donne chiesa mondo - n. 49 - settembre 2016

DONNE CHIESA MONDO 30 DONNE CHIESA MONDO 31 N el libro di Rut si prende ostentatamente posizione a favore delle donne, tutto è concentrato sulle donne: si ha quasi l’impressione che il testo ebraico trasmetta l’idea che le donne sono gli “esseri migliori”. Tutta- via, nella tradizione cristiana degli ultimi duecento anni, il libro è stato letto in maniera completamente diversa. Nel Di- vano occidentale orientale Goethe lo descriveva come «il più grazioso piccolo insieme ... che ci è stato epicamente e idillicamente trasmes- so». Nella raccolta di saggi dello studioso dell’Antico Testamento Hermann Gunkel, pubblicata nel 1913, si legge: «È il genere di rac- conto che la gente ascolta volentieri: il sole dopo la pioggia!». A questo punto di vista hanno aderito molti esegeti nei loro commenti: la storia di una donna che subisce un destino simile a quello di Giobbe, che a causa della fame fugge con la sua famiglia all’estero, dove perde sia il marito sia i suoi due figli, e che ritorna in patria tal- mente povera che solo la spigolatura prevista dal diritto dei poveri le può garantire la sopravvivenza, sarebbe dunque un idillio! Per inciso, anche il libro di Giobbe finisce bene; ma a nessuno verrebbe mai in mente di definirlo «idilliaco». A quanto pare per molti commentatori è il sesso dei personaggi a rendere tanto idilliaca la storia di salvezza. La figura di Rut, nell’omonimo libro, non è un personaggio stori- co. L’«ostico divario» tra il tempo narrato, nel quale si svolgono gli eventi, e il tempo narrante è di circa mezzo millennio. Il libro non va quindi letto come biografia di due donne, ma piuttosto come raccon- to generante il mondo (Nelson Goodman, Ways of Worldmaking ), come un ponte tra le storie dei progenitori della Genesi e il ciclo da- vidico. Questi tipi di racconto formano e stabilizzano l’identità per il tempo narrante, e interpretano il presente ancorando narrativamente nel passato fattori che formano la comunità. Anche gli eventi storica- mente meglio documentati non vengono ricordati se non in quelle narrative che condensano per il pubblico gli aspetti essenziali e il loro significato per il presente (si pensi oggi alla narrativa formatrice d’identità sulla caduta della Cortina di ferro). Rut, dunque, non è in- teressante come personaggio femminile storico di un ipotizzato tempo dei Giudici anteriore a quello della monarchia — secondo la tradizione interpretativa cattolica classica — bensì come esempio da imitare. Come esemplare per il tempo presente, in cui molti paesi nel mon- do sono costituiti come democrazie dei generi, questo libro è la pro- va del distacco da un androcentrismo tradizionale, che percepisce co- me importanti solo gli uomini e vede le donne come meri accessori. Chi esamina le straordinarie formulazioni nel libro, si accorge che questo è “il” libro delle donne della Bibbia.

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