donne chiesa mondo - n. 53 - gennaio 2017

DONNE CHIESA MONDO 18 DONNE CHIESA MONDO 19 so del tempo, senza tuttavia alterare alcune caratteristiche del matri- monio cristiano. Primo, il suo essere non un evento semplice nella vita degli individui, derivato lineare di incontro e attrazione reciproca, ma un processo provvisto di tappe diverse e capace di coinvolgere soggetti ben oltre i protagonisti e i loro familiari. Secondo, il ruolo fonda- mentale che nell’intero processo — e non soltanto nella sua conclusio- ne — svolge la sessualità. Terzo, la dimensione pubblica di ogni sua tappa. Prima del concilio di Trento la formazione del matrimonio era ga- rantita esclusivamente dallo scambio del consenso tra i partner. Ri- tualità diverse da regione a regione scandivano poi i vari momenti del suo perfezionamento: lo scambio delle fedi, il trasferimento nella casa coniugale. Ma tutto si fondava sugli sponsali, cioè sullo scambio della promessa, che generavano obbligo grave di concludere le nozze e che anzi potevano trasformarsi in matrimonio perfetto solo attra- verso il congiungimento carnale. Fu il concilio di Trento, nella seconda metà del Cinquecento, a imporre la cesura: i canoni tridentini stabilirono che il consenso do- vesse essere scambiato davanti al parroco e ai testimoni, riservando alla Chiesa l’esclusività nella celebrazione delle nozze e il monopolio della giurisdizione ecclesiastica sul matrimonio. Il concilio tuttavia non si pronunciò in modo esplicito su validità e ruolo della promes- sa, lasciando così aperta una via lungo la quale nei secoli successivi si incamminarono molte donne alla ricerca della sistemazione matrimo- niale. Se infatti era inevitabile per le donne pensarsi in riferimento all’or- dine familiare, il matrimonio rappresentava il passaggio dalla condi- zione in primo luogo naturale di figlia a quella sociale e giuridica di moglie. Un obiettivo che toccava non tanto l’ambito materiale del mantenimento economico — privilegio inarrivabile per le mogli dei ceti popolari — quanto la percezione di sé e del proprio posto nelle relazioni sociali; un obiettivo per raggiungere il quale molte decide- vano di rischiare mettendo in gioco la risorsa a disposizione di tutte: la sessualità. La promessa continuò così a costituire la svolta decisiva dopo fre- quentazioni e corteggiamenti, avviando semplicemente la preparazio- ne dei documenti necessari alla celebrazione del matrimonio, e a essa potevano seguire senza scandalo rapporti sessuali e magari anche una gravidanza, purché subito regolarizzata dalle nozze. Qualcosa però poteva andare storto, e il percorso matrimoniale farsi più tortuoso e conflittuale. Potevano emergere profonde diffe- renze di genere nella percezione dell’impegno reciproco: lui aveva in- tono e contenuti, giustificandosi in virtù della sofferenza che i comportamenti delle mogli causerebbero loro: se avessero fatto il loro dovere non sarebbero state picchiate. Dallo studio emerge come gli uomini siano ignari del fatto che le donne sono cambiate. Questo significa che donne e uomini vivono in due intervalli temporali diversi: le prime nel presente beneficiando dei cambiamenti avvenuti intorno a loro, mentre gli altri sembrano fermi al “bel tempo passato” in cui il loro essere maschio permetteva loro di controllare le donne. Bambine vestite da maschio Per proteggere le loro bambine dai matrimoni precoci, le famiglie afghane stanno mettendo a punto una strategia: trasformano le figlie in bacha posh che in dari , la lingua principale del paese, significa “vestite come un bambino”. Tagliati i capelli alla maschietto, le camuffano con abiti mascolini e cambiano il loro nome in modo che, soprattutto nelle zone rurali, le bambine passino inosservate in una >> 21 >> 15

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