donne chiesa mondo - n. 54 - febbraio 2017

DONNE CHIESA MONDO 6 DONNE CHIESA MONDO 7 dal 1945 al 1967: un padre di cui Anna Alonzo parla con venerazione, confutando le anacronistiche letture che lo descrivono restio a denun- ciare il peso della mafia sulla città. Se lei c’è, se è suora, se ha dimo- strato l’energia di rivoltare la stratificazione di potere che paralizza interi quartieri, è grazie a quel vescovo che nel secondo dopoguerra già aveva scelto i poveri, schierandosi. L’azione missionaria, che nelle “sue” suore oggi continua, prima di essere “contro” doveva nascere “per” qualcuno: per gli ultimi trattati come primi. Ruffini, fondando l’Istituto delle assistenti sociali missionarie, ma anche edificando chiese di periferia, scuole d’infanzia, spazi aggregativi, case popolari, centri di prossimità, ha opposto il Vangelo vissuto alle clientele cri- minali, dedicandosi al grano pur conoscendo la zizzania. Sarebbero venuti, successivamente, i tempi della denuncia aperta, di un Papa che in Sicilia ha tuonato il richiamo alla conversione dei mafiosi, di un parroco che ha versato il sangue per il riscatto della sua gente. Pochi sanno, però, che Palermo ha visto una preparazione ecceziona- le, silenziosa, colta solo in parte nelle sue potenziali conseguenze: una corrente carsica capace di investire giovani allergici alle vuote formalità, contestatori santamente inquieti. Come Anna Alonzo, ap- punto, che da piccola andava a scuola con l’autista: famiglia che con- ta, lusso, galateo e cultura, un futuro di privilegi. Mi confida che il terremoto venne durante un viaggio in Tunisia, con il liceo della Pa- lermo bene: imprevisto e dirompente fu l’impatto coi bambini e con i poveri ai bordi delle strade, nelle periferie e nelle campagne. Sguardi incrociati dai finestrini di un autobus, scene che s’impressero per sempre in una mente vivace, in un cuore assetato. Il ritorno a casa di una diciottenne colpita da una realtà fino a quel momento negata, la ribellione che monta, l’aria che manca: là fuori, anche a Palermo, una città mai vista, persone artificiosamente evitate. S’interruppe così una continuità di valori familiari: «Da mio padre ho imparato chi non volevo essere». Anna scopre che, a pochi passi dai suoi luoghi di sempre, già vi- vono suore tra i poveri e cresce una Chiesa che ha il loro odore più di quello dell’incenso. Studia lettere classiche, ma non è più la stessa. Cerca e trova una vita religiosa che unisce intelligenza e carità: lascia tutto, parte, si forma, scopre i santi, legge i mistici, si dedica alle scienze sociali, lavora, si consacra, viaggia. Una vita libera, nell’obbe- dienza, che a sentirla raccontare incanta e pone la domanda: chi sa tutto questo? Chi vede nella Chiesa e nel paese la rivoluzione femmi- nile incarnata da donne così? «Vi vorrei anime di grande sensibilità, capaci di raccogliere tutte le vibrazioni del dolore umano» auspicava Ruffini, delineando quel lavoro simbolico e pratico necessario perché la città continui a essere, per chi la abita, luogo quotidiano di un be- A pagina 6 e nelle seguenti le attività nel centro Arcobaleno a Palermo Nata a Palermo il 12 luglio 1949, ha studiato in città presso il liceo classico Garibaldi, laureandosi poi a pieni voti in lettere classiche. È quindi entrata nella Società di servizio sociale missionario, sorta nel 1954 a opera del cardinale Ernesto Ruffini a fronte della grande povertà di Palermo nel secondo dopoguerra. Si è poi laureata in servizio sociale e in teologia e ha continuato la sua formazione con un Counseling quadriennale gestaltico e un master in progettazione sociale. Docente universitaria per oltre vent’anni, religiosa attiva in Italia e all’estero, si dedica oggi a tempo pieno alla cura dei più poveri di Palermo, vivendo modestamente con alcune consorelle e coordinando i progetti della onlus Pro.Vi.De. Regina della Pace, da lei fondata. Anna Alonzo

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