donne chiesa mondo - n. 58 - giugno 2017
DONNE CHIESA MONDO 6 DONNE CHIESA MONDO 7 sagiva come qualcosa di decisivo la aspettasse, Lucinda andò alla messa, dove una suora, molto piccola, sbucata fuori all’improvviso chissà da dove, andò a sedersi vicino a lei e iniziò a parlarle: «Le chiesi come era la situazione della sua comunità, e lei, come se non avesse ascoltato la mia domanda, rispose che c’era una grande soffe- renza nel mondo. Poi è arrivato il vescovo, la messa è stata molto bella e alla fine la piccola suora mi ha abbracciato e baciata come se mi conoscesse e mi ha detto che avrebbe pregato per me, perché ave- vo un grande bisogno di preghiere. E poi scomparve, letteralmente scomparve. Sentivo che qualcosa era accaduto in me; posso definirlo un miracolo, perché i miracoli sono segni che qualcosa sta accaden- do: sono segni che si manifestano nella nostra vita ordinaria, non so- no cose strane, come di solito si ritiene». Due giorni dopo quell’in- contro, Lucinda percepì con chiarezza dentro di sé il fatto di dover dare vita a una comunità di donne, affiliata al convento di clausura di Città di Castello. Dopo una serie di colloqui, incontri, viaggi e preghiere, il suo progetto infine si chiarì e prese forma: non in Tosca- na, dove la chiamata aveva avuto luogo, ma a Toronto, dove nacque la comunità delle Donne contemplative di Sant’Anna. «Siamo in to- tale diciotto donne provenienti da diverse zone della città. Siamo af- filiate all’arcidiocesi di Toronto e abbiamo scelto i padri di San Basi- lio come nostri direttori spirituali e consiglieri. Ci incontriamo, pre- ghiamo e studiamo le vite e gli scritti delle sante, in particolare le sante dottori della Chiesa. Studiamo la loro vita, il loro background familiare, la loro teologia e cerchiamo i punti di somiglianza o di di- versità tra le loro vite o i loro scritti. Recitiamo l’ufficio divino nel pomeriggio quando ci riuniamo. Siamo come un monastero senza le mura». In una metropoli come Toronto, la comunità rappresenta un’oasi in cui è possibile strappare momenti di contemplazione e vi- cinanza con il divino, in una società impostata su valori pragmatici, lontani dall’esperienza spirituale. «La preghiera — continua Lucinda — si concentra soprattutto sul “femminile”. Ciò vuol dire che noi donne siamo consapevoli di essere in una Chiesa costruita su valori maschili e, pur non avendo nulla in contrario, pensiamo che ci sia bi- sogno di maggiore complementarità. Le donne sono molto sole nella Chiesa: sono sole, come ha ben spiegato Dorothy Day, anche se sono sposate e hanno figli, perché non hanno una comunità in cui ricevere comprensione e direzione. Ora, dopo quattro o cinque anni, le don- ne della comunità di Sant’Anna hanno iniziato a conoscere loro stes- se e a esprimersi: sono persone completamente diverse, sono più con- sapevoli e vitali». La «via femminile» è un punto centrale dell’esperienza spirituale di Lucinda Vardey, secondo la quale «in ogni uomo e donna A sinistra, il coro della chiesa dei basiliani a Toronto Nelle pagine successive un panorama della metropoli canadese Nata nel 1949 a Londra, Lucinda M. Vardey è autrice di numerosi libri, tra i quali The flowering of the soul: a book of prayers by women (1999). Custode di un’associazione laica di recente formazione a Toronto, in Canada, chiamata The Contemplative Women of St. Anne , che si dedica alla preghiera e allo studio delle sante e delle mistiche della Chiesa, Vardey vive oggi tra il Canada e l’Italia. Per rispondere all’invito di Papa Francesco a elaborare «una profonda teologia delle donne», ha organizzato all’università Urbaniana a Roma un seminario internazionale articolato in tre anni — il primo, «Cuore», si è tenuto nel 2016, il secondo «Lacrime» quest’anno — che si svolge sempre in coincidenza con il 29 aprile, festa di santa Caterina da Siena. Lucinda M. Vardey
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