donne chiesa mondo - n. 50 - ottobre 2016
DONNE CHIESA MONDO 12 DONNE CHIESA MONDO 13 Ma c’è anche chi, come Amrita, nel Nepal, è riuscita a convincere i genitori a non accettare la proposta di matrimonio ricevuta quando lei aveva solo sedici anni e ad aspettare finché non avesse compiuto almeno vent’anni, e nel frattempo ha completato gli studi. Lo United Nations Women’s Committee di Singapore ha dichiara- to: «Cosa più importante, occorre convincere i membri della società a rivedere e a cambiare quegli atteggiamenti e comportamenti tradi- zionali che relegano le donne a un ruolo inferiore nella società e in- coraggiano la violenza maschile. Educare i ragazzi e gli uomini a ve- dere le donne come partner alla pari è indispensabile per costruire una società orientata alla pace e al progresso». Nel suo messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la pace del 2017 Papa Francesco parla del bisogno di pari diritti e di ri- spetto tra le nazioni per evitare violenze e conflitti. Applicando lo stesso principio, la disuguaglianza e la convinzione che gli uomini siano in qualche modo moralmente e fisicamente superiori generano l’atteggiamento di sopraffazione e influenzano profondamente le no- stre risposte. Nella Evangelii gaudium , come pure in Amoris laetitia , Papa Francesco definisce la violenza domestica come una minaccia non solo per il benessere della donna, ma anche per la famiglia e la società. Cita le strutture patriarcali tra i responsabili della violenza contro le donne e nelle società. Da notare la connessione costante tra disuguaglianza e violenza. Per esempio, nel caso dei lavoratori domestici stranieri in Asia e nel Medio oriente, le leggi favoriscono il datore di lavoro. I lavoratori domestici stranieri non sono considerati uguali agli altri cittadini in termini di diritti legali e quando subiscono abusi sessuali o verbali o vengono picchiati si sentono in trappola e impotenti. La disugua- glianza di fronte alla legge è un altro aspetto della disuguaglianza che fa spesso da sfondo alla violenza e all’ingiustizia. La sensazione di essere in trappola non riguarda solo i lavoratori immigrati legati a un particolare datore di lavoro, che non hanno di- ritto a cercare un altro impiego. Riguarda anche milioni di donne imprigionate in matrimoni nei quali le usanze e la cultura le hanno destinate a giornate interminabili di duro lavoro, oltre che a essere malnutrite, non istruite e ultime nella fila per l’assistenza sanitaria. Ciò che era piuttosto comune fino alla prima parte del XX secolo persiste ancora oggi in molte culture asiatiche, anche in famiglie rela- tivamente benestanti. Dalle nuore ci si aspetta che si occupino di tut- te le faccende domestiche e che soddisfino tutte le irragionevoli ri- chieste dei loro suoceri senza lamentarsi. Nel suo libro From Fear to capaci di trovare moglie, guardano al Vietnam e alla Cina dove don- ne, spinte dalla povertà, accettano le loro proposte di matrimonio per mantenere la propria famiglia. Secondo Chong Ning Qian, responsabile della ricerca alla Aware, «le mogli straniere provenienti da contesti socio-economici più pove- ri di quelli dei loro mariti di Singapore possono essere più esposte a maltrattamenti. Il fatto di dipendere dal proprio marito per la resi- denza, la cittadinanza e il diritto al lavoro pone queste donne in una posizione di disparità e rende a quante subiscono abusi più difficile cercare aiuto». Donne e bambine sono viste come merce o pesi in tanti paesi dell’Asia, come dimostrano le usanze e le leggi legate al matrimonio e alla sessualità. Un esempio diffuso di questa disparità sono le “spo- se bambine”. L’organizzazione Girls Not Brides racconta le storie di molte giovani costrette a sposarsi e soggette ad atti di prepotenza e violenza domestica. La violenza proviene dalla famiglia del marito, che le tratta come schiave e spesso le dileggia perché la famiglia non è riuscita a pagare la dote richiesta. Di solito il marito ha molti più anni e stupra la ragazza. Il fatto che molte ragazzine subiscano gravi violenze e ne muoiano ha spinto alcuni paesi a promulgare leggi per vietare i matrimoni con ragazze minori di 18 anni. La realizzazione di un murale per la sede del Singapore Council of Women’s Organizations Insieme alle vittime Papa Francesco ha incontrato due donne italiane vittime di abusi del clero. Lo ha riferito padre Hans Zollner, della Pontificia commissione per la tutela dei minori. Le vittime hanno consegnato al Papa due libri, pubblicati quest’anno: Giulia e il lupo e Vorrei risorgere dalle mie ferite . Il primo è sull’esperienza di una giovane abusata da un sacerdote in Italia. L’altro è sulle donne consacrate, che vengono abusate da sacerdoti. «Il Papa — ha riferito Zollner — è stato molto impressionato da ciò che hanno detto queste donne e ha chiesto di poter seguire anche questa vicenda». Padre Zollner ha anche anticipato che è allo studio l’istituzione di una giornata di preghiera per le vittime, una veglia penitenziale e la realizzazione di un D AL MONDO >> 15
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