donne chiesa mondo - n. 68 - maggio 2018
DONNE CHIESA MONDO 6 DONNE CHIESA MONDO 7 lo scambio di idee che abbiamo avuto. Il dialogo autentico ci cam- bia. Ho sentito la presenza dello Spirito. È questa la chiave. Dal 2013, anno in cui il Papa, durante il volo di ritorno da Rio de Janeiro, nella prima conferenza stampa del suo pontificato, ha detto che era necessaria una pro- fonda teologia della donna per discernere come le donne si dovevano inserire nei più importanti processi decisionali nella Chiesa — dato che non può limitarsi a essere «chierichetta o presidente della Caritas o catechista» — questa richiesta si ripresen- ta spesso. Crede che esista al momento una riflessione teologica sulle donne? Potreb- be spiegare sinteticamente il suo pensiero teologico su questo tema? Il Papa è incisivo nell’individuare i punti della riflessione da ap- profondire. C’è una teologia che si sta facendo. Lo si capisce dagli atti del simposio sul ruolo delle donne nella Chiesa organizzato dalla Congregazione per la dottrina della fede nel 2016. Occorre recupera- re la teologia profonda di Ildegarda, Geltrude, Matilde, Edith Stein e delle donne dottori della Chiesa. Bisogna sviluppare una teologia con forte capacità razionale, ossia di dialogo con la cultura, con le fi- losofie attuali, ma anche con la teologia contemplativa, la teologia di Maria e dei padri della Chiesa. Nella plenaria ho trattato il tema della donna alla luce della santis- sima Trinità e della Chiesa. Il mio retroterra è una conoscenza pro- fonda della teologia di von Balthasar e di Adrienne von Speyr. Que- st’ultima è una teologa carismatica, con il carisma della profezia. Ri- flettendo sul mistero della Trinità e alla luce dell’antropologia teolo- gica, l’esegesi ci dice che l’immagine di Dio è la relazione uomo-don- na. C’è una radice della differenza sessuale o di genere in Dio stesso, nella distinzione delle persone e nel modo in cui si relazionano. Allo- ra, c’è in Dio un archetipo della donna. Per me è stata un’illumina- zione: il rifluire dello Spirito santo sulla relazione tra Padre e Figlio mi ha portato a dire che in Dio c’è amore materno, amore filiale e amore nuziale. Amore materno come conseguenza di quello nuziale. E poi, sul piano della salvezza: lo Spirito santo e la donna sono inti- mamente relazionati affinché il Verbo si faccia carne. Tutto ciò mi ha confermato che il ruolo dello Spirito santo nella Trinità si può descri- vere come amore nuziale. La dignità della donna mi è sembrata mol- to più chiara da questo fondamento trinitario perché, se si afferma che c’è un archetipo della differenza uomo-donna in Dio, allora c’è un archetipo della donna in Dio. Noi che abbiamo avuto il privilegio, come donne latinoamericane, di partecipare a questo straordinario incontro della Cal siamo state arricchite dagli interventi dei cardinali, dei vescovi e del segretario. E siamo state colpite dalla capacità di ascolto dei nostri interlocutori, dal rispetto e dalla libertà, come pure dal lavoro collaborati- Il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, ogni sabato si riunisce con Papa Francesco per trattare temi delicati come le nomine e le problematiche episcopali. È anche presidente della Pontificia commissione per l’America latina (Cal), creata da Pio XII nel 1958, in unione e sotto la tutela dell’attuale Congregazione per i vescovi. La Cal lavora in sintonia e in coordinamento con il Celam, il Consiglio episcopale latinoamericano. Il cardinale, che appartiene ai sulpiziani, parla perfettamente spagnolo grazie alla sua permanenza e alle sue docenze universitarie in Colombia. Il cardinale è stato tra l’altro segretario del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e arcivescovo di Québec, e dunque primate del Canada. Dal 2010 vive a Roma, al servizio della Curia romana. Marc Ouellet
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