donne chiesa mondo - n. 59 - luglio 2017
DONNE CHIESA MONDO 20 DONNE CHIESA MONDO 21 lizzato il raccoglimento di cui parla nel tempio di Playa Granada, una costruzione di cemento che passerebbe inosservata e che nessuno identificherebbe come una chiesa dove l’invito a raccogliersi nasce proprio dalla nudità del cemento. Nata a Ciudad Real, respira Granada, identificata con la città e con la terra. Dice che essere originale è tornare alle origini, perciò con questo edificio è andata al principio: «È nella tradizione delle prime chiese cristiane, con atrio, battistero ottagonale all’entrata, cripta, campanile e coro. E nello stesso tempo è stata realizzata con un linguaggio contemporaneo, come dev’essere un edificio del XXI secolo». Dove si riconosce anche l’insegnamento del suo maestro Fé- lix Candela, mentore di Calatrava. La chiesa è accessibile a tutti, non ha muri che la circondino. Da fuori si staglia il suo profilo, dove svetta un campanile, 17 metri in un unico blocco. È la parte che s’innalza dal complesso, non più alto dipendenza allontanandole dalla prospettiva di studiare e di avere un lavoro dignitoso. Le cifre sono allarmanti sia perché raccontano di bambine costrette a crescere in fretta sia perché si tratta di nascite frutto molto spesso di violenza. I dati presentati dal governo riferiscono infatti di oltre 5000 gravidanze nel 2014 in bambine di 14 anni: tra questi, in quattro casi su cinque l’aggressore sessuale è stato un familiare. Le conseguenze sono drammatiche, compresi i 66.000 aborti che si calcola vengano eseguiti ogni anno nel paese. I servizi per la salute materna e riproduttiva sono costosi e spesso inaccessibili per quanti vivono nelle zone interne del Guatemala. Gli alti tassi di violenza sessuale contro donne e bambine sono spesso legati al basso livello sociale delle vittime, in particolare delle indigene di origine maya, in una società patriarcale e maschilista come parrebbe essere quella guatemalteca. Secondo l’Onu ogni giorno nel paese due donne vengono assassinate. degli edifici circostanti che non superano gli otto metri. Scrivevamo che per lei «il meno è il più». Quando si entra in chiesa ci si trova in un unico ambiente, con aperture perché entri la luce e si diffonda il chiarore, ma senza disturbare né distrarre. La luce è la regina, entra dagli spazi del lucernario fino ad arrivare all’altare, al tempo stesso sobrio, umile e maestoso. Attraverso una gelosia giocano a nascondi- no i raggi luminosi, che filtrano grazie a fori nel cemento, un mate- riale che si fa nobile nelle sue mani. «Non mi interessano le mode. Mi interessa di più la costanza che la genialità, di più la coerenza che la composizione artistica, e intendo l’originalità come la riscoperta del senso genuino delle cose» dice Valero, che ha un curriculum spettacolare. Docente a Granada, ha insegnato a Berlino, a Roma, in Messico e a Londra. Ma lei preferisce raccogliersi e dedicarsi a quello che sa fare meglio, cioè costruire, dare luce e abitabilità agli spazi che disegna: «Più luce non significa sempre la luce migliore» ha detto con evidente saggezza. Due sorelle con disabilità si raccontano con ironia Si chiama The Disabled Life il blog aperto qualche anno fa da due sorelle canadesi, Jessica e Lianna Oddi. Ironia e sarcasmo per le due ragazze che, disegnatrici entrambe in carrozzina, raccontano con vignette e disegni — tutti accompagnati da un testo scritto per permetterne la fruizione anche ai non vedenti — il loro quotidiano tra avventure e disavventure. Autoironiche e spiritose, le sorelle hanno iniziato con un account su twitter, poi cresciuto in un colorato e arguto blog. Si commenta e si racconta molto: dalla moda ai trasporti, dai sogni alle amicizie, passando per qualche sonora arrabbiatura. Gravidanza in Guatemala Il Guatemala ha uno dei tassi di gravidanza più alti tra le adolescenti dell’America latina, una spirale che conduce le giovani ancor di più sulla via della povertà e della >> 15 >> 21 >> 20
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