donne chiesa mondo - n. 64 - gennaio 2018

DONNE CHIESA MONDO 26 DONNE CHIESA MONDO 27 L A SANTA DEL MESE A nno 451. Lo spettro di Attila su Parigi. Tutti gli uomini sono determinati alla fuga, all’abbandono della città. Unica voce contraria è quella di una donna molto particolare, Geneviève. Nata da fami- glia cattolica a Nanterre e portata a Parigi dalla nonna dopo la morte dei genitori, all’età di quindici anni si è consacrata a Cristo. Ormai trenten- ne, vive ritirata nella propria casa dove osserva scrupolosamente regole monastiche autoimposte. È una don- na libera, pronta a partecipare alla vi- ta della città e, secondo le tradizioni familiari, disponibile ad accollarsi oneri e incarichi civili. Nel momento dell’arrivo degli Unni la religiosa si espone, contrapponendosi con decisione alla scelta vigliacca degli uomini: «Lascerete che l’orrendo fe- tore degli Unni inondi Parigi?» La paura è una pessima consigliera e un gruppo di uomini af- fronta Geneviève minacciosamente, con l’inten- zione perfino di lapidarla: «Donna, non intro- metterti e non interferire nella nostra decisione di lasciare la città. Il barbaro, di cui tremo a pronunciare il nome, con il suo esercito di orchi distruggerà Parigi e nessuno, uomo o donna, vecchio o infante sarà risparmiato. Un orribile destino ci attende! Smetti di aizzare le nostre donne contro di noi. Siamo mariti e padri e cer- chiamo di mettere in salvo le nostre famiglie dalla ferocia di un demone. Non a caso ha la paurosa nomea di “flagello di Dio”. Ha soggio- gato e distrutto intere popolazioni. Non conqui- sta le città: le abbatte e ne lascia macerie fu- manti. Dobbiamo fuggire in fretta e disperderci nelle campagne. Tu non ti devi opporre alla no- stra decisione e sconvolgere le menti delle no- stre donne. Le preghiere? Chiacchiere che non spaventeranno di certo i barbari. Fuggiranno nell’udire le vostre intense orazioni, specialmen- te se cantate! No, tu sei pazza e non ti permet- teremo di attirare nel baratro della tua follia tut- ti gli abitanti di Parigi. Noi ora ti fermeremo per sempre». «Uccidetemi pure dando ulteriore prova della vostra vigliaccheria. Fuggite davanti ad Attila e lapidate una monaca inerme» replica Geneviève ferma e determinata. Ma nessuno si muove per l’intervento di un arcidiacono del santo vescovo Germano: la donna che stanno per uccidere è stata riconosciuta dal santo quale prescelta da Dio fin dall’età di sette anni. Libera di agire Geneviève raduna nel battistero numerose don- ne per pregare, dopo averle esortate con parole di fuoco. Ecco il piccolo apologo risonante nei secoli: «Che gli uomini fuggano, se vogliono e se non sono più capaci di battersi. Noi donne pregheremo Iddio così tanto che ascolterà le no- stre suppliche». La forza delle donne ha vinto sulla paura. Parigi non viene abbandonata. Nessuno fugge, tutti si adoperano a rafforzare le opere di difesa della città. Treviri, Metz e Reims hanno già su- bito il saccheggio distruttivo degli Unni che ora, accampati a poche miglia, preparano l’asse- dio e l’assalto a Parigi. Attila convoca gli aru- spici prima di muoversi, come è solito fare. Gli parlano di presagi non favorevoli. Chiede ai luogotenenti cosa sia successo. «Mio re, a Parigi si stanno rafforzando le difese con mura e fossa- ti. Il contingente romano si è arricchito di vo- lontari. Nulla in confronto alla tua forza». di B ENIAMINO B ALDACCI La forza della preghiera contro la violenza

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