donne chiesa mondo - n. 57 - maggio 2017
DONNE CHIESA MONDO 30 DONNE CHIESA MONDO 31 C onosciuta tradizionalmente come la peccatrice pubbli- ca, perdonata e pentita, la donna del profumo — così mi piace chiamarla — è una delle molte donne anoni- me che appaiono nel vangelo di Luca (7, 36-50). C’è chi la confonde con Maria di Betania, la sorella di Marta e Lazzaro, o con Maria Maddalena, dalla quale Gesù scacciò sette demoni, o persino con la donna adultera, che fu quasi lapidata dai suoi accusatori. Per noi, invece, è la donna del profumo, quella che sparse l’olio profumato contenuto nel vaso di alabastro sui piedi del maestro. La donna del profumo non è cieca, né lebbrosa, né sordomuta, né paralitica, non ha perdite di sangue, non è posseduta dal demonio. Il suo male è di altra natura: la donna del profumo ha condotto una vi- ta di peccato. E Gesù, il pedagogo, il terapeuta, applica un rimedio dall’efficacia immediata. Di colpo, perdona tutti i suoi peccati. Non glieli ricorda, non li racconta, non li classifica. Il rimedio di Gesù ri- genera nel cuore morto della donna i sentimenti più delicati dell’esse- re umano: amore e gratitudine. La donna del profumo è la donna dell’amore grande, la donna della gratitudine infinita, la donna che non sa dire a parole quello che il suo cuore prova per Gesù. E poi- ché non sa parlare, il suo cuore la spinge a un gesto audace. I personaggi che intervengono nell’episodio narrato da Luca sono Gesù, la donna peccatrice, Simone il fariseo e gli altri commensali. Sono tutti coinvolti in una stessa trama, dove la logica della legge si scontra con la logica dell’amore. Simone il fariseo e il suo gruppo rappresentano la legge, Gesù incarna l’amore. In mezzo c’è la donna peccatrice: Simone la accusa, Gesù la perdona. L’insolita azione della donna provoca il giudizio di Simone, il giudizio di Simone provoca l’intervento di Gesù, e l’intervento di Gesù scatena la reazione degli invitati. Tutto inizia con un semplice invito. Un fariseo invita Gesù a man- giare a casa sua. Il fatto in sé non ci sorprende: partecipare a un pranzo era una cosa normale nella società giudaica dell’epoca, come accade anche nella nostra. Invitando Gesù, il fariseo compie un gesto ospitale e generoso. Dimostra un atteggiamento aperto e cordiale verso il maestro. È il suo modo di avvicinarsi a Gesù. Le intenzioni occulte del fariseo non le possiamo conoscere. Ma se apre le porte della sua casa a Gesù è perché desidera conoscerlo e stabilire con lui qualche tipo di rapporto interpersonale. Gesù accetta l’invito con piacere: entra nella casa del fariseo e, se- condo l’usanza greco-romana, si sdraia accanto alla tavola con gli al- tri commensali. Gesù non fa commenti, non mostra riserve né timori. Giovanni Marotta «La peccatrice» (2011)
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