donne chiesa mondo - n. 59 - luglio 2017

DONNE CHIESA MONDO 24 DONNE CHIESA MONDO 25 tri edifici circostanti che compongono il complesso Cardedeu. Dopo la laurea a Bogotá e alcuni anni passati a Toronto, Hinds è approda- ta a San Salvador dove, con Anita Olivares de Guerrero, ha fondato lo studio Emc Arquitectura. A capo di uno staff giovane composto da donne e uomini, le architette negano che esista uno specifico fem- minile nell’architettura, ma per la loro personale esperienza sono convinte che il fatto di essere madri non sia irrilevante. Non solo per tutto ciò che significa, inevitabilmente, in termini di bilanciamento e utilizzo del tempo: «Essere madri ci ha cambiate come persone, ren- dendoci più sensibili a tutto quello che circonda la nostra famiglia. E nel lavoro gli spazi che creiamo finiscono per avere un sentimento molto più personale a seconda del progetto che realizziamo». Negli anni Emc Arquitectura ha ottenuto premi e riconoscimenti, divenendo uno studio noto a livello internazionale. Che si tratti di una chiesa, di una villa privata, di un complesso commerciale o abi- tativo, il tratto precipuo dell’operato della équipe di Eva e Anita è quello di lavorare con la natura circostante. Non solo rispettandola, ma — dove possibile — inglobandola. E lasciandole comunque sem- pre il posto d’onore. È esattamente il caso del complesso Cardedeu (che oltre alla cap- pella comprende un hotel, un ristorante e diversi spazi per incontri), disegnato e costruito, in un continuo gioco di piani e pendenze, per esaltare lo spazio aperto in un posto così privilegiato, innanzitutto per le sue spettacolari vedute. L’utilizzo di materiali locali — il legno di una fattoria vicina e le pietre provenienti da una cava non lontana — legano il progetto alla materialità della zona, ci spiega Eva Hinds. Allo stesso tempo, però, «abbiamo voluto l’introduzione di materiali esteri come il calcestruz- zo, il cemento e l’acciaio che ci hanno consentito di creare una strut- tura capace di generare l’incredibile sensazione di star galleggiando tra gli alberi. O addirittura di volare sul lago». Ogni particolare della Capilla Cardedeu è stato pensato per favo- rire questo dialogo con la natura circostante, ad esempio il sistema di aerazione. La scelta di realizzare il fondo della cappella più ampio ri- spetto al lato di entrata è dettato anche dal fatto che così l’aria può circolare costantemente all’interno, rendendo più tollerabile il clima tropicale per fedeli e turisti. Il tampone di aria che separa i due strati di calcestruzzo sopra i quali è poggiata la cappella fa il resto. In coerenza assoluta, anche l’interno della Capilla Cardedeu è semplicissimo. L’arredo — altare, leggio e file di panche — è ridotto all’essenziale: e se tutto conduce al lago, ciò avviene attraverso una grande croce di ferro. Il risultato generale è dunque quello di un luogo di preghiera il cui volto muta più volte nel corso dello stesso giorno. Così se la luce dell’alba la rende compagna accogliente per la recita delle lodi mat- tutine, il giorno che tramonta, con la sua inconfondibile ora blu, la trasforma in coprotagonista nella recita dei vespri. La cappella accompagna la natura, incorniciando una preghiera che non vuole barriere tra ciò che è costruito dall’uomo e ciò che è offerto dalla natura. Perché il ruolo della sentinella è questo. Ascolta- re la parola di Dio, e trasmetterla al mondo, in un incredibile e con- tinuo dinamismo. La Capilla Cardedeu sul lago Coatepeque (El Salvador)

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