donne chiesa mondo - n. 63 - dicembre 2017

DONNE CHIESA MONDO 16 DONNE CHIESA MONDO 17 di L UISA M URARO D a questa collezione d’immagini affiora un significato di tipo allegori- co, che non vuol dire nascosto, vuol dire che non si esaurisce nell’im- mediato e va oltre, in una profondità cui non si arriva con gli occhi. Ai miei occhi le immagini mostrano donne che stanno forzando un blocco. Più letture sono possibili, ovviamente. Io credo però che le diverse letture convergano verso l’allegoria di donne che sfidano l’uomo per rompere il regime d’irrealtà che si è creato con la subor- dinazione del femminile al maschile. In parole storiche, io ci vedo un’allegoria del femminismo della differenza, quello che ha fatto del- la differenza sessuale il varco per la presa di coscienza che tutto co- mincia da dentro (come dicono in architettura), un dentro che rac- chiude il segreto della soggettività libera. Subordinare gli altri a sé, a cominciare dalle donne, ha fatto crede- re alla più parte degli uomini di essere entità autosufficienti e di po- ter controllare e cambiare il mondo mettendolo in un’esteriorità og- gettiva. Con parole riprese dalla dottrina cristiana, le donne di queste immagini stanno forzando il blocco che impedisce la circolazione dello Spirito santo. due in uno che sta prima dell’inserzione del padre nella diade origi- naria. Ed è in quell’epoca preistorica che, con autorevolezza, lei con- voca il suo antagonista. Intende ricordargli che tutti si nasce figli e che, ancor prima di ve- nire al mondo, prima di essere un bambino, anche lui ha soggiornato per nove lune in un grembo materno. Come, per altro, faranno i suoi figli. L’incontro promosso da una donna che non ha alcun titolo per farlo se non una caparbia volontà, evoca storicamente un prima, una società materna che non è mai esistita, un matriarcato mai realizzato. Eppure quell’epoca persiste nell’immaginario come un mondo di pa- ce, di eguaglianza, di giustizia, lo stesso che sottende ogni utopia. Nell’inquieto rapporto tra i sessi, nel loro dissimmetrico confronto, possiamo scorgere un desiderio di ricominciare, di stipulare una nuo- va alleanza, di dire “ancora”. Ma la soluzione di tanti conflitti che turbano la nostra civiltà, cau- sati dalle pulsioni aggressive e autodistruttive dell’uomo, è un proble- ma che rischia di restare irrisolto. Come scrive Freud in conclusione a Il disagio della civiltà : «E ora dobbiamo aspettarci che l’altra “potenza celeste”, l’eterno Eros, faccia uno sforzo per imporsi nella lotta contro il suo altrettanto immortale avversario (Thanatos). Ma chi può prevedere quale sarà l’esito, e se sarà felice?». Come sempre, posti di fronte ai quesiti più radicali, non ci resta che appellarci all’educazione, alla possibilità di prevenire gli scontri costruendo una nuova umanità, capace di incanalare la naturale aggressività verso ideali condivisi. A tal fine è ancora alla madre che spetta il compito fondamentale di sostituire al maschio virile, all’eroe violento, all’individuo competitivo, un soggetto capace di affermarsi accettando le componenti passive della sua identità, come la dipendenza, la vulnerabilità, la caducità: quanto ci rende davvero umani. Tutto comincia da dentro I L POTERE SIMBOLICO DEL CORPO DELLE DONNE

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