donne chiesa mondo - n. 49 - settembre 2016
DONNE CHIESA MONDO 26 DONNE CHIESA MONDO 27 S i celebra l’8 agosto la festa di Maria Mac- Killop, la prima santa australia- na, nata a Mel- bourne nel 1842. Come per altre sante dell’Ot- tocento, la storia di Maria è una storia antica di ascolto della voce di Dio e insieme una storia di emanci- pazione. Primo- genita di otto fi- gli, la bimba crebbe in una famiglia dalla solida fede — i genitori erano cattolici scozzesi immigrati — ma Da una stalla australiana dalle scarse risorse economiche, due aspetti che la segnarono profondamente: se infatti sin da piccola Maria decise di consacrare la sua vita a Dio nel servizio ai poveri, molto precocemente iniziò a lavorare per portare il pane a casa. No- nostante il tempo scarso e le possibilità nulle, Maria divenne una giovane molto istruita grazie all’influenza del padre, che aveva studiato a Ro- ma nella speranza di diventare sacerdote. A diciott’anni, dunque, la giovane partì come insegnante privata, destinazione la cittadina ru- rale di Penola, nell’Australia meridionale. Qui le condizioni esistenziali erano spaventosamente dure, specie per il popolo aborigeno, tra pover- tà dilagante, discriminazioni religiose, disoccu- pazione alle stelle e difficoltà di integrazione. Decisivo fu l’incontro con padre Woods, sacer- dote cattolico molto preoccupato per la man- canza di educazione del suo gregge, sparpaglia- to su una vasta area rurale. Fu lui, infatti, a orientare la vocazione religiosa di Maria verso una nuova congregazione di religiose, le suore di San Giuseppe del Sacro Cuore, chiamate giuseppine, dove la ragazza entrò ventiquattren- ne. Era il 1866. E proprio in quell’anno le reli- giose aprirono la loro prima scuola a Penola, in una stalla. L’anno successivo, con alcune compagne, Maria si trasferì nella capitale, Adelaide, dove si realizzò l’iniziativa più importante della Chiesa cattolica australiana nel corso del XIX secolo: con l’approvazione del vescovo, molte persone si unirono alle religiose nella scelta di vivere nell’autentica povertà evangelica a favore dei bi- sognosi. Tra le altre iniziative avviate, vi furono programmi di istruzione elementare a favore dei bambini che altrimenti ne sarebbero rimasti pri- vi e l’apertura di strutture di accoglienza per poveri, orfani e prostitute. La nuova congregazione si estese in altre re- gioni isolate del continente e in Nuova Zelanda, ma la sua vita non fu priva di difficoltà. Le di- spute sulla gestione interna spinsero un vescovo a scomunicare Maria: un atto nullo, oltre che totalmente ingiustificato, che causò un grande trambusto religioso e civile. Maria però soppor- tò tutto con carità e pazienza, convinta che Dio avrebbe tratto il bene dal male. Tolta la scomunica, a suor Maria fu suggerito di recarsi a Roma per chiedere l’approvazione pontificia per la congregazione. Mentre si trova- va in Europa, raccolse informazioni e consigli sulla vita religiosa, visitò scuole e altre istituzio- ni per trarre suggerimenti utili per svolgere al meglio il suo lavoro in Australia. Non ottenne l’approvazione definitiva per la congregazione (che giunse solo nel 1888), ma ricevette forti in- coraggiamenti — specie nel corso di varie con- versazioni con Pio IX — e, soprattutto, rientrò in Australia con istruzioni e idee chiare su come gestire gli affari delle giuseppine. Un aspetto importante delle costituzioni fu la previsione di un governo centrale che dava alla superiora generale il controllo sul collocamento e sulla vita lavorativa delle suore, aspetto che produsse tensioni con alcuni vescovi. Affrontan- di M ARIA C ASEY L A SANTA DEL MESE
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