donne chiesa mondo - n. 53 - gennaio 2017

DONNE CHIESA MONDO 12 DONNE CHIESA MONDO 13 tesimo tutti cooperano, ma ognuno lo fa in base alla propria condi- zione o funzione. Riguardo ai differenti carismi, il Codice di diritto canonico stabilisce che i laici sono idonei a esercitare veri uffici ecclesiastici e incarichi e che di fatto possono cooperare nella potestà di governo. Pertanto le norme dicono che i laici, e quindi le donne, possono partecipare ai compiti di insegnamento, santificazione e governo della Chiesa. Han- no dunque il diritto fondamentale, nonché il dovere, di diffondere il messaggio divino della salvezza nel mondo. Per il bene della Chiesa, hanno il diritto di esprimere i propri bisogni e manifestare le proprie preoccupazioni ai pastori e agli altri fedeli. Godono del diritto di so- stenere l’apostolato con iniziative proprie. Tutti possono essere nomi- nati amministratori di una parrocchia, missionari, catechisti, ministri della sacra comunione, lettori e accoliti (anche se non su base stabi- le), presiedere preghiere liturgiche, funerali compresi, essere nominati ministri del battesimo, essere delegati ad assistere ai matrimoni, esse- Antonio del Pollaiolo «Allegoria della giustizia» (1470) A pagina 10 la celebrazione di chiusura del concilio Vaticano II Maddalena in Vaticano C’è anche una splendida Maria Maddalena in terracotta nel presepe realizzato, secondo la tradizione artistica bolognese cinquecentesca, da Donato Mazzotta ed esposto in Vaticano, nel cortile di San Damaso. Il personaggio in più, di solito non presente sulle scene della Natività, è stato inserito, ha spiegato l’artista all’Osservatore Romano, «per rappresentare e rilanciare il ruolo della donna». Prima pagina per suor Lioba È finita sulla prima pagina del «Wall Street Journal» suor Lioba Zahn, del convento di Mariendonk in Germania. Il suo merito è quello di aver rimesso in piedi le finanze del monastero: da quando infatti la Banca centrale europea ha tagliato i tassi, le entrate delle D AL MONDO >> 15 zione, organizzata e diretta con mirabile varietà. “A quel modo, in- fatti, che in uno stesso corpo abbiamo molte membra, e le membra non hanno tutte la stessa funzione, così tutti insieme formiamo un solo corpo in Cristo, e individualmente siamo membra gli uni degli altri”» ( Lumen gentium , n. 32). Sulla base del battesimo, tra i membri c’è una comune dignità e «nessuna ineguaglianza quindi in Cristo e nella Chiesa per riguardo alla stirpe o nazione, alla condizione socia- le o al sesso» ( Lumen gentium ). L’uguaglianza e l’essere «ordinati l’uno all’altro» si ricollegano alla dottrina secondo cui lo Spirito San- to distribuisce «grazie speciali, con le quali li rende adatti e pronti ad assumersi vari incarichi e uffici utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa secondo quelle parole: “A ciascuno la mani- festazione dello Spirito è data perché torni a comune vantaggio”» ( Lumen gentium ). Questa comprensione spiega perché la diocesi è «una porzione ( portio ) del popolo di Dio affidata alle cure pastorali del vescovo» ( Christus dominus ). Il vescovo non viene ordinato per la sua santità personale, ma al servizio di una Chiesa locale specifica. Governare la diocesi implica promuovere e proteggere tutti i carismi dati alle persone affidate alle sue cure. Pertanto, il vescovo non può esercitare il suo ministero da solo, ma di fatto dovrebbe volere ascol- tare, accettare consigli e consultarsi con tutti i fedeli, comprese le donne. La dottrina deve essere integrata con norme canoniche che aiutino la comunità a implementarla: le norme hanno la funzione di facilita- re. In che modo le attuali norme canoniche facilitano l’esercizio della corresponsabilità delle donne? Il diritto in vigore subito prima del Vaticano II consentiva agli uo- mini laici di svolgere alcuni uffici, ruoli e funzioni che non erano aperti alle donne laiche. Il diritto attuale ha in larga misura recepito il Vaticano II : non fa quasi distinzione tra uomini e donne laici. L’ec- cezione fondamentale è che solo gli uomini battezzati possono essere ordinati. Ma ciò non è di natura canonica, bensì dottrinale. Il diritto canonico conferma che per mezzo del battesimo tutti i fedeli cristiani (dunque clero compreso), partecipano «nel modo loro proprio dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, sono chiamati ad attuare, secondo la condizione propria di ciascuno, la missione che Dio ha affidato alla Chiesa da compiere nel mondo». Questa prospettiva viene ribadita nel Titolo dedicato agli obblighi e ai diritti comuni a tutti i fedeli, che si tratti di chierici o laici, uomini o donne. Il primo canone di tale Titolo dice: «Fra tutti i fedeli, in forza della loro rigenerazione in Cristo, sussiste una vera uguaglianza nella dignità e nell’agire». Queste norme dicono che in virtù del bat- re ministri della parola, il che consente di predica- re, ma non di tenere un’omelia, essere nomi- nati insegnanti di religione, censori, let- tori o professori in discipline teo- logiche o rettori di un’univer- sità cattolica o ecclesiastica. Possono essere vicesegretario generale di una conferenza episcopale e membri del per- sonale delle diverse commis- sioni della conferenza. Posso- no servire come esperti o con- sulenti sia nelle questioni in- terne alla Chiesa sia come de- legati a nome della Chiesa, per esempio nei dialoghi ecu- menici o interreligiosi o su al- tri argomenti o in organizza- zioni o enti per i cui fini han- no una specifica competenza. Possono essere nominati can- cellieri o notai, economi di una diocesi o di un istituto re- ligioso, membri del consiglio per gli affari economici di una diocesi, di una parrocchia o di

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