donne chiesa mondo - n. 60 - settembre 2017
DONNE CHIESA MONDO 28 DONNE CHIESA MONDO 29 Eppure, non fu facile per lei bilanciare amore materno, indignazione per le scelte del figlio e fiducia nelle vie della Provvidenza: come quan- do Agostino rientrò da Cartagine brillantemente laureato, coronando il sogno di Monica, che tanti sforzi aveva fatto per farlo studiare. Ma egli tornò a casa manicheo, con al seguito un’ancella cartaginese con cui conviveva e il fi- glio nato da questa relazione. Fu la macchia dell’eresia, più che la vita sregolata di Agostino, a provocare in Monica un sussulto di ribellione e disgusto: con fierezza lo cacciò di casa e il giovane professore dovette rifugiarsi presso l’amico Romaniano. Dopo qualche tempo Mo- nica ebbe una visione, a cui rimase incrollabil- mente fedele e a cui si affidò da lì in poi: vide il figlio venirsi a sedere dalla parte di un’asse do- ve lei stessa era seduta, mentre una voce le dice- va: «Là dove sei tu, sarà anche lui». Cambiò al- lora il suo atteggiamento, ricevette in casa Ago- stino e non volle più separarsi da lui. Decise non solo di seguirlo a Cartagine, ma lo implorò anche di poterlo accompagnare fino a Roma: di tutta risposta, per sfuggire alle insi- stenze di Monica, Agostino si imbarcò con l’in- ganno, all’alba, dopo essersi allontanato da lei con la scusa di voler salutare un amico in par- tenza. Ma se il figlio abbandonò la madre sul molo di Cartagine, la donna non si diede per vinta: salì su una nave per Roma e proseguì so- la fino a Milano. Fu in questa città che le sue lacrime e le sue preghiere furono esaudite. I discorsi al popolo da parte di Ambrogio, vescovo della città, ini- ziarono a incrinare il muro interiore di Agosti- no, ormai celebre professore universitario, giun- to a Milano da Roma come inviato dal prefetto Simmaco — il grande avversario di Ambrogio — e preceduto dalla fama di manicheo. La conver- sione di Agostino, al termine di un lungo trava- glio interiore, culminato con il famoso episodio del tolle, lege (“prendi, leggi”) avvenuto in giar- dino, sotto la chioma del fico, pose fine alla grande missione di Monica. Il rapporto dappri- ma conflittuale, contrastato tra i due, dopo la conversione di quest’ultimo, si trasformò in un sodalizio spirituale e intellettuale, fondato su un legame affettivo molto intenso. Agostino rico- nobbe come la sua trasformazione spirituale fos- se dovuta all’assidua e fiduciosa preghiera e alle insistenti lacrime di implorazione della madre, che da quel momento in poi divenne la sua principale interlocutrice dal punto di vista filo- sofico e teologico, poiché portatrice di una sa- pienza non conquistata con lo studio, ma con la preghiera, dunque con il contatto diretto, “privi- legiato”, con il volere del Signore. Era il 387, forse il mese di ottobre, quando Monica, dopo nove giorni di febbre, si spense a Ostia, durante il viaggio di ritorno in Africa con il figlio. Se ne andò serenamente, in pace, con- fessando che aveva visto realizzarsi il suo desi- derio più grande. Monica è venerata come pa- trona delle madri, delle mogli e delle vedove: generò due volte, nel corpo e nello spirito, un figlio che, da quel momento in poi, avrebbe de- dicato l’ereditata eccezionalità di cuore e sapien- za alla difesa della fede cattolica e all’approfon- dimento dei misteri di Dio. L’autrice Elena Buia Rutt è poetessa e traduttrice: collabora alle pagine culturali dell’Osservatore Romano. Tra le sue più recenti traduzioni ricordiamo Il diario di preghiera di Flannery O’Connor (Bompiani, 2016), mentre la sua ultima silloge poetica, Il mio cuore è un asino , è stata pubblicata da Nottetempo nel 2015. NEL NUOVO TESTAMENTO La donna di Samaria e l’ebreo Gesù di M ARÍA J OSÉ D ELGADO
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