donne chiesa mondo - n. 55 - marzo 2017
DONNE CHIESA MONDO 32 DONNE CHIESA MONDO 33 La profetessa Anna condivide pienamente questo sguardo che na- sce dalla profondità, e tuttavia l’autore la presenta come una figura molto singolare: una donna profetessa, vedova anziana, figlia di Fa- nuel della tribù di Aser e che vive nel Tempio della città santa. Que- ste referenze non sono casuali. Fanuel richiama il nome Penuel (“vol- to di Dio”), che Giacobbe dà al luogo in cui avviene la sua lotta in- teriore nella notte con l’angelo (cfr. Genesi 32, 31). La tribù di Aser invece richiama un’ascendenza di prestigio, cioè il figlio della ma- triarca Lia (cfr. Genesi 30, 13). Anna è, dunque, una donna con im- portanti riferimenti biblici, strettamente collegata alla storia di Israe- le. Quello che sorprende di più è che, diversamente da Simeone, l’autore non le fa dire niente, semplicemente la descrive. Anna non irrompe come Simeone in un canto di lode, dove sono richiamate e celebrate le speranze messianiche d’Israele. Dobbiamo vederla e im- maginarla lì, al Tempio, insieme a Simeone, Maria e Giuseppe, attra- verso la presentazione velata dell’evangelista. È da notare un particolare: Anna «non si allontanava mai del Luísa Maria Almendra insegna presso la facoltà di teologia, dell’Università cattolica portoghese, dottorato in teologia biblica, nell’area Scritti sapienziali. Tiene corsi e seminari sull’Antico e il Nuovo Testamento e insegna lingue bibliche. È membro della Society for the Study of gioisce, perché è capace di comprendere che Gesù è la salvezza pro- messa da Dio. In altre parole, la promessa divina si è realizzata in quel bambino offerto al Signore. Immerso nello Spirito, Simeone è capace di vedere e capire il significato profondo di quello che sta vi- vendo: «I miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te da- vanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo po- polo, Israele» ( Luca 2, 30). L’evangelista Luca ci offre la chiave per comprendere i fatti narrati: il riconoscimento di Gesù come realizza- zione della promessa messianica dipende dalla comunione con lo Spirito santo, per mezzo del quale ci è donata la capacità di vedere in profondità (cfr. Isaia 52, 10). L’autrice Ambrogio da Fossano detto il Bergognone (1453–1523) Biblical and Semitic Rhetoric, dell’Association Catholique Française pour l’étude de la Bible e della Society of Biblical Literature. È responsabile del corso di teologia della facoltà e dei rapporti internazionali della stessa facoltà. Tempio» ( Luca 2, 37). Cosa vuole dirci Luca con que- sta immagine: una vedova che faceva del Tempio la sua casa? A nostro parere, è un modo per dire che Anna ha trascorso la sua lunga vita (aveva ottanta- quattro anni) in preghiera e quindi in comunione con Dio. Non è lì per caso, è lì perché aveva eletto quel posto — l’abitazione di Dio — come sua dimora abi- tuale: il Tempio era il centro della sua vita. A questo punto, l’evangelista aggiunge una ulteriore informa- zione: Anna serviva Dio «notte e giorno con digiuni e preghiere» ( Luca 2, 37). È un’affermazione impressio- nante, l’anziana vedova era “sempre” impiegata nello stesso servizio, cioè aveva una dedicazione di sé piena e totale. L’affermazione colpisce ancora di più quando ci si rende conto che niente di simile è stato mai detto, prima o dopo, di un’al- tra donna, neppure di Maria o Elisabetta. Ambedue appaiono in un’ambiente familiare. Non si distaccano dalla loro attività quotidia- na, pur rimanendo concentrate sulla propria interiorità e capaci di aprirsi alla sorpresa di Dio. Anna invece ha fatto del Tempio casa sua. Lì rimane notte e giorno, lodando, digiunando e pregando con- tinuamente. Possiamo intuire che per Anna questa lode continua è diventata il senso della sua vita, la ragione d’essere della sua esisten- za. Pur essendo una donna fragile, in quanto anziana e vedova, essa sperimenta in carne propria la gioia autentica e inesauribile che solo il Signore può donare.
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