donne chiesa mondo - n. 62 - novembre 2017

DONNE CHIESA MONDO 18 DONNE CHIESA MONDO 19 sotterraneo che lega eventi diversi, apparentemente casuali. Lizaveta, vittima di Raskol’nikov insieme alla sorella usuraia, porta a Sonja un vangelo. A Raskol’nikov è mandato Marmeladov e, attraverso lui, è mandata Sonja, che a sua volta gli trasmette il messaggio di fede, di umiltà e di mitezza della donna che egli ha accidentalmente ucciso. Rifacendosi alla sua personale esperienza di colpevoli e di emargi- nati, Dostoevskij lascia che il Nuovo Testamento illumini la povera stanza della prostituta Sonja, come in altre circostanze è stato l’unico testo consentito e l’unica possibile luce nella vita degli abitanti del bagno penale, che lo scrittore ha condiviso. All’inizio dell’incontro, Raskol’nikov tormenta la ragazza, quasi volesse metterla alla prova. «“Allora, Sonja, tu preghi molto Dio?”. “Che cosa sarei mai senza Dio?” mormorò lei. “E Dio cosa fa per te?” le domandò continuando il suo interrogatorio. “Egli fa tutto!” sussurrò concitatamente, abbassando di nuovo gli occhi». La prima confessione pronunciata in questa stanza non è quella dell’assassino, ma è la rivelazione di se stessa che la ragazza fa attra- verso il tono di voce, le pause, il modo in cui legge il brano di Gio- vanni. Quello che Raskol’nikov, perso nelle sue astratte riflessioni, non comprende, è espresso da questo personaggio mite e umile, vi- brante di una gioia che passa attraverso il dolore. È un incontro sconvolgente per il protagonista del romanzo, la cui ribellione nasce dal non riuscire a dare un senso alla presenza del male nel mondo, che egli guarda con disgusto come qualcosa di estraneo a se stesso e a coloro che gli stanno a cuore. Nell’incontro con Sonja, Raskol’ni- kov sperimenta per la prima volta la bontà, la fede, la luce di questo essere, verso il quale si sente profondamente attratto, e contempora- neamente sente la presenza nella vita di lei di una colpa che la umi- lia. La sincerità e l’accoglienza di Sonja sono capaci di attrarre il suo interlocutore in una dimensione di apertura reciproca e di rivelazione di sé, che si attua attraverso la lettura del brano di Lazzaro. Il brano è di estrema importanza per Sonja, che, dopo la sua espe- rienza devastante, sente con tutta la forza del suo essere di essere «ri- tornata in vita» e fonda su queste parole il significato della sua esi- stenza, sotto ogni altro punto di vista assolutamente infelice. Il ritar- do di Cristo, che non va subito in aiuto dell’amico ammalato perché ancora non è giunta l’ora, ha nella vicenda del romanzo un significa- to profondo. Raskol’nikov vorrebbe tutto e subito, l’immediato esau- dimento dei propri desideri. In Delitto e castigo , la risposta è contenu- ta nella forza stessa di questo brano evangelico e insieme nell’intui- zione e nella fede contagiosa di Sonja, che non solo crede a queste parole ma le vive con tutta se stessa. non avreste visto niente delle disgrazie umane. Dio manda a colui che ama e nel quale spera molte disgrazie, perché egli ne abbia espe- rienza personale e sviluppi una maggiore conoscenza, perché il dolo- re umano si vede meglio quando si soffre che quando si è felici». Questa frase prepara la nota del 28 dicembre 1865 nella quale, riorga- nizzando i diversi fili del testo che sta elaborando, Dostoevskij scrive in lettere maiuscole: « IDEA DEL ROMANZO 1) LA CONCEZIONE ORTO - DOSSA , IN CHE COSA CONSISTE L ’ ORTODOSSIA : Non si ha la felicità in una situazione di comodità. È attraverso la sofferenza che essa si rag- giunge. Questa è la legge del nostro pianeta, ma questa conoscenza diretta, percepita attraverso il processo vitale, è una gioia così im- mensa che si può pagare con anni di sofferenza». Questo brano, che è il nucleo vitale intorno al quale lo scrittore elabora non soltanto il libro del 1866, ma anche i testi successivi, esprime parafrasandolo un concetto che è alla base della concezione di Isacco il Siro, tanto citato dagli starcy di Optina e da altri autori ortodossi. «Afflizioni, preoccupazioni, tentazioni fanno parte dei doni che Dio manda per preparare il cammino (...) Nessuno può ascendere al cielo vivendo nelle comodità. Sappiamo dove conduce la via delle comodità. Non rifiutare le tribolazioni perché per mezzo di esse en- trerai nella conoscenza. Non temere le tentazioni perché in esse tro- verai beni preziosi (…) Beato l’uomo che conosce la sua debolezza. Dal confronto con la propria debolezza conosce anche quanto è grande l’aiuto che è dato da Dio. Non c’è uomo che abbia bisogno e chieda e non sia umiliato. E appena l’uomo è umiliato, subito lo cir- conda e lo avvolge la misericordia (...) Chi una volta abbia conosciu- to quest’ora, da ora in poi terrà la preghiera come un tesoro. Tutte queste belle cose nascono nell’uomo dalla percezione della sua pro- pria infermità. Di qui infatti per desiderio di aiuto si stringe a Dio. E tanto più lui si avvicina a Dio col suo pensiero, tanto più Dio si av- vicina a lui con i suoi doni e, per la sua grande umiltà, non gli toglie più la sua inabitazione in lui». È intorno a queste idee che lo scrittore costruisce il suo romanzo. Sonja è passata attraverso la sofferenza disperante di vendere se stes- sa per sfamare gli anziani, i bambini della sua famiglia, il padre ubriacone, disprezzato da tutti, per il quale la stanza dove lei vive è «l’unico posto dove andare», l’unico dove può essere accolto senza rimproveri. La vicenda di Raskol’nikov, che ha ucciso per provare a se stesso se era un «pidocchio» o un uomo capace di compiere grandi cose nel mondo, appare sorretta da un disegno provvidenziale. C’è un filo sua popolazione viene costantemente trattata in modo inferiore all’altra metà. Quarto: qualunque legge scritta non servirà a nulla se noi, come società, non smettiamo di negare alle femmine la dignità, la libertà e le opportunità che spettano loro. E soprattutto dobbiamo iniziare a considerarle come un patrimonio». Non solo auto La notizia è stata giustamente festeggiata in tutto il mondo: dopo anni di richieste innanzitutto da parte delle associazioni femminili, con decreto reale Salman, giovane re dell’Arabia Saudita, ha abolito il divieto di guida per le donne. Un passo non trascurabile per la quotidianità delle saudite finalmente libere di spostarsi senza dipendere da un guardiano. Se tutti gli organi di stampa internazionali hanno riportato la notizia, è però passata pressoché sotto silenzio un’altra conquista, altrettanto significativa: Fatimah Baeshen è stata nominata portavoce >> 21 >> 15

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