donne chiesa mondo - n. 67 - aprile 2018

DONNE CHIESA MONDO 32 DONNE CHIESA MONDO 33 iscrizioni risalenti al III o IV secolo — egli si mise alla ricerca di una proseuchè, o luogo di preghiera, al di fuori della città, presso il fiume. Ciò che trovò fu un incontro di preghiera di donne, presumibilmente membri della casa di Lidia, la quale viene identificata come una «cre- dente in Dio». Il termine proseuchè potrebbe riferirsi a qualsiasi luogo in cui si svolgeva un’attività rituale religiosa o, in modo specifico, a un luogo di preghiera a Gesù. Poiché qui questo termine appare in collegamento con «credente in Dio», espressione usata dagli ebrei per i pagani simpatizzanti del giudaismo, spesso si presume che Li- dia fosse una proselita ebrea. Tuttavia, ciò non è per nulla certo. In più, è molto probabile che, pur riconoscendo il Dio d’Israele, Lidia continuasse a pregare una o più divinità pagane. La devozione a più di una divinità non era certo insolita nel mondo mediterraneo del I secolo, dove culti paralleli, qualcuno locale, altri invece importati, esistevano fianco a fianco. Alcuni di essi, per esempio quelli di Diana e di Iside, erano particolarmente attraenti per le donne, che serviva- no come sacerdotesse e assumevano altri ruoli guida. Sulla base delle Maria Pascuzzi, è una suora di San Giuseppe di Brentwood, New York. Ha conseguito la licenza in Sacra scrit- tura presso il Pontifi- cio istituto biblico a Roma e il dottorato in Sacra teologia presso l’università Gregoriana a Roma. Ha insegnato in seminari e università e attualmente è Asso- ciate Dean for Under- graduate Studies pres- prima qualità erano beni di lusso che solo l’élite della società impe- riale poteva permettersi. Luca ci narra che Lidia era una porphyròpolis , ovvero una commerciante di porpora. L’accorto senso degli affari può spiegare il trasferimento di Lidia a Filippi, ricca colonia romana geograficamente ben situata per il commercio sia via terra sia via ma- re. Luca la presenta come comodamente stabilita a Filippi quando incontra Paolo. Non solo aveva una casa propria, ma addirittura una casa abbastanza grande da accogliere una comunità di credenti in Cristo composta, si stima, da circa trentacinque persone. In più ave- va abbastanza domestici per prendersi cura sia della sua proprietà sia dei suoi affari. È inoltre ragionevole supporre che frequentasse ambienti benestanti. Dato che commerciava porpora, è probabile che la sua clientela appartenesse agli strati più alti della società di Filippi e includesse magari anche funzionari romani e membri del loro se- guito. Pur essendo una commerciante di successo, Lidia, a quanto sem- bra, cercava qualcosa di più delle comodità e del successo. Secondo gli Atti degli apostoli , Paolo, quando giungeva in una nuova città, era solito entrare nella sinagoga locale e parlare agli altri ebrei. Poiché, a quanto pare, ai tempi di Paolo Filippi non aveva una sinagoga — l’esistenza di una sinagoga viene menzionata per la prima volta in L’autrice La cappella all’aperto che ricorda il luogo del battesimo di Lidia so la Seton Hall Uni- versity School of Theology. I libri e gli articoli da lei pubbli- cati sono incentrati principalmente sulle lettere, la teologia e il mondo sociale di Pao- lo. È membro attivo della Catholic Biblical Association of America e della Society of Bi- blical Literature. informazioni contenute negli Atti degli apostoli , si può affermare con una qualche certezza che Lidia era una donna pia, il cui cuore era aperto al fermento dell’uni- co vero Dio, che la rese ricettiva alla predicazione di Paolo. Luca ci dice che, dopo che Lidia e la sua fami- glia furono battezzate, lei offrì ospitalità a Paolo. Il verbo usato da Luca, che di solito viene tradotto con “costringere” o “indurre”, alla lettera significa “usare la forza”. Le parole scelte da Luca suggeriscono che Lidia possedeva un carattere forte e che non era il ti- po di donna che accetta un no come risposta. Questa descrizione, insieme ad alcuni altri aspetti della storia di Lidia, esigono un commento più approfondito. Il ritratto che Luca presenta di Lidia, senza menzionare un marito o un’altra autorità maschile dalla quale lei dipenda, capace di decide- re da sola di aprire la propria casa a Paolo e ai suoi compagni, si di- scosta dalle solite descrizioni di donne del I secolo, la cui vita era de- finita dal patriarcato. Il patriarcato era un sistema gerarchico in cui tutti i membri di una famiglia sottostavano all’autorità della figura maschile più anziana in vita, o pater familias . Attraverso il matrimo- nio la donna solitamente passava dall’autorità del suo parente ma- schio più anziano all’autorità del marito. Tuttavia, accanto a questo sistema sociale gerarchico, esistevano alcune disposizioni giuridiche che concedevano alle donne un certo grado di indipendenza. Per esempio, il matrimonio della donna poteva essere contratto sine ma-

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