici mi hanno chiesto: «Ma perché vuoi sep- pellirti così giovane? Goditi la vita, viaggia, fai esperienze, avrai il Illustrazione di Alice Negri
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