donne chiesa mondo - n. 54 - febbraio 2017
DONNE CHIESA MONDO 28 DONNE CHIESA MONDO 29 l’esperienza spirituale di questa personalissima e originale santa. Detto questo, il racconto non è un’opera storica in senso stretto. Lo scopo non è solo quello di raccontare una vicenda per l’edificazione dei fedeli ma di ritrarre Margheri- ta come un modello che, nell’oggi del lettore, può essere attualizzato e vissuto. Un viaggio di conoscenza e consapevolezza. L’idea secondo la quale il rimorso e l’amore conoscono una gradualità progressiva non è nuova nella storia della spiritualità: Agostino e Bernardo di Chiaravalle avevano già affrontato l’argomento. Fra Giunta ce lo trasmette, indivi- duando tre importanti gradi nel cammino asce- tico di Margherita. Nel primo, il disamore troppo a lungo igno- rato le apre gli occhi e ha una funzione rivelati- va: far intuire all’anima la disarmonia del pecca- to, intesa come offesa verso Dio. L’insignifican- za del presente e la non appartenenza, provoca- no in lei una ferita tale da costringerla ad acco- gliere il dolore. L’amore riflette un’inedita luce sulla sua vita facendole intuire come il peccato sia un disvalore, in quanto lontanissimo da Dio. Il secondo momento è invece caratterizzato da un’espressione tipica, che rimanda a un’espe- rienza mistica importante: la compassio sui , l’in- dulgenza verso l’anima stessa. Il dolore le viene addosso lievitato come fatto disgregante e l’ani- ma si scopre povera e indigente, malinconica- mente priva di qualsiasi bene duraturo. Gesù le diceva: «Senza di me non puoi nulla». Un mo- do per dire che solo dopo aver sperimentato l’il- lusione e la precarietà di ogni progetto umano, lui sia l’unica fonte di riscatto. Il terzo livello è quello che un angelo defini- sce una smania impetuosa che esalta vertical- mente la mente, non intesa come intelletto ma come parte superiore dell’anima. E poiché il de- siderio non si soddisfa mai, continua a cercare fino a che tutto deflagra nella totale comunione con Dio. Il martirio di Margherita ruota intorno al ruolo centrale dell’umanità afflitta, tipica della spiritualità del basso medioevo. Oltretutto lei vive la sua esperienza spirituale nell’ambito del francescanesimo, eredità diretta del santo di As- sisi verso il Cristo povero, umiliato e offeso. Una meditazione dinamica dove Margherita ha un compito preciso di fronte ai cittadini di Cor- tona: farsi specchio per i peccatori e gli infedeli perché capiscano che esiste una misericordia di- vina e salvifica. In lei, tutti devono vedere niti- damente il calvario. Chiamata a svolgere un ruolo di richiamo alla riconciliazione e alla pace della sua città, vede il paese luogo e occasione per sperimentare la sofferenza di Cristo crocifis- so. E dunque vagare e annunciare quel martirio diventa per Margherita una necessità. Con la sua vicenda così umana ma così per- meata di divino, viene proposta all’imitazione dei fedeli non solo un’esperienza estatica, quan- to la possibilità di trovare in Cristo il baricentro per sopportare dolcemente le sofferenze e le molte contrarietà della vita. L’esempio migliore di come, scegliendo la via più difficile e lasciando che le ferite seguano un decorso naturale, finalmente consapevoli e pa- zienti giungiamo a intuire pienamente l’amore di Dio. Come in una risacca che, nell’onda di ritorno, spazza ogni detrito. Gaia de Beaumont Romana di origine aristocratica, ha scritto diversi romanzi sia legati alle vicende della sua famiglia che ispirati a personaggi del mondo intellettuale statunitense degli anni Trenta. Fra i suoi libri: Care cose (1997), La bambinona (2001), I bambini beneducati (2016). NEL NUOVO TESTAMENTO La benedizione di Elisabetta di R OSANNA V IRGILI
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