donne chiesa mondo - n. 57 - maggio 2017

DONNE CHIESA MONDO 16 DONNE CHIESA MONDO 17 eccezione per una immagine della Vergine Maria e del bambino Ge- sù che si trovava all’interno della Kaaba da tempi preislamici. Maria, dunque, nelle scritture, nella teologia, nella spiritualità e nella pietà popolare musulmane è un modello femminile molto ap- prezzato. Diversamente dal cristianesimo, però, l’islam non la chiama theotòkos , madre o «portatrice» di Dio. Viene onorata come vera serva di Dio, madre di Gesù il Messia, del quale viene parimenti affermato l’essere giusto e profeta. Ogni volta che nel Corano viene menziona- to il nome di Gesù, è accompagnato dal nome di sua madre, sicché egli viene identificato come «Gesù figlio di Maria». Notiamo inoltre che i racconti dell’Annunciazione e della Natività sembrano incentra- ti più su Maria e le sue sofferenze che su Gesù. Lei è al centro stesso della narrazione coranica. In modo analogo, tradizionalmente la na- scita miracolosa di Gesù non era vista come un miracolo solo di Ge- sù, ma anche di Maria. Di fatto, i teologi medievali che considerava- no Maria un profeta donna consideravano ciò una prova del suo es- sere profeta. A Maria e Gesù viene attribuito il compimento di mira- coli, ma con la loro stessa esistenza sono anche segni di Dio. Pertan- to, il Corano descrive sia Maria sia Gesù come segni o miracoli ( aya ) di Dio, che hanno rispecchiato la potenza creatrice di Dio e la Sua sovranità. Per sottolineare l’umanità di Gesù e il suo essere servo di Dio, ne- gli scritti teologici musulmani si trova spesso un confronto tra Gesù e Adamo, ispirato dal versetto del Corano, secondo cui «per Allah Gesù è simile ad Adamo, che Egli creò dalla polvere, poi disse: “sii”, ed egli fu». Diversi teologi medievali (Jahiz, Baqillani, Qurtubi, Ibn Taymiyya, Tufi e Ibn Qayyim al-Jawziyya) paragonano la creazione di Gesù anche a quella di Eva. Questa triade di Adamo, Eva e Gesù viene ulteriormente sviluppata in una tipologia di quattro modelli di creazione umana. C’è Adamo, che non ha né madre né padre, e poi c’è il resto dell’umanità, dato alla vita grazie ai genitori, con due sole eccezioni: Eva, che è stata creata solo da un uomo, e Gesù, che ha ri- cevuto la vita solo da una donna. In questo modello di creazione, Adamo e Maria sono posti sullo stesso piano. Adamo serve come ba- se per la creazione di Eva mentre Maria è la base per la creazione di Gesù. Sono stati tratti parallelismi teologici anche tra Maria e Mao- metto, nella loro recettività alla parola divina. La verginità di Maria viene talvolta paragonata all’analfabetismo di Maometto, poiché è per la loro purezza che sono diventati mezzo della parola divina. Nel suo distacco dal mondo, la sua dedizione alla preghiera, la sua accettazione assoluta della volontà di Dio e nel suo generoso adem- pimento del volere divino, Maria è da sempre oggetto di ammirazio- implicita a una cultura patriarcale dominata dagli uomini. Non c’è dunque da stupirsi che nella pietà musulmana Maria sia considerata un simbolo di fertilità, amore materno e femminilità, sicché la sura di Maryam spesso viene recitata dalle donne per curare la sterilità, cer- care sollievo nella gravidanza, ridurre i dolori del parto e benedire il bambino e la neo madre. Oltre al Corano, anche la seconda Scrittura dell’islam, nota come Hadith , concede a Maria un rango spirituale elevato. In un detto at- tribuito al Profeta, Maria viene descritta come una delle quattro don- ne al mondo che hanno raggiunto la perfezione spirituale, essendo le altre tre Khadija (moglie del Profeta), Fatima (figlia del Profeta) e Asiya (moglie oppressa del faraone dell’Esodo), ognuna delle quali rappresenta un tipo specifico di vita femminile santa. Un’altra tradi- zione profetica descrive Fatima come «signora principale ( sayyida ) del popolo del cielo, fatta eccezione per Maria». Esiste anche un rac- conto (conservato dallo storico Azraqi), che descrive il rispetto del Profeta e della prima comunità musulmana per Maria, narrando co- me, durante la conquista della Mecca da parte dei musulmani, il pro- feta avesse ordinato di cancellare tutti gli idoli e le immagini, fatta musulmani e cristiani. Spose bambine «La cosa più significativa è che sono le ragazze a chiedere aiuto. È da qui che bisogna partire». Laura Laera è presidente del tribunale dei minori di Firenze e come molti giudici italiani si trova ad affrontare con gli strumenti del diritto le conseguenze di differenze culturali che coinvolgono in prima persona i figli degli immigrati cresciuti in Italia. Sono queste le ragazze in bilico tra due culture. L’ultimo caso è quello della quindicenne di Torino: costretta a sposare un uomo di 25 anni. Rashida (il nome è di fantasia) si è ribellata in tutti i modi, tentando anche di tagliarsi le vene. Aiutata dalle compagne di classe si è rivolta alla polizia. È stata allontanata e affidata a una comunità protetta. Mamme rohingya in fuga dalla persecuzione Uccisioni di massa, stupri di gruppo, villaggi bruciati: da >> 23 >> 15 «Maria nutre Gesù» (miniatura)

RkJQdWJsaXNoZXIy