donne chiesa mondo - n. 64 - gennaio 2018

DONNE CHIESA MONDO 10 DONNE CHIESA MONDO 11 di A NNA B RAVO Genialità e saggezza «A sentire loro, sarei scappata dalla Germania con la bomba atomica nella borsetta», aveva detto Lise Meitner a proposito delle insistenze della Metro- Goldwin-Mayer perché collaborasse a un film sulla sua vita, «avrei preferito passeggiare nuda sulla Broadway». La sua era una storia complicata, a volte avventu- rosa, cruciale. Quell’anziana signora viennese dallo sguardo vago dietro le lenti da miope era un genio della fisica, che, esule in Svezia in quanto ebrea, aveva scoperto il meccanismo della fissione nucleare, vale a dire il passaggio chiave per la costruzione della bom- ba atomica. Nel dopoguerra la chiameranno «Madre della bomba». Ovvio che a Hollywood fossero interessati a lei. Era nata il 7 novembre 1878 in una colta e benestante famiglia ebraica di profonde convinzioni liberali; amava la musica, la natura, e la matematica, la fisica, la chimica. Suonare il pianoforte e passeg- giare nei boschi poteva; accedere a una formazione scientifica no per- L ISE M EITNER ché era donna, e all’epoca nell’Austria imperiale le donne erano escluse dagli studi superiori. Eppure lei ci riesce: la famiglia le paga lezioni private, alcuni (rari) corsi la accettano come uditrice, e a fine se- colo iniziano le proteste delle associa- zioni femministe contro le discrimina- zioni. Il primo febbraio del 1906 ottie- ne il dottorato in fisica a Vienna. Ma non ha sbocchi professionali. Si pro- pone a Marie Curie, che non ha posti disponibili. Mentre insegna senza grande interesse in una scuola femmi- nile, cerca ancora, oscillando fra la co- scienza del proprio valore, le insicurezze, la ritrosia a farsi avanti, l’imbarazzo di dover dipendere dalla famiglia. Finché, forte delle tre ricerche svolte autono- mamente, si presenta a Berlino da Max Planck, che la accetta come allieva e poi come assistente. Ma la aspetta un semi-apartheid: deve entrare da un ingresso secondario, se ha bisogno della toilette deve usare quella di un ristorante di fron- te, i colleghi sono tutti indisponibili a dividere il laboratorio con una donna. Tranne il giovane e brillante Otto Hahn che la accoglie all’Istituto di chimica, registrandola come “ospite non pagata”: lavo- reranno insieme 31 anni. Strano team, lei costretta a fuggire con 10 marchi in tasca, lui impegnato nei laboratori del terzo Reich. Lungo gli anni ottengono insieme fama e risultati in un campo af- follato di ottime menti, la fisica delle particelle. Spesso è Lise a dare una svolta. Quella decisiva avverrà alla vigilia della guerra, mentre i massimi fisici sono impegnati a individuare il nuovo elemento che sono convinti si debba formare con il bombardamento dell’uranio. Non lo trovano, si ostinano a cercarlo. Esule, lontana da Hahn, Lise decide invece che se il prevedibile continua a non realizzarsi, bisogna riconsiderare l’impossibile. E intuisce, detective eccelsa, che è lo stes- so nucleo dell’uranio a spaccarsi nel processo che chiamerà fissione, e da cui si sprigiona una quantità di energia enormemente maggiore di quella liberata dalla semplice radioattività. È quel che scrive in una lettera alla rivista «Nature», testata scientifica ma non specialistica, rompendo — fatto inaudito — la prassi di prudenza e segretezza in vi- gore nella comunità professionale. Resa pubblica la scoperta, anche

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