donne chiesa mondo - n. 51 - novembre 2016
DONNE CHIESA MONDO 12 DONNE CHIESA MONDO 13 Dio è proprio del medesimo Amore. Venne l’Amore e l’uomo amò». Gesù accese l’amore nei cuori degli apostoli quando «mandò a essi lo Spirito santo, cioè l’Amore sostanziale e personale di Dio stesso». Non si fa leva sulla volontà, bensì sul cedimento che permette allo Spirito santo di operare e trasformare: «Al mondo mancano la verità e l’amore, perché ha [...] allontanato da sé lo Spirito di Dio. [...] Tutti ammettono che il mondo si sta dirigendo verso la rovina totale [...], ma che cosa facciamo per accelerare il necessario ritorno dello Spirito di Dio nel cuore degli uomini?». Nel 1870 la presa di Roma sancisce definitivamente la perdita del potere temporale della Chiesa. Il richiamo di Elena verso lo Spirito santo si intensifica, vedendo in tale evento un ritorno all’inizio della predicazione degli apostoli. Ma nonostante la propria determinazione e l’instancabile tentativo di coinvolgere altre persone, non si sentiva compresa. Nel 1895 scrisse a Leone XIII la sua prima lettera: «Santo Padre, solo voi potete far sì che i cristiani ritornino allo Spirito Santo, affinché lo Spirito santo ritorni da noi [...] Vorrei chiedervi, per l’amore di Dio, di non indu- giare a raccomandare questa preghiera comune». C’è un’urgenza che preme. Le sorti del mondo sono ormai lette solo in questa chiave sal- vifica: «Tutti i benefici della redenzione sono di infinita eccellenza, ma quello che di tutto è compimento e corona è l’infusione dello Spirito di Dio nelle creature». Poco dopo il papa risponde con il breve Provida matris charitate con il quale introduce un periodo festi- vo di preghiera allo Spirito santo fra l’Ascensione e Pentecoste. Elena incoraggiata, tra il 1895 e il 1903, scrive ben tredici lettere al papa. Nel 1897, a seguito della quinta lettera, Leone XIII risponde con l’en- ciclica Divinum illud munus , rilevante trattato sullo Spirito santo, in cui viene viene messa in luce l’azione con cui opera negli apostoli e nell’umanità e come effonde i suoi doni. L’ultimo atto ufficiale del papa alle costanti sollecitazioni di Elena sarà, nel 1902, la lettera Ad fovendum in Christiano populo diretta ai vescovi di tutto il mondo con cui li incoraggia a rinnovare la fede affidandosi allo Spirito santo. La sinergia creatasi fra Elena e Leone XIII di fatto porta luce sul passaggio epocale che stava investendo la Chiesa e l’umanità, ma cer- tamente i tempi non erano maturi per una pronta risposta. La pre- ghiera di invocazione allo Spirito santo, si diffuse invece, a partire dalla fine dell’Ottocento, in comunità protestanti nordamericane, lontano dalla gerarchia ecclesiale, attraverso il cosiddetto movimento pentecostale chiamato poi, dal 1963, Rinnovamento carismatico e so- lo dal 1967 riconosciuto dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa. Come scrive Elena al papa: «Da tanti anni desidero ardentemente che i fedeli si riuniscano unanimi per ritornare allo Spirito Santo e na attraverso l’amicizia. Nel 1872 fondò un istituto laico dedicato a santa Zita, patrona di Lucca, per l’educazione gratuita delle ragazze, che in seguito si trasformò nella congregazione religiosa delle Oblate dello Spirito Santo. Ebbe fra le allieve Gemma Galgani. In pieno Ottocento, mentre prevaleva la spiritualità della croce e della peni- tenza, il rivelarsi a Elena dello Spirito santo come divino amore, as- sume senza dubbio una valenza profetica: «In Dio l’amore è sempre perfetto e perciò è sussistente, eterno... e questo amore è lo Spirito Santo, operatore di tutti i prodigi di carità». L’esperienza mistica della beata trova connotazione su questa linea bene demarcata in cui lo Spirito santo le si rivela come amore in atto, amore che amando insegna ad amare: «La bell’opera di infiammare i cuori di amor di A pagina 10 fratel Eric, «La Pentecoste» (vetrata della chiesa della Riconciliazione, Taizé) A pagina 12, una statuetta raffigurante Elena Guerra In Kurdistan Si chiama Radio Dange Nwe, cioé Radio Voce nuova, l’emittente del Kurdistan pensata per dare informazione ai rifugiati e gestita da un gruppo di donne, anch’esse rifugiate. La radio trasmette da un appartamento del Centro femminile di Halabja, provincia irachena a maggioranza curda. Da più di un anno le speaker, tutte donne, vanno in onda quotidianamente dalle otto a mezzogiorno alternando canzoni, poesie, programmi di attualità politica o trasmissioni in cui forniscono preziosi consigli per accedere all’assistenza legale e sanitaria. Parlando in arabo e in kurmanji (dialetto curdo), le ragazze si rivolgono alle D AL MONDO >> 15
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