donne chiesa mondo - n. 61 - ottobre 2017
DONNE CHIESA MONDO 28 DONNE CHIESA MONDO 29 ero intero, mi è caduto di tasca un porta- fortuna». Il racconto dovette colpirla, perché si sedette al suo tavolo. «E se l’è cavata così? Allora quel- la cosa ha funzionato». «Già», commentò lui, «ma non credo si sia trattato solo di fortuna». Cominciò a pescare nella tuta, finché ne tras- se due minuscoli frammenti di legno. Compo- nevano una figura femminile dai capelli avvolti in un fazzoletto e con gli abiti fluenti, ma spez- zata in vita. Li posò con cura sul tavolo. «Io credo piuttosto che sia opera sua. L’ave- vo comperata il giorno prima, in un negozio di Douglas, questa statuetta di santa Orora. Noi piloti siamo superstiziosi, così mi sono informa- to prima su chi fosse la santa dell’isola». «Posso?», chiese la ragazza, e saggiò con de- licatezza i due legnetti. «E questi le hanno sal- vato la vita?», aggiunse dubbiosa, prima di re- stituirli. «Non la statuetta. Lei, santa Orora. Sa chi era?». «L’ha appena detto. Una di queste parti». «Giusto», riprese lui, «misteriosa. Vissuta qui nel nono secolo. Mi sono documentato, ma nel- le cronache non è rimasto niente di lei. Secondo me il suo nome viene di sicuro da Aurora... e si sa soltanto che confessava i peccatori. Doveva esserci anche una chiesa intitolata a lei, vicino a Douglas, l’ho cercata ma ormai non ce n’è più traccia». «Come fa, allora, a sapere che l’ha pro- tetto?». Le rivolse uno sguardo pensoso e aggiunse piano: «Be’, queste cose si sanno. O si sentono. Comunque, bisogna esserci stati, in sella, al Gooseneck, per esserne sicuri». Si schiarì la vo- ce, provò la birra, e aggiunse: «Per questo sono qui oggi, è un voto. Vengo ogni anno il 20 di ottobre, per la sua festa». «Davvero?», si stupì la ragazza. «Si può vi- vere qui tutta la vita e non conoscere una cosa così importante?». Ma non c’era traccia d’ironia nella sua voce. «Adesso però lo sa», disse lui. «E farebbe bene a ricordarsene. Può succedere — aggiunse — che noi ci dimentichiamo di certi santi, ma giu- rerei che loro non si dimentichino mai di noi». Lei gli rivolse un sorrisetto, prima di lasciarlo al Loaghtan e alle focaccine Bonnag. Poi cam- biò idea, si girò e gli chiese come si chiamava. Prima ritenne giusto presentarsi: «Agatha». «Edmund Laycock», rispose lui, e le porse la mano. «Una volta ero abbastanza famoso. Ma adesso che sa la verità su santa Orora e su di me», concluse, «può anche chiamarmi Eddie». L’autore Dario Fertilio (1949) discende da una famiglia di origine dalmata e vive a Milano. Giornalista e scrittore, con il dissidente antisovietico Vladimir Bukovskij, ha lanciato il Memento Gulag, giornata della memoria per le vittime del comunismo e di tutti i totalitarismi, che si celebra il 7 novembre. Sperimenta diverse forme espressive alternando articoli, narrativa, saggistica e teatro. Tra i suoi libri, i racconti La morte rossa (Marsilio), il saggio Il virus del totalitarismo (Rubbettino) e il romanzo storico L’ultima notte dei Fratelli Cervi (Marsilio). Predilige i temi della ribellione al potere ingiusto, della libertà di amare e comunicare, e il rapporto con il sacro. N EL NUOVO TESTAMENTO Maria di Magdala di M ARINELLA P ERRONI
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