donne chiesa mondo - n. 62 - novembre 2017

DONNE CHIESA MONDO 22 DONNE CHIESA MONDO 23 La gente è stanca di moralismi e di perbenismi L a moglie di un presbitero sta accanto al suo sposo e ai suoi figli come qualsiasi altra moglie cristiana. Questa è la verità più importante della sua condizione di vita. Se credesse di essere qualcosa di diverso dalle altre della co- munità, correrebbe il rischio di perdere la verità della sua persona e di mettere a tacere dentro di sé la voce di tutte quelle realtà che sono la sostanza della nostra vita. È molto facile per lei o per il suo compagno trincerarsi dietro a modelli e a compiti immagi- nari, perdendo l’essenza non solo del sacerdozio ma anche del loro rapporto. Ho l’impressione che l’immagine che la moglie di un pre- sbitero ha del suo posto e del suo compito nella chiesa generalmente sia analoga a quella che ha il suo sposo del sacerdozio: se il presbite- ro ha una falsa immagine del sacramento del sacerdozio, pensa che esso lo ponga al di sopra degli altri, dei laici, allora anch’essa adotte- rà un atteggiamento arrogante e fastidioso. Il centro della vita della moglie di un presbitero — come del resto di ogni altro membro della chiesa che vuole prendere sul serio la sua fede — è Cristo e non il lavoro sociale o pastorale. Se viene intrappo- lata in aspettative comunitarie e in stereotipi spirituali non ispirati da amore e da autentica gioia è quasi certo che il suo posto nella chiesa diverrà un peso insopportabile. Una coppia in cui il marito sia presbitero, soprattutto in Grecia dove l’abbigliamento del prete è così diverso da quello della gente comune, difficilmente passa inosservata. Spesso diventa oggetto di sguardi indiscreti e insistenti da parte della gente che, a volte, pro- nuncia parole di viva disapprovazione. Sono momenti in cui ti senti come esaminata con un microscopio per vedere quanto misuri, quan- to resisti, e forse quanto sei diversa dalle loro aspettative. Dipende dalla coppia decidere quanto spazio lasciare alle conse- guenze di questo fardello. Se perdono la reciproca tenerezza, se la lo- ro rigidità in campo religioso e sociale determina le loro scelte, allora è quasi certo che la loro vita — e in particolare quella della moglie — finirà per essere deprimente. L’unicità di un rapporto un tempo spontaneo e libero sarà schiacciata sotto un soffocante obbligo di “sacrificio”. Purtroppo sono molti quelli che guardano alla chiesa come a un fattore istituzionale della società, persone dure nei giudizi, miopi, in- capaci di comprendere se stessi come membri di una comunità che forma il corpo di Cristo e che evolve continuamente. Ma vi sono an- che quelli che si creano un’immagine idealizzata delle persone. Que- sto accade molto spesso con l’immagine che ci si attende di vedere F OCUS di K ATERINA S PYROS D IAMANDOPOULOU -Z IMOURI

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