donne chiesa mondo - n. 53 - gennaio 2017
DONNE CHIESA MONDO 28 DONNE CHIESA MONDO 29 Vuole essere amata e rispettata, non solo ammi- rata per quel dono di Dio che è il suo fisico. È in un certo senso una femminista ante litteram, che sicuramente non sa di esserlo, ma ha deciso che la carità può esaltarla, farle cambiare condi- zione morale e sociale. Farla entrare nel circolo delle personalità di quel paese quattro volte più piccolo dell’Italia. Non deve sforzarsi, perché il suo bisogno viscerale di fare la carità è in un certo senso la sua seconda natura. Così obbedi- sce solo e anzitutto alla sua indole, guidata dal- la sua fede profonda e dalla sua ricerca di asso- luto che, implorando il Signore, le permettono di ottenere la guarigione di un bambino che sembrava condannato. Dopo tale impresa, si co- mincia a parlare di quella donna straordinaria che pare compiere miracoli. Perciò l’entourage dell’autoritario sovrano la chiama al capezzale della regina Nana morente. La bella e pia gio- vane s’immerge nella preghiera e improvvisa- mente una mattina la regina apre gli occhi e si alza. È salva! A corte sono tutti affascinati da questo personaggio misterioso che ha guarito la loro sovrana. Sua maestà vuole ricompensarla, ma la futura santa gli risponde che solo la sua conversione l’appagherebbe. Sogna di diffonde- re la fede. Esitante a consegnare la sua anima a Dio, quest’ultimo lascia che sia sua moglie a convertirsi per prima. Poi, colpito dalla gioia e dalla luce che emana da colei con cui ha condi- viso il suo cuore fino a quel momento, il re chiede all’arcivescovo di Costantinopoli d’in- viargli un vescovo per convertire il suo regno. È dunque una donna ad aver evangelizzato il pri- mo paese cristiano della storia. Quindi Nino si ritirerà nella regione di Bobde dove, a partire dal IV secolo, a Mtskheta sarà eretta una catte- drale. Proprio lì abbiamo seguito il Papa, venuto a pregare questa santa. Una visita fraterna alla presenza dei metropoliti, degli arcivescovi e dei vescovi ortodossi georgiani dall’aspetto severo. Tanto barbuti quanto splendenti, con la loro croce ornata da pietre preziose e la loro panà- ghia sul petto. Ma a colpire il Papa è stato un segno particolare. Lui, che si è rifiutato di por- tare la pesante croce d’oro tradizionalmente ri- servata ai vescovi di Roma, è stato affascinato da santa Nino quando ha saputo che indossava sempre una semplice croce realizzata con tralci di vite. Un oggetto spoglio, con i bracci oriz- zontali incurvati verso il basso, ma il cui signifi- cato simbolico è che i sarmenti di vite recano frutti. E questo Papa argentino, che ama le im- magini forti più che i racconti gloriosi, ha fatto riprodurre quella croce artigianale sulla meda- glia commemorativa del suo sedicesimo viaggio internazionale. Ritorniamo a Mtskheta dove il piccolo orato- rio ricorda il battesimo della Georgia, culla del- la cristianità e paese fiero di ospitare le più anti- che chiese ortodosse dove, oggi come in passa- to, si venera questa donna della quale molte bambine anche oggi portano il nome. Un nome facile da pronunciare in tutte le lingue! È que- sto il vero privilegio della santa patrona della Georgia: essere provvidenzialmente entrata nell’universo della globalizzazione. Maria di Nazareth nel cuore ardente dell’alleanza di A NNE -M ARIE P ELLETIER NEL NUOVO TESTAMENTO
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