donne chiesa mondo - n. 56 - aprile 2017

DONNE CHIESA MONDO 34 DONNE CHIESA MONDO 35 ha voluto per loro nella creazione. Le donne sono collaboratrici uniche di Dio nel partorire e favorire la vita. Non possono farlo se loro stesse vengono degradate semplicemente a causa del loro sesso biologico donato da Dio o della loro malattia. Le donne devono es- sere pienamente vive, in salute e belle per dare vita al mondo che Dio ha creato «buono» o «bello». Sono, per disegno di Dio, il siste- ma immunitario dell’umanità nell’ordine naturale (cfr. Genesi 3, 20) e nell’ordine della grazia (cfr. Genesi 3, 15). Se la donna sanguina o vie- ne lasciata morire dissanguata, anche la società e la Chiesa muoiono dissanguate. Il racconto di Marco sull’emorroissa invita i cristiani ad ascoltare di nuovo che la soluzione a problemi umanamente irrisolvibili sta nella fede risoluta e incrollabile in Gesù, come quella della donna, una fede tanto audace da infrangere tutte le leggi e le tradizioni con- trarie alla vita e disumanizzanti, qualunque sia la loro origine. Per ac- cedere a una pagina web occorre cliccare su un link. Per attingere ac- qua a un pozzo occorre un secchio. La fede sincera della donna è stata il secchio con il quale ha attinto la potenza guaritrice da Gesù, sorgente di salvezza di Dio, per porre fine all’istante al flusso di san- gue. La fede è il link indispensabile che occorre cliccare per accedere alla guarigione proveniente da Dio per i sanguinamenti sfaccettati, interminabili e in apparenza incurabili del presente, che drenano la vita. La fede in Gesù, salvatore del mondo, permetterà all’umanità, che tende verso l’autodistruzione, di diventare sana, nella pienezza che Dio ha voluto per lei nella creazione, di porre fine a questi mali e di trovare pace, shalom , pienezza. La fede che tocca Gesù e attinge potenza direttamente da lui, alla fine vincerà le ragioni secolari, e in apparenza immutabili, radicate in culture non evangelizzate e tradi- zioni non cristologiche, che emarginano le donne, restituendo così pienezza alla sua Chiesa. I racconti dell’emorroissa, dell’uomo posseduto nella regione dei Geraseni e della figlia di Giairo sono tre esempi che si sottraggono a una soluzione umana. È Gesù, la buona novella di Dio per l’umani- tà, la loro soluzione. Ciò non significa convertire tutti al cristianesi- mo, poiché uno stile di vita evangelico non è sinonimo di cristianesi- mo, anche se le due cose non si dovrebbero escludere a vicenda. Pos- sano tutti i cristiani e gli esseri umani, come l’emorroissa, smettere di cercare e dedicarsi inutilmente a soluzioni che non sono in grado di guarire, e invece tendere la mano con fede incrollabile e toccare Gesù per una guarigione personale, comunitaria e globale. «Figlia, figlio, la tua fede ti ha salvato. Va’ in pace e sii guarito dal tuo male, piena- mente liberato dalla tua afflizione». ca. Inoltre, per ben dodici anni le era stato impedito di apparire in pubblico, di toccare e di essere toccata da altri a causa del suo san- guinamento. Doversi esporre alla vista di tutti dinanzi a una folla im- mensa ed essere guardata come una donna che osava infrangere le leggi religiose era emotivamente devastante. O si è trattato della pau- ra che normalmente accompagna l’incontro con il divino, come in Marco 4, 41? Gesù ha voluto fare uscire la donna non per svergognar- la o per rimproverarla perché l’aveva toccato, ma perché la folla ascoltasse la sua storia («gli disse tutta la verità»); per affermare e lo- dare la sua fede e reintegrarla nella comunità come «figlia» (in modo assoluto, non come «figlia di»), non più «emorroissa» e reietta, ma donna cara a Gesù e membro integrale della comunità, nel suo dirit- to umano di donna. In Luca 19, 9-10 Gesù reintegra allo stesso modo Zaccheo, chia- mandolo «figlio di Abramo» e non più pubblicano e peccatore. È da notare che Gesù non ha mandato la donna dal sacerdote per offrire a Dio un sacrificio espiatorio per il suo peccato di impurità come esi- geva la legge (cfr. Levitico 15, 28-30) o come ha fatto nel caso dei die- ci lebbrosi (cfr. Luca 17, 14). Nel loro caso, il sacerdote aveva dovuto espellerli dalla comunità; quindi doveva reintegrarli. Quale messag- gio possiamo trarre oggi da questo racconto? La storia dell’emorrois- sa, insieme a quelle dell’uomo posseduto nella regione dei Geraseni La soluzione a problemi umanamente irrisolvibili sta nella fede risoluta e incrollabile in Gesù, come quella della donna Una fede capace di infrangere leggi e tradizioni disumanizzanti (cfr. Marco 5, 1-20) e della figlia dodicenne di Giairo (cfr. Marco 5, 21- 24, 35-43), sottolinea la potenza di Dio di fare, per chi crede, ciò che è umanamente impossibile. La fede è il mezzo per attingere da Dio forza risanatrice e superare tutte le forze di morte e che sminuiscono la vita nella nostra esistenza personale, nelle nostre comunità e nel mondo. I dodici anni della malattia della donna e di età della figlia di Giairo simboleggiano la loro nazione, Israele, costituita da dodici tribù. A meno che le donne non abbiano la volontà e la determina- zione di affrancarsi da condizionamenti socioeconomici secolari e dalle disposizioni bibliche e religiose non evangelizzate, né loro, né la società o l’umanità saranno guarite, restituite alla pienezza che Dio

RkJQdWJsaXNoZXIy