donne chiesa mondo - n. 55 - marzo 2017
DONNE CHIESA MONDO 22 DONNE CHIESA MONDO 23 I L LIBRO marito muore. La vedova non si perde d’animo ma prosegue e sviluppa gli affari del marito viaggiando in tutta Europa finché si stabilisce con un nuovo marito a Metz, dove morirà a 78 anni. Viaggia, commercia, e intanto scrive. In trent’anni scrive sette libri in cui racconta la propria vita, la famiglia, le nascite, le morti, la forza necessaria ad affrontarle, i peccati in cui cade: in una parola, «discute con Dio». Anche Marie de l’Incarnation scrive: quader- ni su quaderni in cui spiega perché, rimasta ve- dova, abbandona il figlio undicenne per entrare nel convento delle orsoline; descrive il proprio amore per Dio e «la condotta che Dio ha tenu- to nei suoi confronti», descrive visioni mistiche e apparizioni diaboliche; racconta di come ab- bandona la Francia per farsi missionaria in Ca- nada, per obbedire agli ordini del direttore spi- rituale ma anche per rispondere ai richiami di uno spirito «che non poteva essere rinchiuso». Il viaggio, l’incontro con gli uroni e gli algon- chini e l’apprendimento della loro lingua, l’inse- È un libro di storia diverso dagli al- tri Donne ai margini : comincia con un Prologo teatrale, in cui l’autrice cerca di rispondere alle rimostranze immaginarie delle donne di cui ha scritto la biografia. Glikl bas Yehudah Leib, commerciante ebrea di Amburgo, Marie de l’In- carnation, mistica orsolina fondatrice della pri- ma scuola per amerindie, Maria Sibylla Merian, pittrice e naturalista tedesca protestante, indi- gnate chiedono all’autrice perché abbia deciso di affiancare le loro vite in modo così arbitrario. Risponde Natalie Zemon Davis: «Vi ho messo insieme perché volevo imparare dalle vostre so- miglianze e differenze». In apparenza accomunate solo dal secolo in cui vivono, il Seicento, le tre donne si muovono in contesti diversi e lontani: Glikl sposa a 14 an- ni un ricco commerciante e mette al mondo 14 figli, di cui otto sono ancora piccoli quando il Una ebrea una protestante una cattolica di M ARGHERITA P ELAJA gnamento alle «giovani selvagge» sono — scrive Marie — «una tale fonte di piacere che ho pec- cato, semmai, per averli troppo amati». E anche Maria Sibylla Merian scrive e viag- gia. Dipinge pure, non per passione religiosa ma per passione scientifica. Non abbandona i figli per questo: abbandona il marito, un pittore di Francoforte, per unirsi ai labadisti, una co- munità di protestanti che aveva messo radici nella provincia olandese della Frisia, in un’espe- rienza di rinuncia e distacco da ogni bene e preoccupazione terrena. Dopo qualche anno pe- rò, forse insofferente delle gerarchie della comu- nità o della separazione dal mondo, Maria Si- bylla parte di nuovo, sempre insieme alle figlie, e si stabilisce ad Amsterdam. Non basta ancora: la passione che arde in lei è lo studio degli in- setti, su cui ha già scritto volumi illustrati cono- sciuti in tutta Europa, e nel Nuovo Mondo ci sono insetti e piante che chiedono ancora di es- sere analizzati. Nel 1699 parte con la figlia più piccola per il Suriname, dove africani e amerin- di la aiuteranno nella ricerca e nello studio e dove redigerà la sua opera più importante, le Metamorfosi degli insetti del Suriname . Poi tornerà ad Amsterdam, dove morirà nel 1717. Vite diverse dunque, ma con molti punti di contatto: spirito di iniziativa, propensione al viaggio e all’avventura, passione per la scrittura, una spiritualità profonda e una religiosità che la portano a conoscere e a esprimere le parti più nascoste della propria interiorità. Maria Sibylla Merian in un’incisione realizzata sulla base di un disegno del figlio
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