donne chiesa mondo - n. 50 - ottobre 2016
DONNE CHIESA MONDO 20 DONNE CHIESA MONDO 21 gregazioni di missionarie religiose e laiche nella regione. Potrebbero avere più potere per fare di più in questo campo. Le donne potreb- bero essere messe nella condizione di fare di più se si desse loro più potere» dice Ayodi. Solo negli ultimi anni l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale si è focalizzata sul problema specifico delle violenze sessuali, in un contesto in cui lo stupro di massa è stato in- serito alla fine degli anni Novanta tra i crimini di guerra e in alcuni casi equiparato al genocidio. L’attenzione è comunque insufficiente rispetto alla portata del disastro in corso. «Serve una maggiore visibi- lità, una conoscenza maggiore delle cose terribili che succedono. Ca- pire che non si tratta di conseguenze secondarie della guerra, di inci- denti ma di scelte politiche, attacchi preordinati a comunità. Lo stu- pro è un’arma di guerra», dice Hangalo. «A proposito degli stupri si è detto: “È la cultura africana”. È sbagliato. Lo stupro è un crimine come l’uccisione. Bisogna guardare a questo crimine dal punto di vi- sta dei diritti umani, della giustizia» conclude Ayodi. «Portare chi commette questi crimini davanti alla giustizia». Ci sono leggi contro gli stupri? Sia Ayodi che Hangalo riconoscono la volontà politica dei governi di porre fine agli stupri, ma sottolinea- no anche la loro debolezza che non lo consente nella realtà. I gover- ni, fra cui quello della Repubblica democratica del Congo, aderisco- no ai protocolli internazionali sullo stupro e la sua criminalizzazione. Ma il governo del Congo è debole e non ha molto potere, il paese è da anni molto instabile. Servono, afferma Hayodi, «riforme politiche strutturali che supportino il governo nel portare questi criminali in tribunale». I casi di stupratori condannati in tribunale per lo specifi- co reato di stupro sono una minoranza assoluta, poche decine di fronte alle centinaia di migliaia di violenze sessuali perpetrate. Il quadro che emerge è quello di una enorme difficoltà a trasfor- mare lo stupro da arma di guerra accettata e riconosciuta a crimine perseguibile e perseguito, isolando in qualche modo lo stupro dal suo contesto generale di violenze belliche. È tuttavia quanto sta ten- tando di fare la Chiesa, soprattutto quella cattolica, accogliendo le donne violentate ed entrando anche in conflitto con la mentalità che mette ai margini le vittime delle violenze. «La Chiesa ha risposto agli stupri e alle violenze contro donne e bambini in diversi modi. Prima di tutto, attraverso le lettere dei vescovi che chiedono giustizia ai go- verni. Molte lettere sono state inviate alle autorità della Repubblica democratica del Congo domandando giustizia per le vittime. La C’è una enorme difficoltà a isolare lo stupro dal contesto delle violenze belliche passando dal concetto di arma di guerra accettata e riconosciuta a quello di crimine perseguibile e perseguito Tuttavia è proprio questo che sta tentando di fare la Chiesa proprietà del gestore ferroviario Sncf nei pressi della Gare du nord. Il campo sarà gestito dall’associazione di assistenza Emmaus Solidarité, che da anni si occupa della questione degli alloggi per i migranti. Il sindaco Anne Hidalgo ha anche annunciato la costruzione di un secondo campo per sole donne e minori non accompagnati. Il centro sorgerà entro la fine dell’anno nella cittadina di Ivry-sur-Seine, nei sobborghi a sudest di Parigi. Le api danno speranza alle donne palestinesi In Cisgiordania, vicino a Ramallah, la produzione di miele è diventata una risorsa economica fondamentale per un gruppo di donne. Un sostegno importante per i territori palestinesi, dove una persona su quattro è senza lavoro. Il progetto è supportato dal Comitato palestinesi all’agricoltura che aiuta 103 donne a gestire imprese agricole in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Chiesa è anche il rifugio che si offre alle donne, dando loro un posto dove stare, cibo, rispondendo ai loro bisogni. Tutto questo in un contesto generale in cui la Chiesa offre riparo ai disastri della guerra, ai profughi che sono costretti a lasciare i villaggi distrutti. La Chiesa crea scuole per i bambini rimasti orfani. Scuole che, a loro volta, vengono distrutte». «Chi parla ha paura di subire ritorsioni. La Chiesa non può fermare chi viene col machete, ma solo accogliere le vittime» aggiunge Hangalo. In quest’opera della Chiesa, le donne svolgono un ruolo molto importante. «Il 60 per cento sono donne, le donne nel continente africano sono l’anima della Chiesa. Le stesse suore spesso sono sottoposte a stupri. Ci sono molte differenti con- >> 19
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