donne chiesa mondo - n. 53 - gennaio 2017
DONNE CHIESA MONDO 14 DONNE CHIESA MONDO 15 posizioni occupate dalle donne sono anche legate alla formazione teologica che hanno ricevuto. Le molteplici possibilità lasciano anche aperte alcune questioni teologiche. Quella più complessa riguarda la natura della partecipa- zione dei laici all’esercizio della sacra potestas del vescovo. Che cosa significa dal punto di vista teologico quando un vescovo delega un laico ad agire in nome della Chiesa, per esempio quando una donna riceve la missio canonica di predicare e insegnare, la delega a guidare una parrocchia, a concedere dispense, o quando viene nominata a fa- re il giudice? La delega da parte del vescovo cambia la natura dell’azione svolta dal laico? Che cosa significa quando una tale dele- ga implica che il laico agisce nel nome della Chiesa? L’elenco delle possibilità che hanno le donne di partecipare nella Chiesa è impressionante: laici e laiche fondamentalmente hanno gli stessi diritti e gli stessi obblighi, nonché le stesse opportunità di impegnarsi nel lavoro della Chiesa. Tuttavia, molte di queste non vengono colte. Ciò dimostra che le norme da sole non bastano. Occorre un cambiamento di mentalità, come ha affermato Papa Be- nedetto XVI . È necessario compiere tre passi: primo, occorre giungere alla consapevolezza che la partecipazione delle donne laiche (come anche degli uomini laici) non trae origine da un qualche sviluppo sociale riguardante l’uguaglianza tra uomo e donna, ma è radicata nelle implicazioni ecclesiologiche del battesimo. Secondo, la parteci- pazione di donne e uomini laici non è una minaccia bensì un arricchimento, perché consente alla Chiesa di beneficiare dell’azione dello Spirito santo nei diversi membri. Terzo, poiché il Vaticano II ha chiarito che, nel rispetto della loro condizione (secondo la condizio- ne) i diversi membri dei fedeli sono ordinati gli uni agli altri, la col- laborazione deve essere praticata come corresponsabilità. Papa Fran- cesco esprime la stessa realtà facendo riferimento alla sinodalità: esse- re Chiesa implica “camminare insieme”. «Una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto... Una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto... l’uno in ascolto degli altri; ... e tutti in ascolto dello Spirito santo, lo “Spirito della verità”, per conoscere ciò che egli “dice alle Chiese”». E prosegue: «La sinodalità , come dimensione costitutiva della Chiesa, ci offre la cornice interpretativa più adeguata per comprendere lo stesso ministero gerarchico». Questo concetto, che Papa Benedetto XVI esprime con il termine «corresponsabilità» e Papa Francesco con «sinodalità», esige che alle donne vengano concesse opportunità per esercitare la loro corresponsabilità in risposta al loro battesimo. Il di- ritto attuale ammette molte possibilità. Ragioni teologiche ne racco- mandano l’attuazione per l’edificazione e la missione della Chiesa. qualsiasi altra persona giuridica. Possono rappresentare una persona giuridica. Le donne possono essere giudici nel tribunale diocesano o nella corte d’appello, nonché assessori, uditori, ponenti, difensori del vincolo o promotori di giustizia, procuratori o avvocati, tutori o cura- tori. I laici possono essere nominati consultori, officiali maggiori o officiali negli uffici della Curia romana (costituzione apostolica Pa- stor bonus ). Nelle cause di canonizzazione e di beatificazione le don- ne possono svolgere la funzione di postulatore. Le donne possono essere membri dei consigli diocesani e parrocchiali, come anche di consigli particolari, sia di una provincia ecclesiastica, sia del territorio di una conferenza episcopale. Le donne possono essere invitate a partecipare ai sinodi dei vescovi a Roma. È però bene osservare che in alcune di queste istituzioni, le donne laiche, come anche gli uomi- ni laici, non hanno un voto ma solo una voce. Dunque possono par- lare, ma non possono decidere. La discriminante è l’ordinazione, non il genere sessuale. L’elenco può essere ancora esteso: ci sono donne che occupano posizioni non previste dal diritto, ma non contrarie allo stesso. Diri- gono scuole cattoliche, ospedali o altre strutture sanitarie. In passato queste posizioni sono state occupate da religiose. Possono impiegare più di 10.000 persone e amministrare budget superiori a quelli di L’elenco delle possibilità che hanno le donne di partecipare nella Chiesa è impressionante Laici e laiche fondamentalmente hanno gli stessi diritti e obblighi nonché le stesse opportunità religiose si sono assottigliate in modo drammatico. E così, dopo averne discusso con la badessa e le consorelle, la cinquantaquattrenne suor Lioba (che ha studiato psicologia) ha iniziato a divorare le pagine finanziarie, arrivando a gestire, con successo, un portafoglio di due milioni di euro. Con lei, suor Christiana, la badessa, che afferma di aver imparato tantissimo di finanza: «E ho imparato anche che abbiamo nervi veramente saldi; non v’è infatti altro modo per sopravvivere in questo mercato». Il racconto degli uomini violenti Violenza domestica: parlano gli uomini è lo studio curato dalla ricercatrice libanese Azza Charrara Baydoun, che riporta le testimonianze di undici uomini violenti contro le mogli ai quali è stata chiesta la ragione del loro comportamento. I risultati sono interessanti: se in teoria tutti condannano la violenza fisica o psicologica contro le donne, quando si trovano a parlare della loro esperienza cambiano del tutto molte diocesi. Alcune gestiscono strutture sanitarie in diversi paesi, il che fa di loro direttori di operazioni multinazionali. Alcuni vescovi diocesani impiegano donne per svolgere compiti che di solito vengono svolti da vicari episcopali: per esempio, sono delegati episcopali per caritas, educazione, vita religiosa o affari ca- nonici e fanno parte della curia diocesana. Sono a capo dell’ufficio del personale: a fianco del vicario per il clero, che è un sacerdote, la donna è il delegato episcopale e ha la responsabilità dei ministri ec- clesiali laici. I vescovi impiegano donne laureate in teologia o diritto canonico per aiutarli a preparare omelie, articoli e lezioni. Di fatto, le >> 19 >> 12
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