donne chiesa mondo - n. 68 - maggio 2018
DONNE CHIESA MONDO 12 DONNE CHIESA MONDO 13 Religiose di frontiera «Le donne sono davvero capaci di affrontare la vita in tutte le sue sfaccettature — ha detto suor Yudith Pereira, direttrice della rete di Solidarity with South Sudan e religiosa della congregazione delle religiose di Gesù e Maria — e per questo il loro ruolo è centrale oggi nel mondo». Suor Yudith è una delle religiose intervenute al convegno «Women Religious On the Frontlines», svoltosi a Roma l’11 aprile scorso. Organizzata dall’ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede con l’Unione delle superiore generali (Uisg) e Solidarity with South Sudan, la giornata è stata l’occasione per ascoltare le testimonianze di religiose in prima D AL MONDO >> 15 U MANIZZARE LA CULTURA Per cambiare il mondo di M ARÍA L UIS A A SPE A RMELLA M olti anni fa, al termine di una conferenza che avevo tenuto du- rante un incontro ecclesiale, mi si avvicinò un vescovo emerito per congratularsi con me dicendo: «Che sorpresa è stata per me conoscere una donna intelligente». Con grande sforzo riuscii a rispondergli: «Monsignore, la sorpresa è tutta mia nel sapere che sono la prima che conosce nella sua vita». Quell’incontro con un pastore gentile e dall’indubbia buona fede, fece nascere in me la domanda sul tipo di formazione che i sacerdoti riceve- vano per avere una tale visione del mondo. L’ habitus , l’interiorizzazione della logica pratica del maschili- smo, si genera nel seminario, lo spazio di socializzazione dei sacerdo- ti: un mondo a parte, costituito solo da uomini, ad eccezione delle donne — quasi sempre religiose — che cucinano, puliscono e lavano gli abiti per loro. Perché non considerare come abituale la presenza di donne tra i loro insegnanti, affinché i giovani seminaristi, futuri sacerdoti, possa- no sviluppare un rapporto normale con loro, mediato dalla fiducia, dal rispetto, dallo spirito di collaborazione in una stessa Chiesa? sente e il futuro dell’umanità e sa andare apertamente controcultura, in questo caso ciò non avviene. Questo sfasamento non si deve a una mancanza di chiarezza con- cettuale: la preoccupazione per la situazione della donna nella Chie- sa è molto presente nel magistero recente, a partire dal concilio Vati- cano II . Non manca chiarezza concettuale né nel magistero universale né in quello latinoamericano. Ma, allo stesso tempo, la realtà indica che quelle raccomandazioni non sono state messe in pratica. Credo che ci dovremmo chiedere il perché di questo paradosso. Una possibile spiegazione può essere che molti pastori ancora non hanno sperimen- tato ciò che di buono l’apporto femminile può dare alla missione, oppure che ostacolino i cambiamenti in questo campo le forti resi- stenze culturali (maschilismo) e interne (clericalismo). Qualunque sia la causa, si percepisce un crescente disagio tra molte figlie della Chiesa che partecipano attivamente alla missione e che hanno ascol- tato tante volte le parole ripetute dal Vicario di Cristo e dai pastori e, nel constatare la mancanza di un cambiamento, la speranza si tramu- ta in delusione. Sarebbe triste se, giustificandosi con argomenti vani, la Chiesa mantenesse la situazione presente. Ancor più perché il Codice di di- ritto canonico dà alla donna la possibilità di collaborare nell’esercizio della potestà di regime nelle sue diverse funzioni: legislative, esecuti- ve e giudiziarie. Papa Francesco dice che in questo lavoro in comune non ci devo- no essere né subordinazione né parità, bensì reciprocità, poiché le donne vedono la realtà con occhi diversi. Non deve accadere che la Chiesa, nel processo decisionale, continui ad essere un’istituzione che nega nella pratica la complementarità femminile, che pure difende nella teoria, finendo col privarsene. Il tempo trascorso e l’esperienza accumulata mostrano che questa contraddizione tra ciò che si dice e ciò che si fa non si supererà da sola. È necessario quindi mettersi all’ascolto dello Spirito santo, che apre vie inattese e sorprende con nuove possibilità e soluzioni, per il bene della Chiesa. Come tutto ciò che è grande, anche questa trasformazione può ini- ziare con pochi cambiamenti. Sarebbe bello, un contributo veramente significativo e a beneficio della Chiesa universale, che dalla Chiesa in America latina nascessero iniziative di partecipazione della donna al governo ecclesiale.
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