donne chiesa mondo - n. 55 - marzo 2017

DONNE CHIESA MONDO 12 DONNE CHIESA MONDO 13 Il femminismo avanzava nella società degli anni sessanta dello scorso secolo, ma non nella teologia, per lo meno in quella europea. La teologia protestante si accontentò d’interrogare gli stereotipi ses- suali (Francine Dumas , L’autre semblable , 1967), l’antropologia (Kari Børresen, Subordination and Equivalence, 1968), la tradizione (France Quéré, La femme . Les grands textes des Pères de l’Ėglise , 1968), in una prospettiva “femminile”, volta a ricordare le qualità delle donne. La teologia protestante se ne sentì turbata, ma non messa in discussione. Saranno solo le bibliste femministe a pensare un vero progetto di li- berazione... a partire dalla Bibbia! Questa teologia moderata con il femminismo nella teologia infatti si evolveva verso riletture più esigenti. Le esegete femministe pretese- ro, come i riformatori delle origini, che la Bibbia fosse accessibile a tutti e non riservata all’élite (non più clericale ma dottorale!). Il fine era di ritrovare la potenza liberatrice dei testi biblici, a partire dai vangeli dove Gesù Cristo dà spazio alle donne. Quelle bibliste, che avevano imparato a leggere e a capire le sfumature delle lingue bibli- che, aiutate dalle conoscenze dei processi culturali di produzione dei testi, scoprivano errori o falsificazioni nell’interpretazione. Molte di loro rileggevano anche con l’aiuto di prospettive psicanalitiche, lette- rarie o sceniche. Auspicavano vivamente una teologia non d’ufficio, ma una “teologia della cucina”, intrisa dell’esperienza e delle questio- ni pragmatiche delle donne portatrici di una “saggezza” diversa dalle speculazioni filosofiche e intellettuali. Fu subito evidente che non ba- stava riabilitare solo Eva, ma anche donne lasciate nell’ombra. Rivisitarono i testi che servivano a giustificare il ruolo secondario della donna. L’importanza di Genesi 1, 27 — l’umanità creata «ma- schio e femmina», creata «a immagine di Dio» — era stata celata a vantaggio di Genesi 2, dove Eva, creata per seconda, è fatta per sotto- mettersi al marito come sua serva. Cosa ancor peggiore, con la «ca- duta» in Genesi 3 si rendeva Eva colpevole del primo peccato, e “la donna” peccatrice o seduttrice. Ebbene, constatarono che solo due piccoli brani nella Bibbia riprendevano il peccato di Eva. Uno era Siracide 25, 24 («Dalla donna ha avuto inizio il peccato, per causa sua tutti moriamo»), che non era fortunatamente un libro contenuto nelle bibbie protestanti. Ma l’altro, 1 Timoteo 2, 11-15, aveva fatto dan- ni, pur essendo l’unico testo biblico che afferma una salvezza attra- verso la maternità! Quelle esegete valorizzarono le figure di donne potenti o influenti come Miriam, Debora, Maria Maddalena, Lidia e altre, che relativizzavano la centralità di Maria madre e vergine. Più difficile fu la rilettura delle lettere che avevano tanto segnato le Chiese della Riforma. Efesini 5, 21-24, Colossesi 3, 18-19, 1 Corinzi 11, le lettere paoline spiegando che gli eccessi condannati dall’apostolo al suo tempo non si potevano trasporre al XIX secolo. Quelle bibliste furono aiutate dall’esegesi storico-critica che si op- poneva alle interpretazioni letterali, che imponevano loro ruoli rigidi nelle Chiese cui appartenevano. Questa esegesi non portò a una rivo- luzione, ma piuttosto a una lenta fecondità. Se tra le due guerre mondiali l’inglese Margaret Brackenbury Crook, pastora unitaria, fu la prima donna ammessa in una società biblica, fu solo nel 1964 che decise di pubblicare il frutto della sua ricerca sulla situazione delle donne nel cristianesimo, dove dimostrava l’androcentrismo della teo- logia. Affermò però che la sua intenzione era solo documentaria. A pagina 12 Hugues Merle (1822-1881) «Le orfanelle» (particolare) e nella pagina 10 un ritratto di Elizabeth Cady Stanton Donne e Chiesa Il 28 gennaio si è tenuta a Roma la plenaria della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica e per la prima volta vi hanno partecipato dieci superiore maggiori. Benché le donne costituiscano quasi l’83 per cento del numero complessivo dei religiosi, fino a oggi la loro presenza era rappresentata solo dalla sottosegretaria suor Nicla Spezzati. Speriamo che questo sia un primo passo per un riconoscimento più equilibrato della presenza femminile all’interno di questo importante organismo ecclesiale. Violenza in Argentina Ogni 31 ore una donna viene uccisa in Argentina. E in una sola giornata si registrano D AL MONDO >> 15

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