donne chiesa mondo - n. 62 - novembre 2017
DONNE CHIESA MONDO 8 DONNE CHIESA MONDO 9 gente e cruciale. Le forbici molecolari possono, per esempio, correg- gere un gene difettoso: effettuare l’operazione sulle cellule del nostro corpo potrebbe forse costituire un gesto medico positivo, ma farlo sui gameti potrebbe avere conseguenze irreparabili sull’umanità inte- ra. La Chiesa in senso ampio deve impegnarsi in un dialogo su que- sti temi. Nei dibattiti sulle forbici molecolari, almeno negli Stati Uni- ti, la Chiesa è stata influente: quando ha detto «non giochiamo con gli embrioni», gli scienziati hanno cercato modi diversi dalla ricerca embrionale per lavorare sulle forbici molecolari. Lei ha parlato della nozione di limite: come stabilirlo e chi deve stabilirlo? Penso sia un’occasione per i teologi d’impegnarsi in questi temi. Gli scienziati possono intuire qual è il limite, ma non saranno loro a decidere in merito. Saranno le corporazioni, le imprese, il mercato! E questi gruppi sono molto difficili da controllare perché mirano anzi- tutto al profitto. Se c’è una possibilità di fissare limiti, è stabilendo un dialogo costante che influenzi la società nel suo insieme, affinché sia essa nel suo insieme a potere a sua volta influenzare le imprese. Il margine di manovra è molto ristretto e occorrono quindi grande sag- gezza e discernimento; ed è qui che la Chiesa può intervenire, perché è esperta in questo ambito. In società secolarizzate che poi sono quelle in cui si fanno le ricerche, come può la Chiesa essere riconsiderata un interlocutore di primo piano? Deve aprire un dialogo che includa scienziati, dirigenti d’impresa, filosofi, teologi, generare interesse. Perché, dal momento in cui la Chiesa mostra alla società di non rimanere rinchiusa nella sua citta- della, d’impegnarsi in campo scientifico e culturale, la società s’inte- ressa a lei. Negli Stati Uniti funziona. Lei ha scritto che per alcune sfide la rigidità ideologica è particolarmente dannosa. Perché? Avere una vita spirituale presuppone l’apertura alle cose che ci cir- condano, agli altri e alle loro idee. Cristo ha affrontato la rigidità dei farisei e di altri gruppi. La rigidità ideologica impedisce la crescita spirituale perché quando crediamo di sapere tutto, non progrediamo più e gli altri non ci sentono più. Il cristianesimo non è un concetto, è un modo di essere, un cammino di conversione. Se uno pensa di essere arrivato, non ha nessuna possibilità di diventare una persona migliore. Lo stesso vale per lo scienziato. Se pensa di sapere dove si trova la soluzione delle sue ricerche, allora non scoprirà più nulla. A volte dobbiamo considerare piste che ci sembrano folli. Kazimir Malevich «Mattino nel villaggio dopo una tempesta di neve» (1912)
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy