donne chiesa mondo - n. 68 - maggio 2018
DONNE CHIESA MONDO 8 DONNE CHIESA MONDO 9 la metodologia che oggi si applica negli incontri sinodali, ma anche con una nuova modalità, proprio quella utilizzata nell’assemblea della Cal, dove ven- gono ascoltati sia uomini sia donne? Evidentemente il tema “donna” comporta la partecipazione di don- ne. Forse bisognerebbe cambiare la modalità dei sinodi. Ci potrebbe- ro essere sinodi con la partecipazione di vescovi e sinodi più ecclesia- li, con laici e religiosi, con un numero significativo di donne, per tut- ti i temi. Ma il tema della donna non può essere rimandato. È tra le urgenze della Chiesa. L’America latina è stata un catalizzatore che vale per tutte le cultu- re; per alleviare un po’ la prostrazione in cui vivono generalmente le donne. La Vergine Maria è il massimo a cui possiamo pensare per un essere umano e alla sua luce è necessario rivedere la condizione at- tuale della donna con spirito di libertà evangelica. L’esperienza total- mente positiva di questo scambio d’idee nella Cal potrebbe ispirarci per la metodologia del futuro. Non dobbiamo rimandare il tema per- ché ci darà quello che ci ha dato la plenaria: è stata sinodale e ci ha portato a un punto di comunione. Lo Spirito santo ci porta in questa direzione. vo in cui appariva tangibile l’azione dello Spirito santo. Anche noi donne ci siamo espresse sulla famiglia, l’educazione e la catechesi, la politica, l’economia e il lavoro, l’impegno solidale delle religiose e il protagonismo delle donne nella storia dell’Ame- rica latina, tra i tanti temi. In che misura e in che modo questi interventi sono ri- sultati utili al dibattito? Quando si affronta il tema della donna vengono a galla tante cose relegate, represse, valori… Perciò il primo frutto è stato il tema stes- so, generatore di vita. E inoltre l’importanza dell’educazione come fatto storico e come sviluppo contemporaneo, la constatazione che le donne sono state mantenute in una condizione di scarsa educazione. Provo vergogna per questo. Ci deve essere gente competente e, se c’è, deve partecipa- re di più alle decisioni a tutti i livelli, e anche in tutti i dicasteri. Mi viene in mente la parabola dei talenti: il talento delle donne lo abbia- mo sotterrato. E non per colpa loro, ma degli uomini. È stata forte la dimensione testimoniale, accanto agli interventi. La testimonianza di suor Mercedes Casas sulla vita consacrata: che bellezza! Semplice, descrittiva, resa in modo molto femminile. Mi ha colpito. Provvidenzialmente uno dei giorni in cui si è svolta l’assemblea della Cal è coinciso con la giornata della donna, cioè l’8 marzo. Quella mattina c’è stato un fatto im- portante e commovente, un’esperienza vitale che è rimasta impressa nel cuore di ogni partecipante: lei, signor cardinale, presidente della Cal, ha chiesto personalmente perdono alle donne. Che cosa l’ha spinta a farlo? L’idea è nata in me mentre si avvicinava la giornata della donna e quel gesto l’ho compiuto in prima persona senza coinvolgere gli altri, sebbene avesse senso anche per loro. Ho pensato ai miei limiti, agli errori del passato, al mio piccolo mondo personale e a tutto ciò che avevamo ricordato nelle giornate precedenti sulla situazione concreta delle donne, i maltrattamenti, la violenza, la tratta, il femminicidio, il disprezzo, la violenza familiare… In quel quadro, e volendo compie- re quel giorno un gesto semplice di riconoscenza, l’ho fatto in modo spontaneo, come uomo di fronte a quelle donne. E così è stato: mi sono sentito commosso, mortificato, sinceramente pentito per i pec- cati degli uomini nei confronti delle donne. È stato un gesto simboli- co. Penso che sia nello spirito di Papa Francesco. Il momento culminante della plenaria è stata l’udienza con il Papa. Tra le conclusioni dell’incontro latinoamericano lei ha posto la questione di un sino- do della Chiesa universale sul tema della donna nella vita e nella missione della Chiesa. Pensa che sarebbe possibile immaginare un sinodo non solo con Manifestazione contro i femminicidi
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy