donne chiesa mondo - n. 49 - settembre 2016

DONNE CHIESA MONDO 32 DONNE CHIESA MONDO 33 Nuovo Testamento (cfr. Matteo 1, 1-17; Luca 3, 23-38) non fanno ecce- zione. Anche se nei numerosi elenchi genealogici i figli vengono di- stinti secondo le madri, soprattutto quando si tratta di matrimoni po- liginici, e vengono citate anche le figlie (o sommariamente o per no- me), la legittimità della stirpe passa dai padri ai figli. Un chiaro esempio di ciò è costituito dalla «lista della discendenza» al termine del libro di Rut, che riporta una genealogia puramente maschile che da Perez, figlio di Giuda (cfr. Genesi 38), porta a Isai e a suo figlio Davide, e termina con la radice «Iesse», che poi nel libro di Isaia viene interpretata in senso messianico. Questa forma di genealogia, le cosiddette “toledot”, indubbiamente continua l’elenco delle stirpi evocate nella Genesi . Al di fuori di questo libro solo Mosè e Aronne in Numeri 3, 1 e, appunto, la linea di Perez, che conduce a Davide, hanno una di queste “toledot”, e in questo modo le istituzioni del sa- cerdozio di Aronne e del regno di Davide — e solo queste! — vengo- no ancorate nei racconti generanti il mondo della storia iniziale di Israele e dell’umanità. Per stabilire il libro di Rut come racconto con questa precisa funzione, tale genealogia di dieci membri deve essere ricreata secondo quella della Genesi e quindi seguire esclusivamente la linea maschile. Ma in 4, 15-17, prima di questo albero genealogico maschile, il libro di Rut introduce un “elenco di dieci” basato sulle donne: secondo la testimonianza delle donne di Betlemme, che già in 1, 19 rappresentano la città, Rut, per Noemi, non solo sostituisce i due figli defunti, ma addirittura «vale più di sette figli». Sette mem- bri sono quindi sostituiti dalla fedele moabita; con Obed, Isai e Da- vid risulta così la genealogia reale di dieci membri fondata da una donna. Non per niente Rut viene citata nell’albero genealogico del vangelo di Matteo; la genealogia nel vangelo di Luca segue l’albero genealogico di Rut, e non quello di 1 Cronache 2, 4-6. Il Messia Ge- sù, nato a Betlemme, deve la sua esistenza umana più all’apertura e alla cooperazione di donne che agli uomini, e in questo assomiglia al suo antenato Davide. Nel libro di Rut, però, non solo viene fatta passare la linea davidi- ca attraverso le due donne, ma anche Israele e Giuda sono presentate come fondate da donne. Nella benedizione del matrimonio di Booz e Rut (4, 11-12) si legge: «Tutto il popolo che si trovava alla porta ri- spose: “Ne siamo testimoni”. Gli anziani aggiunsero: “Il Signore ren- da la donna, che entra in casa tua, come Rachele e Lia, le due donne che fondarono la casa d’Israele. Procurati ricchezze in Efrata, fatti un nome in Betlemme! La tua casa sia come la casa di Perez, che Tamar partorì a Giuda, grazie alla posterità che il Signore ti darà da questa giovane!”». Secondo il modo di vedere betlemita, dunque, Israele non è stato fondato da Giacobbe, ma dalle sue due mogli Rachele e La presentazione dei personaggi in 1, 1-3 corrisponde pienamente alla tradizione antico-orientale: viene descritto un uomo con sua mo- glie e i suoi figli, e tutti vengono chiamati per nome. A causa di una carestia, lui e la sua famiglia diventano rifugiati nella vicina terra di Moab. A quanto pare vengono accolti senza problemi e integrati, poiché entrambi i figli sposano delle moabite. Ben presto, però, ini- zia la sventura con la morte di Elimelech, seguita da quella dei due figli, sicché l’intera famiglia — contro l’ordinamento patriarcale della società — viene definita attraverso Noemi: quest’ultima rimane senza suo marito e senza i suoi figli (1, 3-5). Quando, vista la fine della ca- restia, decide di ritornare a Betlemme, la “casa del pane”, viene alla luce lo stretto legame nato tra la suocera e le nuore: da un lato, Noe- mi ringrazia le due donne e le benedice per il loro cammino di vita futuro, dall’altro queste vogliono accompagnarla anche fuori del loro paese. Viste le condizioni di vita che là si possono attendere, Noemi rimanda le due giovani ciascuna a «casa della loro madre» (1, 8) — non in quella dei genitori o in quella paterna — dalla quale il Dio d’Israele possa fare trovare a ciascuna di loro «riposo in casa del loro marito». Di nuovo diversi rapporti di parentela vengono definiti at- traverso le donne. In tutte le società patriarcali, gli alberi genealogici seguono la li- nea maschile. L’antico Israele e l’Antico Testamento, come anche il L’autrice Rut nel mosaico della chiesa della Dormizione a Gerusalemme A pagina 31, Julius Schnorr von Carolsfeld «Rut nel campo di Booz» Irmtraud Fischer è professore di scienze bibliche veterotestamentarie presso la facoltà teologica cattolica dell’università di Graz. Curriculum e pubblicazioni sono riportati nel sito dell’università. Il suo commento sul libro di Rut è stato pubblicato nell’Herders Theologischer Kommentar.

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