donne chiesa mondo - n. 60 - settembre 2017
DONNE CHIESA MONDO 34 DONNE CHIESA MONDO 35 di contenuto e presentandola come un’azione generatrice di cambia- menti sociali. La donna della Samaria ci avvisa che ci sono compiti culturali an- cora in sospeso. È una figura anonima e straniera. Sicuramente sa di trovarsi in una situazione personale irregolare. In effetti l’ora in cui giunge al pozzo, a mezzogiorno circa, suggerisce che forse vuole evitare d’in- contrare altre donne. Una donna sola a mezzogiorno accanto a un pozzo era segnale d’impurità. Inoltre la legge ebraica permetteva di sposarsi due o, al massimo, tre volte. Sposarsi tante volte era consi- derato all’epoca un atto disonorevole. Il versetto 29 sembra suggerire che la donna è consapevole della sua situazione. Trasformandola in testimone diretto di Gesù, il testo rivendica la donna e la comunità samaritana, opponendosi alla tradizione cristallizzata dell’ebraismo e proponendo nuove dinamiche relazionali, sia interne che esterne, per la nascente comunità cristiana. Gesù infrange i limiti imposti dall’ebraismo e supera tutte le convenzioni, presentando la donna co- me agente di teologia. È una donna che non chiede guarigioni né miracoli, ma che pone la sua domanda su un piano esistenziale: «Dammi di quest’acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui» (4, 15). Di fronte a una simile richiesta, è lei la prima persona a cui Gesù decide di rivelare la propria identità. È donna, samaritana, sola e impura, quattro motivi per cui nessun uomo vuole entrare in contatto con lei. Parlando con lei di tradizione e di cultura, Gesù la considera un’interlocutrice intelligente. Una vol- ta che la donna ha compreso le parole di Gesù, non lo segue né si propone di seguirlo, ma ritorna tra la sua gente, alla quale offre “un altro punto di vista”, propone una nuova prospettiva culturale e reli- giosa, ristabilendo così le relazioni culturali infrante da uomini reli- giosi. Di fatto Giovanni 4, 28 ci dice che andò a parlare alla «gente». Solo quando si ripristina l’equità nei rapporti umani, quando si rico- struisce il vincolo sociale e quando si superano le dispute meschine, Gesù entra e rimane. Alla bocca del pozzo di Giacobbe in gioco erano rapporti storici d’inimicizia culturale, il significato della religione e le relazioni di ge- nere. La bocca dei nostri pozzi continua a invitarci ancora oggi, esor- tandoci a non venire meno nella lotta per ristabilire l’equità nelle re- lazioni di genere e la pace tra le culture, e riscattare la religione come una dimensione dell’umano, per puntellare cammini che rendano più onesti la nostra Chiesa e il nostro mondo. La conversazione tra la samaritana e Gesù evoca, è vero, aspetti intimi della vita della donna. Tuttavia, dinanzi all’apparentemente avventata vita sessuale della samaritana, Gesù non emette un giudi- zio morale, né scava morbosamente nel suo passato, ma l’invita a concentrarsi sugli aspetti più importanti della sua esistenza e del suo popolo, portandola a un’esperienza di fede, trasformandola in mes- saggera (in testimone, si legge a 4, 39) e spingendola a infrangere i limiti imposti dalla sua cultura samaritana e anche dall’ebraismo. Le istituzioni religiose e sociali dell’epoca consideravano le donne infe- riori in base a determinate situazioni personali. Non lo erano invece agli occhi di Dio. La comunità giovannea è audace nel presentarci la donna samari- tana e nel riferirci il ruolo delle donne in seno alla comunità ecclesia- le: Maria, la madre di Gesù, in 2, 1-12 e 19, 25-27; Marta in 11, 17-37; Maria in 12, 1-8; la Maddalena in 20, 1-18. Quelle narrazioni mettono in luce tre temi scottanti dell’epoca in cui fu scritto il vangelo: la donna, la cultura e l’evangelizzazione. Perciò la samaritana non è un mero personaggio letterario, ma un simbolo di resistenza nel quoti- diano, una donna che evangelizza a partire dalla propria cultura, rompendo gli schemi ebraici. La samaritana, al pari del cieco in Giovanni 9, annuncia Gesù co- me profeta e Messia. La presenza dei samaritani sarà stata una delle È una figura anonima e straniera. Sa di trovarsi in una situazione personale irregolare Non chiede guarigioni né miracoli, ma pone una domanda cause dell’espulsione della comunità giovannea dalla sinagoga? A partire da una comunità minoritaria e perseguitata si chiarisce allora la presenza e la leadership positiva della donna, che in tutta la tradi- zione biblica appare come un simbolo di resistenza e ispirazione per la comunità. La samaritana assume la posizione di testimone, con la sua parola (4, 39b), e stabilisce così un vincolo con altre due donne testimoni di Gesù: Maria Maddalena e Marta. La samaritana sovverte così la cul- tura, la religione e la gerarchia sociale maschilista che discrimina le donne, superando il concetto di evangelizzazione come esposizione
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