donne chiesa mondo - n. 53 - gennaio 2017
DONNE CHIESA MONDO 26 DONNE CHIESA MONDO 27 L A SANTA DEL MESE E ccoci a Tbilisi, capitale della Geor- gia, alle soglie dell’autunno, con Papa Francesco che ha deciso di re- carsi ai confini dell’Europa, dove risiedono circa centomila cattolici in una terra a maggioranza ortodossa. Confesso che, dopo aver imparato a respirare meglio per riuscire a pronunciare degnamente i nomi locali, ho anche dovuto consultare un atlante per loca- lizzare bene il Caucaso, che non è più Europa, ma non è ancora Asia e neppure Medio oriente. Insomma, una enclave che va dal Mar Nero ai monti del Caucaso; uno di quei ponti che que- sto Pontefice dagli accenti provocatori ama at- traversare con stile. Per quanto mi riguarda, vorrei capire chi è santa Nino, l’emblema reli- gioso della Georgia. Il caso ha voluto che, es- sendo vaticanista dell’unico settimanale che se- gue il Papa, una volta sul posto ho avuto più tempo dei miei colleghi dei quotidiani per fare ricerche su questa santa che m’intrigava da tem- po, perché ha il nome della parrocchia parigina dei georgiani nel XV arrondissement di Parigi. È La croce di santa Nino nelle montagne della Georgia meridionale A pagina 28 Papa Francesco durante il viaggio in Georgia il quartiere vicino a quello dove vivo io e, per puro caso, poco prima della visita di Papa Fran- cesco, mi ero incuriosita nel vedere, una dome- nica mattina, in quel quartiere tranquillo, centi- naia di persone in attesa davanti a una porticina nascosta e anonima. Volendo saperne di più, ho seguito quella gente silenziosa che scendeva in un seminterrato. Si trattava in realtà della par- rocchia di Santa Nino. Una sala moderna con muri pieni d’icone di tutte le dimensioni, le più belle poste davanti all’altare, dove due pope ce- lebravano l’eucaristia. Sono rimasta colpita dal clima di raccoglimento e dal fervore che regna- vano in quella chiesa quasi segreta, poiché nes- sun cartello esterno segnalava quel luogo d’in- contro domenicale, dove i membri della diaspo- ra si riunivano per ritrovare le proprie radici. Dovevo ora scoprire anche come si era forgiato il destino della loro eroina, santa Nino o Ninon, festeggiata in occidente il 15 dicembre. Non era però un’impresa facile: anche se Nino ha l’ono- re di essere iscritta nel calendario dei santi e di essere ricordata dieci giorni prima del Natale. In effetti la fortunata eletta rischia di essere tra- scurata, perché i cristiani in quei giorni si con- centrano soprattutto sulla festa della Natività. Fatalità che però non toglie nulla alla spirituali- tà e alla santità della giovane prigioniera, cinta da un’aureola di grande bellezza, della quale non si conosce esattamente il luogo di nascita. A essere chiaro è invece che, divenuta schiava alla corte reale di Mtskheta nella regione di Tbilisi, Nino continua a conservare una fede ar- dente, pregando giorno e notte, nonostante la sua dolorosa e umiliante condizione presso il re Mirvan III d’Iberia. Il suo segreto? La grazia, la forza interiore che le infonde grande serenità per sentirsi sicura di sé e aspirare ad altro... Una croce che dà frutti di C AROLINE P IGOZZI
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