donne chiesa mondo - n. 61 - ottobre 2017
DONNE CHIESA MONDO 18 DONNE CHIESA MONDO 19 pazienza a un incontro tra persone per sovvertire ciò che gli aguzzini avevano reso solo scontro violento tra una figura dominante e una fi- gura sottomessa. Diventa essenziale cercare con pazienza momenti in cui costruire una relazione fondata sul dialogo nuovo; infatti, mai come in questi casi, la relazione terapeutica ha bisogno di “vedere e ascoltare col cuore” stabilendo un dialogo in cui le parole, ma soprattutto i silen- zi, diventano la dimensione dell’una verso l’altra. Dialogo e ascolto che presuppongono vicinanza, quella vicinanza che è il movimento della mia mente e del mio cuore verso l’altro; solo così dialogo e ascolto potranno dare voce a chi non ha voce, rendendo visibile l’in- visibile. Accanto al dialogo e all’ascolto si affaccia dirompente una nuova dimensione del tempo inteso come sostanza della nostra vita; con le donne vittime di tortura il tempo della visita sarà inevitabilmente scandito da loro sino ad assumere la dimensione di una restituzione di consapevolezza e di autodeterminazione. Tempo della relazione con l’altro e del suo ascolto come segno tangibile della sua umaniz- zazione e del mio pormi accanto a lui, tempo come dimensione del “mio” coinvolgimento non solo professionale. Dialogo, ascolto, tem- po sono quindi dimensioni essenziali nella relazione clinico-terapeuti- ca che permettono alla donna torturata o stuprata di raccontare e di raccontarsi, la aiutano a misurarsi con silenzi e parole, le permettono di piangere e di essere consolata, le permettono di vincere il senso di colpa, la rendono viva. Solo così, all’interno di un lento percorso di umanizzazione, attraverso la restituzione di un volto, di uno sguardo e di una fisicità rubati e violati, la relazione clinica potrà diventare autenticamente terapeutica. Riconoscere le donne migranti vittime di tortura, farsene carico, dando risposte mediche competenti e tutelanti, rendere il gesto medi- co un primo passo verso lo svelamento della violenza patita ci per- metterà, davvero, di costruire, per loro e con loro, percorsi diagnosti- ci, terapeutici e riabilitativi, ma soprattutto umanizzanti. In realtà non sappiamo quasi nulla di loro, non sappiamo chi sono, né da do- ve vengono, non conosciamo la loro storia né dove andranno ma sappiamo che ciascuna di loro ci è sorella, madre, amica, figlia, com- pagna di vita, sappiamo che le loro sofferenze sono le nostre soffe- renze, le loro speranze sono le nostre speranze. Sappiamo, e ne sia- mo certi, che il senso più profondo del nostro agire diventa valore autentico attraverso i loro volti e i loro sguardi, perché il nostro agire rappresenti sempre un cammino umano di cure competenti, di soli- darietà e di speranza. I Il dato che emerge dal più recente rapporto Unicef, stilato a partire da una serie di interviste a donne migranti, è allarmante: sul totale del campione intervistato, circa metà ha subito abusi sessuali durante il viaggio, spesso in più occasioni e in luoghi differenti. Il dato non deve sorprendere, se solo si pensa alle innumerevoli situazioni di ri- schio a cui queste persone sono esposte una volta entrate nel circuito migratorio. Come recentemente confermato da numerosi rapporti di organismi internazionali — si vedano, oltre a quello già citato, quelli del Parlamento europeo e di Amnesty International — le violenze ses- suali avvengono tanto nei paesi di transito quanto in quelli d’arrivo, nei centri d’accoglienza. Elemento drammaticamente ricorrente nei racconti dei richiedenti asilo è poi quanto accade in Libia. Qui i migranti, in gran parte pro- venienti dall’Africa sub-sahariana, sono spesso trattenuti in veri e propri campi di prigionia in attesa di attraversare il Mediterraneo, spesso perché non in grado di pagare la traversata. In queste struttu- re private, gestite dai trafficanti, vengono sottoposti a ogni tipo di tortura e sevizie. Le bambine/ragazze/donne vengono stuprate sotto minaccia di morte, spesso in gruppo, anche se incinte. Basta con l’impunità I GIURISTI di N ICOLA C ANESTRINI e G IUSEPPE S AMBATARO
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