donne chiesa mondo - n. 55 - marzo 2017
DONNE CHIESA MONDO 14 DONNE CHIESA MONDO 15 L’esegeta femminista Helen Schüngel-Straumann analizza Osea 11 mostrando che l’apice della pericope (v. 9) è stato spesso attenuato dalla traduzione: «Non darò sfogo all’ardore della mia ira, non tor- nerò a distruggere Efraim, perché sono Dio e non uomo (nel senso di maschio); sono il Santo in mezzo a te». A importargli non è fare giustizia, ma mantenere il rapporto con i suoi, e in ciò è parziale e incoerente. Per questo l’ultima possibilità che il profeta Osea intrave- de per il suo popolo sta nell’amore materno di Dio. Se i lati materni di Dio si trovano più frequentemente nella tradizione profetica, pole- mica riguardo alle dee, il messaggio è il seguente: perché avreste bi- sogno di una dea madre? Yahvè è addirittura più affidabile di una madre! Elisabeth Schüssler-Fiorenza ( In Memory of Her , 1984), ricercò le donne nella storia cristiana, non solo quelle degli Atti degli apostoli e degli scritti di Paolo, ma anche le martiri e le responsabili di comuni- tà. Le traduzioni del Nuovo Testamento avevano permesso alla tradi- zione di minimizzare le loro responsabilità, come mostra Romani 16, 1, dove Febe viene chiamata “diaconessa” o “serva” a seconda delle traduzioni, mentre il termine utilizzato per il suo ministero è “diaco- no”... al maschile, il che lascia supporre che avesse un vero ministero! Romani 16, 7 menziona due “apostoli”, Andronico e Giunia. Essendo questi nomi in accusativo in greco, in francese al nominativo è stata aggiunta una s (Giunias), mentre si tratta di Giunia, una donna-apo- stolo! Queste ricerche ovviamente interrogano le Chiese, soprattutto quando le esegete femministe fondano l’interpretazione su “l’espe- rienza delle donne”, che può far sì che il testo venga letto in funzio- ne di ciò che vi si vuole trovare e che ci siano prestiti selettivi dalla Bibbia. Molte sono anche le esegete femministe che ritengono che al- tri scritti possano essere investiti della stessa autorità della Bibbia, so- prattutto scritti di altre religioni o culture, il che riduce la Scrittura a un “prototipo”, a un modello per altre letture, e non ne fa un canone chiuso (Schüssler-Fiorenza). Ma queste scelte non sono più solo ap- pannaggio delle donne e questi dibattiti sono condivisi anche da altri esegeti. Le esegete hanno contribuito a un vero rinnovamento della lettura biblica e a una passione per la diversificazione dei metodi. Oggi que- sti studi sono condotti anche da donne bibliste del sud e l’esegesi delle donne sta recando frutti largamente adottati nella ricerca esege- tica degli uomini. Tale ricerca, dall’inizio del XXI secolo, non è più appannaggio dei protestanti e prosegue in una emulazione intercon- fessionale, anzi interreligiosa. 1-16, insistendo sulla necessaria sottomissione della donna all’uomo, poiché l’uomo è la testa (il capo) della donna come Cristo è la testa (il capo) della Chiesa, non erano stati letti secondo l’intenzione dei loro autori, che era stata quella di descrivere l’amore di Cristo per la Chiesa, bensì per giustificare la messa sotto tutela della donna. A tutt’oggi, queste interpretazioni sono ancora vive nelle Chiese prote- stanti fondamentaliste, mentre il testo mostra bene a che punto una conversione di mentalità sia necessaria agli uomini per “amare” le lo- ro donne. Le esegete dimostrarono che le lettere contenevano affermazioni forti, trascurate dalla tradizione, come Galati 3, 26-28: «Siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù», testo interpretato in senso spirituale dai teologi, che gli attribuivano piena validità solo per il regno di Dio! Le esegete più femministe mostrarono Dio come donna o madre: «Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non com- muoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si di- menticassero, io invece non ti dimenticherò mai» ( Isaia 49, 15). Il Si- gnore è addirittura provvisto di un seno materno e allatta ( Isaia 46, 3-4, Isaia 66, 12-13). In Giobbe (38, 8-9 e 28-29) la sua attività creatrice Le esegete femministe pretesero, come i riformatori delle origini, che la Bibbia fosse accessibile a tutti Il fine era di ritrovare la potenza liberatrice dei testi a partire dai vangeli dove Gesù Cristo dà spazio alle donne oltre cinquanta aggressioni di natura sessuale. È una vera e propria strage: dal 2008 al 2016 sono state uccise 1900 donne. Ai femminicidi si aggiungono poi violenze di ogni genere che sfuggono ai dati ma che, se non fermate in tempo, rischiano di fare tante altre vittime. Su dieci donne uccise due avevano avuto la forza e il coraggio di denunciare le azioni di violenza di genere subite. Ma denunciare il pericolo non è stato sufficiente a garantire loro la sopravvivenza. Convegno a Bose sulla Riforma «Giustificazione. L’evangelo della grazia»: sarà dedicato a questo tema centrale della Riforma protestante l’ottavo convegno ecumenico internazionale in programma nel monastero di Bose il 26 e il 27 maggio. Ispirato dalla ricorrenza del quinto centenario della pubblicazione delle tesi di Lutero, il convegno si propone di riaffermare fa eco a una procreazione. È con totale fiducia che il salmista si ripo- sa in Dio «come bimbo svezzato in braccio a sua madre» ( Salmi 131, 2). Mosè considera il Signore una madre ( Numeri 11, 12) e ricorda al popolo: «La roccia, che ti ha generato, tu hai trascurato; hai dimenti- cato il Dio che ti ha procreato!» ( Deuteronomio 32, 18). Dio viene pa- ragonato anche ad animali femmine: l’aquila che veglia sui suoi pic- coli ( Deuteronomio 32, 11), li porta sulle sue ali ( Esodo 19, 4), li proteg- ge all’ombra delle sue ali ( Salmi 17, 8; 57, 2 e 91, 4), e l’orsa che di- fende i propri figli ( Osea 13, 8). >> 19 >> 12
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