donne chiesa mondo - n. 59 - luglio 2017

DONNE CHIESA MONDO 32 DONNE CHIESA MONDO 33 che trovare un equilibrio tra contemplazione e azione nella vita cri- stiana è sempre una sfida, non è questo il messaggio di Luca 10, 38- 42. In tutto il suo vangelo sottolinea che il discepolato consiste sia nell’ascoltare sia nel fare la parola (6, 47; 8, 15, 21; 11, 28). C’è qualco- sa che non va, qui, quando Gesù esalta una cosa rispetto all’altra. I primi copisti del vangelo si sono sforzati di chiarire la questione. Mentre il manoscritto più antico del Vangelo, P75, ha «una sola è la cosa di cui c’è bisogno» ( Luca 10, 42), altri manoscritti sostituiscono «una sola cosa» ( henòs ) con «alcune cose» ( olìgon ). Alcuni manoscrit- ti combinano le due espressioni, creando un controsenso: «Alcune sono le cose di cui c’è bisogno, oppure una sola» ( olìgon de estìn chrèia è henòs ). Infine, alcuni copisti hanno omesso l’intera frase, pro- babilmente perché incomprensibile. Diversi studiosi hanno interpretato l’approvazione di Gesù che Maria stia seduta ai suoi piedi e ascolti (cfr. Luca 8, 35; Atti degli apo- stoli 22, 3) come un’approvazione, da parte sua, delle donne che per- seguono un’educazione teologica. Altri arrivano perfino a sostenere Barbara E. Reid è una religiosa domenicana di Grand Rapids, nel Michigan. Ha conseguito un dottorato di ricerca in studi biblici presso The Catholic University of America a Washington, D . C . Vicepreside e preside di facoltà, nonché docente di studi neotestamentari ni è la natura esatta del problema. La frase periespàto perì pollèn diako- nìan è stata interpretata in diversi modi: Marta è «preoccupata e agi- tata per molte cose» (New Revised Standard Version), «oberata da molti servizi» (New American Bible), «occupata intorno a tutti i det- tagli dell’ospitalità» (New American Bible, 1970), «affaccendata per tutti i preparativi che occorreva fare» (New International Version). La maggior parte di queste traduzioni non colgono il fatto che il so- stantivo diakonìa e il verbo diakonèin possono riferirsi al servire un pasto, ma che il più delle volte in Luca (8, 3; 22, 25-27) e negli Atti degli apostoli (1, 17; 6, 2, 4; 11, 29; 12, 25; 19, 22; 20, 24; 21, 19) conno- tano un servizio ministeriale. È più probabile che il racconto rispec- chi i conflitti nella Chiesa dei primordi riguardo ai ruoli delle donne nel ministero piuttosto che un episodio storico nella vita di Gesù. Marta esprime la preoccupazione delle donne coinvolte in «molto ministero», le quali desiderano convincere le altre, rappresentate da Maria, a non limitarsi a promuovere l’ascolto della Parola da parte delle donne, ma a esortare anche a metterla in pratica pubblicamen- te. Luca cerca di risolvere la disputa mettendo sulle labbra di Gesù che la scelta di Maria è preminente rispetto a quella di Marta. Il ter- zo evangelista condivide una prospettiva simile a quella degli autori delle lettere deuteropaoline, che imponevano restrizioni alle donne ministranti (per esempio in 1 Timoteo 2, 11-12 e Tito 2, 3-4). Tradizionalmente i cristiani considerano Maria come la sorella contemplativa e Marta come la sorella attiva, interpretando Luca 10, 38-42 come un’affermazione dell’importanza della preghiera prima di svolgere il ministero attivo. Molti cristiani s’identificano con Marta, sentendosi trascinati in un’incessante attività da molteplici esigenze, pur anelando ad avere tempo per la contemplazione. Anche se è vero L’autrice Silvia Vagnoni «Maria di Betania» e a pagina 31 Eustache Le Sueur «Noli me tangere» (1651, particolare) presso la Catholic Theological Union di Chicago. Il suo libro più recente è Wisdom’s Feast. An Introduction to Feminist Interpretation of the Scriptures (Eerdmans Press, 2016). È stata presidente della Catholic Biblical Association of America (2014-2015). che Gesù è rivoluzionario o unico nell’incoraggiare l’istruzione delle donne. Non c’è però nulla che possa sostenere questa interpretazione. In epoca ellenistica, l’educazione formale delle donne iniziò a essere più accettabile, come affermano diversi autori romani, per esempio Marziale, Musonio Rufo e Plinio il Giovane. Il fatto che alcune ebree fossero erudite nella Torah emerge da testimonianze epigrafiche di donne guide di sinagoghe. La vera questione non è se le donne so- no discepole o perseguono una formazione teologica; la controversia verte su come e che cosa fanno della loro educazione. Se Luca crea un triangolo in cui Maria e Marta sono in competi- zione l’una con l’altra mentre Gesù dichiara che «Maria si è scelta la parte migliore», nel quarto vangelo il ritratto delle due sorelle è mol- to diverso. Entrambe appaiono nell’importante scena della risurrezio- ne del loro fratello Lazzaro (11, 1-57) e, nel capitolo successivo, alla cena a Betania (12, 1-8). Tutti e due gli episodi sono di fondamentale importanza, gettando le basi per il racconto della Passione. In Giovanni 11 Maria viene presentata prima della sorella e ulterior- mente identificata: «Maria era quella che aveva cosparso di olio pro- fumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato» (11, 1-2). Si tratta di una sequenza stra- na, poiché l’unzione non avviene che al capitolo 12. Potrebbe indica- re che il ricordo e l’importanza dell’azione di Maria fossero tali che

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