donne chiesa mondo - n. 64 - gennaio 2018

DONNE CHIESA MONDO 6 DONNE CHIESA MONDO 7 sono gli Endocrine Disrupting Chemicals ( EDC ) o perturbatori endo- crini. Ci può fare un esempio di queste sostanze? Un composto che desta preoccupazione è il bisfenolo A ( BPA ), usa- to per la produzione di plastiche, il quale è presente in diversi liquidi corporei nel 90 per cento della popolazione esposta soprattutto attra- verso la dieta, ma anche per assorbimento cutaneo. Il BPA può rag- giungere concentrazioni elevate anche in ambiente uterino ed è stato trovato infatti anche nel sangue del cordone ombelicale. La problematica è ben illustrata dalla storia paradigmatica del die- tilstibestrolo ( DES ), una molecola di sintesi ad azione estrogeno-simile usata dagli anni quaranta agli anni settanta negli Stati Uniti per pre- venire l’aborto. Dai primi anni cinquanta alla fine degli anni sessanta furono pubblicati numerosi studi che dimostravano la non efficacia del DES come antiabortivo, ma fu ritirato dal mercato solo a partire dal 1975. Si stima che, solo negli Stati Uniti, tra il 1941 e il 1971, tre milioni di donne abbiano assunto il DES . Nel 1971 fu pubblicato un rapporto che dimostrava come nella progenie femminile di madri che avevano assunto tale sostanza si svi- luppassero in adolescenza tumori della vagina, fino ad allora molto rari e con insorgenza solo in età avanzata. Le donne esposte in utero al DES hanno ora 50-60 anni, l’età di maggior rischio per il cancro della mammella, e si osserva che la per- centuale di chi sviluppa questo tipo di tumore è circa il doppio ri- spetto alle donne che non sono state esposte nella vita uterina. Inoltre, si è osservato un aumento dell’incidenza di malformazioni genitali e infertilità nella progenie, sia femminile che maschile, di donne esposte al DES . Di conseguenza, tornando al BPA , c’è la preoccupazione che l’esposizione in utero a questo composto possa aumentare il rischio di sviluppare il tumore al seno più tardi nella vita. Quali insegnamenti possiamo trarre da queste ricerche? Innanzitutto dovremmo chiederci come mai le nostre società tolle- rino questo stato di cose. Ogni anno vengono immesse nell’ambiente sostanze nuove alle quali tutti siamo esposti nella quotidianità: pla- stiche per tutti gli usi, materiali di isolamento termico, prodotti igni- fughi, cosmetici, rivestimenti per contenitori alimentari. Molte di queste sostanze aumentano il rischio della popolazione di sviluppare patologie quali i tumori, di provocare disturbi della fertilità e altera- Cathrin Brisken è professore associato di Scienze della Vita al Swiss Federal Institute of Technology Lausanne ( EPFL ), membro di diversi comitati e associazioni internazionali per lo studio dei tumori. Ha conseguito la laurea in medicina e il dottorato in biofisica presso l’università Georg August di Gottinga e ha completato la sua formazione in biologia dei tumori e intrapreso la sua carriera di ricercatrice presso prestigiose istituzioni negli Stati Uniti (il Whitehead Institute of Biomedical Research in Cambridge, MA , il Cancer Center of the Massachusetts General Hospital, l’Harvard Medical School, Boston) e in Svizzera presso l’Istituto svizzero per la ricerca sperimentale sul cancro ( ISREC ). È riconosciuta a livello internazionale per i suoi lavori sul controllo endocrino dello sviluppo della ghiandola mammaria e sul ruolo degli ormoni e dei composti con attività ormonale nella carcinogenesi. Cathrin Brisken è sposata e ha tre figli. Cathrin Brisken

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