donne chiesa mondo - n. 68 - maggio 2018
DONNE CHIESA MONDO 18 DONNE CHIESA MONDO 19 penurie della gente che accompagnano e assistono. Donne molto fe- lici che narrano le loro esperienze con vera gioia e a volte in lacrime. Donne che vivono in zone a rischio, che hanno dovuto accogliere fa- miglie, intere comunità, prendendosi cura della loro vita, e mettendo spesso a rischio la propria. Che viaggiano in canoa lungo i fiumi, che rimangono in luoghi da cui tutti vogliono fuggire, perché vogliono stare lì, accompagnare e assistere. Donne che, partendo dall’educazione, si occupano del cuore dei bambini e dei giovani, aiutano a prendere coscienza dell’essere citta- dini, del fatto che, a forza di piccoli sacrifici quotidiani, costanti, possiamo fare la differenza. Donne che insegnano nelle grandi uni- versità e negli angoli più poveri, ma dalla stessa prospettiva teologi- ca, mosse dalla compassione solidale. Donne che accompagnano i migranti nel loro cammino, che, insieme ad altre donne, cucinano, preparano e vanno incontro ai cammini della morte, delle “bestie”, i vulnerabili, infatti, richiede oltre all’amore, intelligenza, competenze e grande consapevolezza del compito a cui si è chiamate. Che si tratti di violenze, stupri o torture, di prigionia, viaggi della speranza o maternità difficili, che si parli di Filippine, America meridionale, Siria, Cambogia, Nigeria o Europa, una parte importante dell’essere in prima linea significa, ad esempio, saper aiutare la vittima anche a gestire e guarire i ricordi. «Una donna sfruttata sessualmente dall’Is — ha raccontato la religiosa siriana Monique Tarabeh delle suore di Nostra Signora della carità del Buon pastore — che viveva in un nostro centro a Homs scappava ogni volta che sentiva aprire una porta perché pensava fossero venuti a prenderla per abusare di lei. Solo dopo sette mesi di terapia è riuscita a liberarsi da questo incubo». Nel corso della >> 21 >> 15 suoi carismi partendo dal Vangelo e dal carisma fondazionale, come pure dai segni dei tempi. Questo processo vivo ha attirato religiose che arrivano da Stati Uniti, Irlanda, Francia, Canada per vivere con radicalità evangelica i loro carismi, in unione con le congregazioni femminili originarie dell’America latina e dei Caraibi. Credo che non ci sia stata congre- gazione religiosa che non si sia chiesta dove camminare, come ri- spondere, che direzione seguire. Da lì sono nate numerose risposte, ma tutte hanno cercato di dare seguito, sulla base dei loro carismi, a questo momento favorevole (kairòs) dello Spirito. Per questo possia- mo parlare della vita consacrata come di un solo corpo, che nella sua diversità carismatica risponde allo Spirito. Donne, religiose sono presenti nei luoghi più isolati dell’Amazzo- nia, in comunità piccole, semplici, condividono il clima, i lavori, le Alfredo Ramos Martínez «Vicino a Ixmiquilpan» (1933)
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