donne chiesa mondo - n. 69 - giugno 2018
DONNE CHIESA MONDO 34 DONNE CHIESA MONDO 35 ziano gli Atti degli apostoli , dove Pietro spiega il comportamento in apparenza incontrollato dei discepoli a Pentecoste citando un oracolo di Gioele in cui si annuncia la venuta dello Spirito santo su tutto il popolo. Quell’oracolo sembra essere stato scelto proprio perché enfa- tizza il carattere estatico e democratico dell’intervento spirituale an- nunciato, che si manifesterà per mezzo di sogni e visioni perfino in persone socialmente insignificanti come gli schiavi e le schiave. Certo, Gioele si riferisce allo spirito del Dio d’Israele e a schiavi e schiave israelite, non a schiave pagane possedute da spiriti sconosciu- ti. Tuttavia, lo spirito di divinazione che parla attraverso la schiava di Filippi risulta essere uno spirito veritiero che riconosce Paolo e Silas come autentici servi del Dio altissimo inviati a proclamare il cammi- no di salvezza. A questo punto va ricordato che il monoteismo ebraico antico di cui Paolo e l’autore degli Atti degli apostoli sono eredi, non rifiutava l’esistenza di altri esseri spirituali o soprannaturali diversi dal Dio d’Israele. Questo monoteismo esigeva solo che quegli esseri non rice- Dopo la laurea in matematica all’Universidad Complutense di Madrid, e un master in Arts and Sciences all’università di Harvard (Cambridge, Massachusetts), Esther Miquel è passata agli studi filosofici e biblici all’Università pontificia di Salamanca e, a Gerusalemme, L’autrice all’Instituto Español Bíblico y Arqueológico e all’École Biblique et Archéologique. Dal 1999 concilia il lavoro all’Agenzia statale di meteorologia spagnola con la ricerca indipendente sul Gesù storico e sulle origini del cristianesimo. vessero culto e non fossero considerati dei, ma solo creature potenti soggette però all’unico Dio, creatore di tutto ciò che esiste. Pur essendo vero che alcuni di quegli esseri spirituali o soprannaturali erano presumi- bilmente capaci di opporsi alla volontà del creatore, molti altri lo servivano fedelmente come messaggeri e intermediari. E visto che lo spirito profetico della schiava diceva la verità e, a differenza degli spiriti im- puri o maligni che appaiono in altri episodi degli Atti degli apostoli (5, 16; 19, 13-16), non ledeva l’integrità fi- sica o mentale della ragazza, non sembrano esserci va- lidi motivi per cui Paolo non potesse riconoscerlo co- me uno spirito leale all’unico Dio. È vero che, per evitare ogni devianza da questa concezione della divinità, Deuteronomio 13, 2-6 ordina di uccidere qualsiasi profeta che, fondandosi su una predizione corretta, proponga il culto ad altri dei, e Deuteronomio 18, 10-12 proibisce la presenza tra gli israeliti di quanti esercitano la divinazione, l’augurio o la magia, o di quanti interroga- no i morti. Ma nel caso che stiamo esaminando non si verifica nessu- na di queste circostanze. La schiava non incoraggia nessuno a rende- re culto ad altri dei, lei stessa non è israelita, e Paolo e Sila non han- no chiesto un oracolo. Si tratta di un segno gratuito proveniente dal mondo dei pagani che, in modo analogo ai segnali celesti interpretati dai magi d’oriente in Matteo 2, 1-12, rende una testimonianza veritiera a favore dell’unico Dio dei giudei. Sorprende quindi che lo stesso
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