donne chiesa mondo - n. 68 - maggio 2018

DONNE CHIESA MONDO 16 DONNE CHIESA MONDO 17 S OLIDARIETÀ FEMMINILE Mi sembra importante puntualizzare le ragioni che le donne dan- no per spiegare tale allontanamento: mancanza di riconoscimento della loro persona e del loro lavoro, spazio fisico e simbolico e spazio comunitario gradualmente negati loro a causa forse — sto cercando una spiegazione — della trasformazione della parrocchia negli ultimi decenni. Ci si dovrebbe domandare se sono state le donne ad abbandonare la Chiesa o se è stata l’istituzione a dimenticarsi delle sue figlie. Possiamo menzionare qui due processi storici che si sono verificati all’interno della Chiesa, parallelamente alla globalizzazione, e che hanno influito in modo importante sull’uscita delle donne dalla Chiesa in America latina. Il primo è l’appoggio deciso dato ai movi- menti religiosi, al di sopra della struttura parrocchiale. Posso capire le motivazioni di tale decisione di fronte alla radicalizzazione ideolo- gica dentro e fuori la Chiesa: i loro carismi hanno arricchito il patri- monio spirituale della Chiesa e la loro indiscussa fedeltà al magistero ha garantito la disciplina e l’ortodossia ecclesiali. La parrocchia era diventata un’istanza che regolava l’amministra- zione di sacramenti e che programmava anticipatamente le cerimonie su richiesta dei fedeli (esequie, anniversari, diplomi). Mera ritualità svuotata di senso e di significato profondo. Una Chiesa in uscita come quella che ci propone Papa Francesco dovrebbe ripensare la parrocchia, lo spazio, gli orari, la pastorale so- ciale e le sue attività, l’accoglienza dei più deboli. Dovrebbe essere una casa dalle porte aperte che risani a poco a poco il cuore ferito della Chiesa. Occorre cambiare il mondo perché così com’è non è disegno di Dio. E questo noi donne lo capiamo bene, dentro e fuori la Chiesa. Come donne siamo chiamate — come già in altre epoche importanti della storia — a svolgere un ruolo significativo nel mondo di oggi. La vocazione della donna non si realizza solo nella sua funzione familiare e sociale, ma anche e soprattutto nella sua funzione uma- nizzatrice. Il suo campo di azione non è tanto la civiltà quanto la cultura. La sua anima — dice san Macario — diviene l’occhio che cat- tura ed emette luce. Risiede qui la sua missione profetica, in quanto i suoi valori tradotti in vita e in cultura sono contrapposti alla civiltà attuale, al suo disamore, al suo vuoto, alla sua freddezza. La donna è integrazione vivente che si può opporre all’opera di disumanizzazio- ne in cui questo secolo si sta impegnando. Donne che non si fermano di M ERCEDES L ETICIA C ASAS S ÁNCHEZ S olidarietà si scrive al femminile: il 70 per cento delle opere di volon- tariato nel mondo è svolto da donne. Nelle nostre culture latinoame- ricane e caraibiche, negli ambienti più popolari e semplici, accade ancora spesso di vedere donne, vicine, sostenersi a vicenda: dalla condivisione di un po’ di cibo all’aiuto nella cura dei bambini. Forse siamo più sensibili a questa solidarietà per la situazione d’invisibilità e di emarginazione che per molti anni si è vissuta all’interno della società. Nel corso di questi anni, nel mio servizio come presidente della Clar (Conferencia latinoamericana y caribeña de religiosas y religio- sos) ho avuto il privilegio di accompagnare molte donne che, dalla loro consacrazione nella vita religiosa, stanno costruendo il Regno, a partire dalla solidarietà e dalla cura della casa comune. In America latina, soprattutto a partire dal concilio Vaticano II e dalla sua ricezione nella conferenza di Medellín, la vita consacrata femminile si lascia interpellare nel più profondo delle sue radici, e con generosità e passione si lascia coinvolgere nel movimento dello Spirito che la porta a cercare cammini d’incarnazione, a rileggere i

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