donne chiesa mondo - n. 60 - settembre 2017

DONNE CHIESA MONDO 8 DONNE CHIESA MONDO 9 affinché sia sempre più orientato verso Dio. Le tante decisioni che prendiamo nel corso del tempo sono espressione del modo in cui po- niamo (o no) il Signore al centro della nostra vita. Accompagnare è mettersi umilmente e discretamente al servizio di una relazione tra l’accompagnato e il Signore. L’accompagnatore non è lì per esercita- re una direzione e ancor meno un potere sull’altro. Se questo accade, non si tratta più di accompagnamento così come l’intendeva Ignazio! L’accompagnatore deve essere partecipe dell’infinita discrezione e de- licatezza di Dio. Una donna accompagna in modo diverso da un uomo? Ricordiamo che in Francia il numero delle donne che accompa- gnano è pari, se non superiore, a quello degli uomini. Intuisco che c’è una differenza nel modo in cui le donne e gli uomini accompa- gnano. Mi è però difficile dire in cosa consiste perché sono stata sempre accompagnata da donne, ma soprattutto perché la realtà è molto più complessa dei nostri tentativi di incasellare ogni cosa. Ma quando ne ho parlato con alcuni amici accompagnatori, uomini e donne, che hanno animato insieme dei ritiri, mi hanno detto che c’era una differenza, e che forse consisteva nel modo di ascoltare, nell’attenzione al corpo, alle piccole cose, ai dettagli concreti. C’è forse nell’ascolto femminile un tratto più “materno” che si esprime, ma bisogna essere prudenti con queste generalizzazioni. Una cosa è certa: si accompagna con ciò che si è, con ciò che abbiamo dentro e che ci costituisce. Si potrebbe forse fare un parallelismo con la diffe- renza nel modo in cui un padre e una madre si prendono cura del proprio figlio? Come vedono i gesuiti le donne che accompagnano? Nei gesuiti che conosco e con i quali ho lavorato, lo spirito è quel- lo della collaborazione a una missione comune, a cui ognuno appor- ta i propri talenti e i propri carismi; le nostre complementarità sono una ricchezza. Se è vero che i gesuiti sono consapevoli di essere sem- pre meno numerosi e di dover lavorare con laici e donne, non è co- munque questo il motivo principale che li spinge a rivolgersi a loro. Lo fanno volutamente, perché sanno che è un bene e che la Chiesa ne trae beneficio. Mostrano così che è insieme che costituiamo la Chiesa. E sant’Ignazio per lei? È stato lui a generarmi alla vita interiore. Alla sua scuola cerco di imparare poco a poco a condividere i gusti del Signore. tiva! Attraverso il mio lavoro a «Christus» cerco di servire il discerni- mento degli altri. Di fatto, questa rivista è stata fondata da Maurice Giuliani, un gesuita che voleva aiutare i suoi contemporanei — uomi- ni, donne, preti, religiosi o laici — a discernere per trovare Dio nella propria vita. Contribuire a ciò è la mia missione oggi. Qual è il ruolo del discernimento nell’accompagnamento? È centrale, perché il discernimento aiuta a vivere la propria vita in modo consono al Signore e l’accompagnatore è lì per aiutare la per- sona a fare delle scelte nella sua esistenza. L’accompagnato è mosso da un desiderio e l’accompagnatore lo aiuta a chiarire tale desiderio Henri Matisse «Donna che pensa con parasole» (1921)

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