donne chiesa mondo - n. 55 - marzo 2017

DONNE CHIESA MONDO 26 DONNE CHIESA MONDO 27 L A SANTA DEL MESE O livia nacque a Palermo nel 448 da nobili genitori cristiani. Era una ragazzina bellissima. Dota- ta di forza, velocità, capacità sensoriali e resistenza sovrauma- ne, era caratterizzata da una totale mancanza di paura e da una profonda fede nel Signore. Per queste sue doti, questa figlia di notabili della città venne utilizzata senza troppi scrupoli dalle alte sfere del governo di Palermo come arma contro i vandali di Genserico, che nel 454 con- quistavano la Sicilia e occupavano Palermo, portando il martirio tra i cristiani. Fin da picco- la e con il beneplacito dei genitori, Olivia veni- va spedita in missione e mentre le sue amichette passavano dai giochi alla ricerca di marito, lei era impegnata nella ricerca di armi sempre più sofisticate e si esercitava ogni giorno in gare di velocità con i palermitani più prestanti. Chiun- que immaginerebbe che il suo servizio alla co- munità portasse a Olivia onori e rispetto: non è così. Essere una donna anticonformista, pensare poco a conquistarsi i favori dell’altro sesso a La copertina del libro di Jacqueline Carey dedicato alla giovane santa a sinistra la statua nella cattedrale di Palermo quei tempi e in quel mondo di uomini non pa- gava. Olivia parlava con gli animali (era portata per le lingue) e aveva una predilezione per i lu- pi, ed era quindi, comprensibilmente, additata come “diversa” dal resto della comunità. La stessa famiglia quasi si vergognava di lei, invece di andarne fiera, e quando la sentivano commu- tare di codice, a seconda se parlasse con i mem- bri della sua famiglia o con le galline del corti- le, abbassavano lo sguardo e facevano finta di non conoscerla. Per questo, era priva del soste- gno della famiglia e la sua lotta contro i vandali si svolgeva in solitario. Nonostante i grandi suc- cessi iniziali (tornò un giorno con tre scalpi di vandali appesi alla cintura dorata), Olivia pur- troppo fu catturata. Indomita, lungi dal perder- si d’animo, sosteneva e incoraggiava i compagni cristiani prigionieri dei vandali. Resistette a tut- te le avances, sia dei vandali, sia dei compagni di fede, e passava le giornate in preghiera. La famiglia la considerava ormai perduta e non cercò di riscattarla. Ingrati. Genserico, lui sì, fu toccato dalla sua forza d’animo e invece di mar- tirizzarla decise di liberarla, confidando che non sarebbe stato difficile tenere sotto controllo una ragazzina, allora soltanto tredicenne. Uscita di prigione, e vissuto il lutto della morte della ma- dre, che la sconvolse profondamente nonostante avesse ricevuto poco affetto anche da lei, Olivia si unì a una comunità di orfani non integrati, una sorta di scalcinata banda di bambini perdu- ti che, vessati continuamente sia dai palermitani sia dai vandali, trovavano solo nella fede un so- stegno alla loro vita disgraziata. L’arrivo di Oli- via nella loro piccola comunità cambiò le loro vite: i bambini perduti, nella maggioranza bam- bine, formarono un gruppo di vigilanti stretto intorno alla loro nuova leader, che cominciaro- no a chiamare “santa”. Il gruppo usciva sempre tutto unito per pattugliare la città. Anche la vita di Olivia cambiò. Non era più una giustiziera solitaria ma era al centro di un gruppo di bimbi adoranti che non chiedevano di meglio che di lavorare con lei. Ancora una volta, la città dimostrava poca gratitudine nei confronti di Olivia e della sua banda, ma era comunque ipocritamente felice che i vandali fossero tenuti a bada da questo gruppo di coraggiosi outsider. Genserico, ormai spazientito dalle gesta della ragazzina ribelle, dopo molti tentativi senza successo, riuscì a far- la catturare di nuovo dai suoi uomini. Ancora di I RENE R ANZATO I superpoteri di Olivia

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