donne chiesa mondo - n. 62 - novembre 2017
DONNE CHIESA MONDO 24 DONNE CHIESA MONDO 25 ventare un fine in sé. San Giovanni Crisostomo, che mostrò partico- lare venerazione per il tema delle nozze, insiste sulla concordia delle anime ma anche dei corpi dei coniugi e tratta con grande interesse temi apparentemente secondari quali l’aspetto esteriore degli sposi e il loro impegno a ravvivare la gioia reciproca. La moglie del prete e il suo sposo avanzano insieme con il resto del gregge lungo il cammino, nell’attesa della resurrezione dai morti, avendo come unico modello Cristo e offrendo il suo amore incondi- zionato. In questa visione tutti noi cristiani siamo chiamati a diventa- re «sale della terra» ( Matteo 5, 13), modelli di coppia, di genitori, di amici, di colleghi. Non è facile per la moglie di un presbitero “spartire” suo marito. Come non è facile per i figli di un prete spartire il loro padre con i suoi figli spirituali. Vi sono momenti in cui pensi di perdere il diritto esclusivo all’amore, non naturalmente nella sostanza ma nella quoti- dianità. Anche questo richiede un coraggioso superamento di sé da parte della donna. È il desiderio di un amore senza condizioni di cui abbiamo parlato in precedenza, il desiderio di servire il corpo di Cri- sto, di cui ciascuno è un membro. Servendo gli altri sei di giovamen- to a te stesso perché anche tu appartieni allo stesso corpo. Un pro- verbio greco dice: «Quando innaffi l’orto del vicino, nutri anche il tuo». nella famiglia di un presbitero; si crea così un fardello seducente, quello del dover essere un modello. Infine, tuttavia, quello che molti di noi cercano nei rapporti è qualcosa di semplice ma contemporaneamente anche raro: è la verità, la spontaneità, un tenero sorriso, un interessamento pieno di discre- zione, la coerenza, la fiducia reciproca e una gioia creativa. Sono queste, credo, le qualità che dovrebbero permeare la vita della moglie di un prete e, in generale, di una moglie cristiana, nei rapporti con le persone che incontra e soprattutto con i suoi familiari. In base alla mia esperienza direi che un numero sempre più gran- de di giovani desiderano che discutiamo del rapporto di coppia. A volte vengono con timida curiosità a chiedere se sia difficile essere moglie di un prete, tanto più per il fatto che mio marito molto spes- so si trova all’estero per necessità della missione. Ed è in realtà così consolante per me rispondere con sincerità che tutto procede meglio se ci si pone in un atteggiamento positivo, se si ha fiducia nel pro- prio compagno e non si smette mai di essere sincera con lui. È molto consolante potersi appoggiare l’uno sull’altra, non temere la condivi- sione e l’esposizione al pubblico. Ho incontrato molte mogli di preti che cercano di mostrarsi sempre perfette, una specie di manichino. Preferiscono trasmettere e consigliare certezze e non essere consiglia- te; temono di perdere l’immagine immacolata della famiglia di un prete. Questa, a mio parere, è una tragedia! Nessun rapporto umano, nessuna famiglia è perfetta. Tutti siamo in cammino, alla ricerca del Perfetto che non è altro che Dio. La gente è stanca di moralismi e di perbenismi. Ritengo che il nostro tempo offra un’opportunità prezio- sa per imparare a custodire ciò che vi è di vero e sincero nei rapporti umani. L’apparenza esteriore della moglie di un prete in Grecia — soprat- tutto nelle province in cui la mentalità è ancora piuttosto chiusa — è oggetto di malintesi. Purtroppo tale malinteso coinvolge in generale l’apparenza esteriore dei cristiani, soprattutto delle donne. Un tempo nessuno avrebbe detto che esiste un codice di «abbigliamento etico». La lunghezza della gonna o delle maniche dipendevano dalle trasfor- mazioni dei costumi. Quanto più una donna era conservatrice, intro- versa e flemmatica, tanto più appariva “immacolata” e “meritevole”. Per fortuna negli ultimi anni tali esagerazioni diventano sempre più marginali. Guai se la nostra lotta spirituale si limitasse alla qualità della stoffa che adoperiamo, al modo in cui acconciamo i nostri ca- pelli, al colore degli abiti che indossiamo! È molto importante per una donna cristiana, che sia o meno mo- glie di un prete, apprezzare il bello, cercare la bellezza senza farla di- La moglie del prete e il suo sposo avanzano insieme con il resto del gregge lungo il cammino Nell’attesa della resurrezione dai morti avendo come modello Cristo e offrendo il suo amore incondizionato La mia esperienza quotidiana, ma anche la mia frequentazione di coppie nelle quali il marito è presbitero mi ha confermato che quanto più è discreta e poco rumorosa la partecipazione della moglie del prete al lavoro di suo marito, tanto più è normale non solo il loro rapporto ma anche il rapporto del prete con il suo gregge. La moglie del prete ha molti modi per aiutare nel lavoro pastorale di suo mari- to e penso che i più efficaci siano quelli che non fanno rumore. È molto importante che essa aiuti dove e come può, con discrezione e nell’incessante convinzione di svolgere anch’essa una diaconia accan- to a tanti altri in seno alla chiesa.
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