donne chiesa mondo - n. 63 - dicembre 2017

DONNE CHIESA MONDO 34 DONNE CHIESA MONDO 35 durlo al silenzio. Gesù invece trasforma l’intero incontro in un inse- gnamento sulla trascendenza della vita risorta al di là delle istituzioni umane, e la donna non deve più confrontarsi con un simile dilemma. Ci sono anche strane assenze di donne in alcune delle parabole più note. In Luca 11, 5-8, un padrone di casa ha un vicino amico che riceve ospiti a tarda ora e non ha provviste sufficienti, quindi bussa alla porta accanto per chiedere in prestito un po’ di pane. All’inizio il vicino rifiuta perché la porta è chiusa a chiave e lui e i suoi figli sono a letto. Tuttavia, data l’insistenza del vicino che sta alla porta si alza e, come il giudice ingiusto, gli dà ciò che chiede solo per libe- rarsene. Ma dov’è sua moglie, che dovrebbe essere la persona che in famiglia decide se dare via del cibo? Sarebbe altrettanto restia ad aiutare un vicino nel bisogno? È questa la ragione per cui non viene menzionata nel racconto? Un’altra strana assenza di una donna la si trova nella parabola del figliol prodigo, o dei due figli, o del padre misericordioso ( Luca 15, 11-32), il terzo racconto della trilogia di Luca su ciò che è smarrito e viene ritrovato. Il racconto stesso appare come uno sviluppo, da par- te dell’evangelista, della più semplice parabola di Matteo su un pa- dre e i suoi due figli che rispondono in modo differente, l’uno dicen- do “sì” e non facendo ciò che gli viene chiesto, l’altro dicendo “no”, ma facendolo comunque ( Matteo 21, 28). Leggendo il racconto, ci si domanda quale ruolo potrebbe avere avuto la madre nel permettere al giovane di andarsene stupidamente per i fatti suoi e nel convincere il figlio maggiore a essere meno restio a dover di nuovo dividere l’amore dei genitori. Nel famoso dipinto di Rembrandt, dove il figlio minore è inginocchiato ai piedi del padre e chiede di essere nuova- mente accolto, sullo sfondo c’è una figura indistinta non identificabi- le, che alcuni hanno interpretato come la madre mancante. Delle donne mancanti potremmo continuare a chiedere: c’erano tra gli ospiti e anche tra i passanti invitati al grande banchetto ( Mat- teo 22, 1-10), o tra i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi ( Luca 14, 16- 24)? Di certo sono tra la folla di tutte le nazioni che alla fine dei tempi dovrà essere giudicata per come ha trattato gli altri: dando da mangiare agli affamati, accogliendo gli stranieri, vestendo gli ignudi, visitando gli infermi e i carcerati; e certamente ci sono delle donne tra gli affamati, gli assetati, i senzatetto, gli ignudi, gli infermi e i carcerati, tra quanti hanno ricevuto la loro misericordia. A volte è solo la nostra immaginazione a escludere le donne da una presenza più piena nelle parabole di Gesù. nio, una vedova insistente e una donna che sta per partorire. Se pas- siamo a esaminare i personaggi femminili che non hanno un ruolo da protagoniste dirette nelle parabole, troviamo il brutto volto della schiavitù, così come veniva praticata nel mondo romano. La parabola del servo spietato ( Matteo 18, 23-35) è drammatica. A causa di un de- bito crescente che non è in grado di restituire, un servo al quale era- no state affidate le ricchezze di un re e che le aveva gestite male si ri- trova a rischiare di essere venduto insieme alla moglie, ai figli e a tut- ti i suoi beni per ripagare il debito (v. 25). La sua famiglia si trova ad affrontare lo sradicamento e l’incertezza circa il suo destino. Qui la serva, della quale non viene detto il nome, è una vittima innocente degli errori di suo marito. Si sarebbe rallegrata con lui per la miseri- cordia del re e gli avrebbe chiesto di comportarsi allo stesso modo con il suo debitore. Viene lasciata nella disperazione insieme ai figli, poiché invece la storia si conclude con il marito che viene gettato in prigione e torturato. La storia che i sadducei propongono a Gesù per mettere alla pro- va la sua interpretazione della cosiddetta legge del levirato ( Matteo 22, 23-28; Marco 12, 18-23; Luca 20, 27-33; Deuteronomio 25, 5-6) parla di una donna che è stata moglie di sette fratelli, i quali, uno dopo C’erano le donne tra gli ospiti e anche tra i passanti invitati al grande banchetto o tra i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi ricordati nelle parabole? Di certo sono tra la folla di tutte le nazioni che alla fine dei tempi dovrà essere giudicata per come ha trattato gli altri l’altro, sono stati suoi mariti. Dal secondo al settimo, i matrimoni avevano lo scopo di generare figli per dare una discendenza al primo marito. Abbiamo qui una donna intrappolata tra dovere familiare e una serie disorientante di uomini. Qualcuno le avrà mai chiesto qual era la sua volontà in tutto questo? Secondo la legislazione del Deute- ronomio , è la donna a prendere l’iniziativa per il matrimonio successi- vo se il fratello è riluttante ( Deuteronomio 25, 7-10). La parabola ovvia- mente è un trabocchetto degli avversari di Gesù, i sadducei, i quali negavano la risurrezione dopo la morte, per vedere se riuscivano a ri-

RkJQdWJsaXNoZXIy